Ma soprattutto: che faranno i 10 milioni di appassionati?
Il Parlamento cinese sta approvando la Law on Penalties for Administration of Public Security che, tra le varie novità, dovrebbe rendere illegali i cosplay in un Paese dove, secondo le stime, sono all’incirca 10 milioni le persone che si vestono come i propri protagonisti di anime e manga preferiti in occasione di grandi eventi e fiere del settore. Ma da dove deriva questa intenzione da parte di Pechino? Il divieto punta a colpire simbolicamente il Giappone e la sua cultura pop, diffusa anche in Cina. Se venisse approvata, la legge vieterebbe cosplay che offendono la cultura e i sentimenti cinesi. Si tratta ovviamente di criteri talmente ampi che è difficile pensare che l’obiettivo non sia, in realtà, disincentivare chiunque dal vestirsi da cosplay.
La stampa di settore ha riportato le considerazioni di alcuni esperti, i quali vedono nella legge che vieta i cosplay un collegamento con le recenti polemiche tra i due Paesi rivali. Pechino si è infatti opposta al versamento nell’Oceano Pacifico dell’acqua contaminata della centrale nucleare di Fukushima, al centro del tragico indicente del 2011, deciso dal Giappone. Staremo a vedere dove porterà questo divieto e ricordiamo che la Cina non è nuova a misure draconiane: oltre a dettare nuove regole sullo streaming per i minori, Pechino ha anche vietato i cosiddetti video di binge-eating (filmati virali sul web in cui le persone si riprendono mentre mangiano). Ma come è messo invece il mercato cosplay in Italia? Prima della pandemia il giro d’affari era di 147 milioni di euro con oltre un milione di appassionati.