Si chiama Remilk ed è la startup foodtech israeliana che ha sviluppato una tecnologia per ricreare latte sintetico in laboratorio senza utilizzare alcuna materia prima di origine animale. Nei giorni scorsi l’azienda ha ottenuto il via libera alla commercializzazione dei propri prodotti anche in Canada, quarto mercato (dopo USA, Singapore e Israele) ad aprirsi alla società. In Italia questo settore non invece è particolarmente sviluppato, e infatti alcuni imprenditori hanno scelto altre destinazioni per fondare la propria startup (qui trovate la storia di uno di loro). Il Governo Meloni si è subito imposto come contrario a simili tecnologie che, secondo l’esecutivo, danneggerebbero le produzioni nazionali e metterebbero a rischio la salute delle persone.
Come si produce il latte sintetico?
La startup Remilk utilizza un processo di fermentazione microbica, che riproduce le proteine presenti nel latte di mucca senza necessità di far ricorso agli allevamenti animali. Fondata nel 2019 da Aviv Wolff and Ori Cohavi, l’azienda ha concluso il Serie B da 120 milioni di dollari nel 2022. Stando ai numeri che ha pubblicato la lavorazione complessiva per ottenere il latte sintetico richiederebbe il 5% delle risorse necessarie nell’industria lattiero-casearia e produrrebbe solo l’1% dei rifiuti rispetto al settore tradizionale.
Leggi anche: Aumento di capitale da 5 milioni per Dreamfarm, startup che propone alternative vegetali al formaggio
In Israele sono quasi 300 le startup foodtech impegnate nel settore alimentare alla ricerca di cibi e soluzioni che riducano l’impatto ambientale legato ad allevamenti e produzione. Una competizione tecnologica alla quale purtroppo l’Italia ha deciso di non partecipare. A giudicare da molti osservatori unicamente per una presa di posizione ideologica.