Si sono aperti il 28 agosto a Parigi i Giochi Paralimpici: per 11 giorni circa 4.400 atlete e atleti provenienti da tutto il mondo si sfideranno in 549 eventi da medaglia in 23 discipline. Per la prima volta tutte le gare saranno trasmesse in diretta, con 300 ore di copertura televisiva. Un’edizione importante anche per la parità di genere: è previsto un numero record di 236 medaglie per le donne, che saranno oltre 1.800, il massimo mai raggiunto.
Un’idea nata all’ospedale di Stoke Mandeville
La storia dei Giochi Paralimpici comincia nell’Inghilterra del XX secolo con il medico Ludwig Guttman, che cura pazienti paraplegici, la maggior parte dei quali ex veterani della seconda guerra mondiale. Il neurologo tedesco è un forte sostenitore dell’impiego dello sport come terapia per aiutare le persone con disabilità fisiche a sviluppare forza e rispetto di sé stesse. “Il problema era la mancanza di speranza – ricorderà più avanti -, perché non dovevamo solo salvare le vite di questi uomini, donne e bambini, ma anche restituire loro la dignità e renderli cittadini felici e rispettati”.
Il 29 luglio 1948, in occasione della Cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici a Londra, Guttman decide di organizzare una competizione di tiro con l’arco per 14 uomini e due donne, pazienti dell’ospedale di Stoke Mandeville e di un’altra struttura di riabilitazione, la Star and Garter Home.
Dal germoglio piantato quel giorno nasce un nuovo movimento sportivo, destinato a crescere rapidamente e guadagnare visibilità mondiale. Quattro anni dopo si svolgono i primi Giochi Internazionali di Stoke Mandeville, a cui partecipa una squadra di veterani olandesi. Nel 1954 sono quattordici i paesi coinvolti, nel 1955 diciotto: le duecento persone in gara provengono tutte da ospedali e centri di riabilitazione in cui, sull’esempio di Stoke Mandeville, lo sport fa parte dei programmi di fisioterapia.
Il 1960 è l’anno della svolta
Nel 1960 i IX Giochi Internazionali di Stoke Mandeville, considerati i primi Giochi Olimpici per persone con disabilità, si svolgono a settembre a Roma, dopo la Cerimonia di chiusura delle Olimpiadi: in gara 400 atleti provenienti da 23 nazioni, tutti su sedia a rotelle. Otto le discipline: atletica, basket in carrozzina, nuoto, tennis tavolo, snooker, tiro del dardo (una combinazione di freccette e tiro con l’arco) e scherma. Nel 1964 si aggiungono la pesistica paralimpica e la corsa su sedia a rotelle per 60 metri; nel 1968 è la volta della pallacanestro in carrozzina femminile e della corsa in carrozzina dei 100 metri.
Con il passare del tempo l’organizzazione diventa sempre più strutturata e inclusiva: a Toronto nel 1976 partecipano per la prima volta gli atleti amputati e quelli con disabilità visive, ma su un totale di 1.657 atleti, in rappresentanza di 40 paesi, le donne sono ancora solo 253.
Sedie a rotelle sportive specializzate
Se nel 1976 a Örnsköldsvik, in Svezia, si svolgono i primi Giochi Paralimpici invernali, con l’inizio degli Anni Ottanta fanno la loro comparsa le prime sedie a rotelle sportive specializzate, che vanno a sostituire le carrozzine di tutti i giorni, pesanti almeno 15 kg, utilizzate fino a quel momento. I modelli moderni hanno una forma distintiva con una terza ruota anteriore, sono realizzati in alluminio con ruote in carbonio e pesano circa la metà.
Nel 1984 la definizione di “Giochi Internazionali di Stoke Mandeville”, utilizzata dal 1960, viene sostituita da quella di “Giochi Paralimpici”, ufficialmente approvata dal Comitato Internazionale Olimpico (CIO), a cui nel 1989 si affianca il Comitato Paralimpico Internazionale (CPI).
Più tutele da Pechino 2008 in poi
Il 19 giugno 2001 i due enti firmano un accordo che garantisce e tutela l’organizzazione dei Giochi Paralimpici e stabilisce che, da Pechino 2008 in poi, essi si svolgano sempre poco dopo i Giochi Olimpici, utilizzando gli stessi impianti sportivi, le stesse strutture e gli stessi spazi, nonché lo stesso Villaggio per le atlete e gli atleti.
La competizione continua a crescere di edizione in edizione, e con essa anche la visibilità mediatica mondiale. Ogni anno, inoltre, vengono introdotte nuove discipline e vengono battuti nuovi record.
Nel 2012 a Londra il traguardo dei 4.000 partecipanti è finalmente raggiunto, con 4.237 uomini e donne in gara, provenienti da 164 paesi. Inoltre, vengono definitivamente introdotti gli eventi per le atlete e gli atleti con disabilità intellettive. Gli spettatori riempiono gli stadi, acquistando 2,7 milioni di biglietti: un nuovo record.
Nel 2016 i Giochi Paralimpici, giunti alla 15esima edizione, sbarcano per la prima volta in Sud America, mentre nel 2021 a Tokyo due nuovi sport vengono introdotti nel programma ufficiale: badminton e taekwondo.
Paralimpiadi 2024, tutti i primati
Si arriva così al 2024, anno di nuovi primati. Tutti gli sport verranno trasmessi in diretta per la prima volta nella storia, con 300 ore di copertura televisiva. Inoltre, Giochi Olimpici e Paralimpici condividono per la prima volta lo stesso logo, che rappresenta una medaglia d’oro, una fiamma e la Marianna, simbolo di Francia, mentre la mascotte, che si chiama “Phryge Paralimpica”, mostra per la prima volta una disabilità. Infine, è stato raggiunto un numero record di Comitati Paralimpici Nazionali, ben 185, con conseguente aumento della diversità, miglioramento della parità di genere e maggior numero di talenti.