L’app per il vicinato che ha rianimato la vita di quartiere ottiene una nuova iniezione di capitale. La priorità ora è sbarcare in nuovi mercati
L’unione fa la forza, specie tra vicini di casa, che se hanno uno spazio dedicato ed esclusivo possono regalare grandi soddisfazioni, compresa la possibilità di attirare centinaia di milioni di dollari. L’esempio è Nextdoor, l’applicazione nata proprio per connettere gli abitanti di quartiere in una sorta di social network, che continua a crescere su scala globale e ha appena annunciato la chiusura di un round di finanziamento da 170 milioni di dollari. La cifra include i 123 milioni raccolti lo scorso maggio e i 47 milioni di dollari investiti da Bond (con la fondatrice Mary Meeker entrata nel consiglio di amministrazione della startup), con la partecipazione di Riverwood Capital e una nuova iniezione di capitali degli investitori che già in passato hanno scommesso sul team attivo a San Francisco, cioè Benchmark, Tiger Global Management e Kleiner Perkins.
Presente e futuro
Con i soldi in cassa, una raccolta complessiva maggiore di 450 milioni di dollari e una valutazione superiore ai 2 miliardi di dollari, Nextdoor proseguirà l’espansione a livello globale ampliando il raggio d’azione rispetto ai dieci paesi in cui è al momento operativa (Stati Uniti, Australia, Regno Unito, Paesi Bassi, Germania, Spagna, Italia, Francia, Svezia e Danimarca), con l’obiettivo di far lievitare gli attuali 247.000 quartieri che utilizzano l’applicazione. Oltre allo sbarco in nuovi mercati, l’altro elemento al centro dell’azione della realtà fondata nel 2008 da Sarah Leary, David Wiesen, Prakash Janakiraman e Nirav Tolia è la riorganizzazione della squadra, con diverse nuove entrate nei ruoli apicali arrivate per incrementare i servizi della piattaforma a disposizione di vicini, imprese locali, enti pubblici e inserzionisti. Tutte figure cruciali per la buona riuscita del progetto, che finora ha ottenuto ricavi solo mediante post sponsorizzati, con la società fiduciosa di raddoppiare le entrate dell’anno scorso.
La verifica è il vantaggio
Basato su dinamiche simili a quello di Facebook, oltre a circoscrivere il campo delle amicizie al vicinato, il tratto distintivo di Nextdoor è il sistema di verifica per accertarsi che ogni utente viva davvero nel quartiere cui si iscrive. Un passaggio che permette a vecchi e nuovi partecipanti di potersi fidare e non avere nulla da temere dall’interazione con altre persone. In tal modo la piattaforma diventa un riferimento per tutti, poiché è un approdo sicuro per rimediare l’oggetto che serve per sistemare la casa, oppure la babysitter per la serata, o ancora informazioni dettagliate sugli eventi in programma in zona e dettagli in caso di scomparsa del cane. Allo stesso tempo, poi, le aziende che scelgono di investire su Nextdoor hanno la certezza di rivolgersi a persone reali che si muovono quotidianamente in una determinata area.
L’attenzione alle comunità locali
“Con la verifica dei nomi dei membri, del loro indirizzo e del quartiere al quale appartengono, la piattaforma si basa sulla fiducia creando trasparenza e attendibilità, fattori cruciali per la costruzione di una comunità”, ha dichiarato Mary Meeker. Una filosofia che funziona poiché, anche grazie ai segnali di sofferenza registrati da Facebook e altre popolari social-app dai grandi numeri, l’interesse verso le comunità locali è in costante crescita negli Stati Uniti. L’anno scorso Amazon ha lanciato l’app Neighbours, tramite la controllata Ring, per agevolare la sicurezza delle case tramite un sistema condiviso dagli abitanti di quartiere, mentre Sidewalk Labs (società del gruppo Alphabet, cioè Google) ha finanziato pochi mesi Umbrella, startup fondata nel 2017 a Brooklyn e focalizzata sul sostegno e la fornitura di servizi a comunità locali di anziani.