«Su TikTok ci comparivano un sacco di video di persone che raccontavano problemi legati ai capelli, come l’alopecia. Ci è venuto in mente: perché non mettere capelli a chi non ne ha in determinati punti?». L’edizione italiana di Brandstorm 2024, il Business Game di L’Oréal giunto alla 32esima e che permette a gruppi informali di studenti e studentesse di cimentarsi in un progetto innovativo su uno specifico verticale, ha eletto il gruppo dei vincitori.
MYA, lanciato da Mattia Iovine, Giulia Lucano e Lisa Maruko (in foto d’apertura), è al momento soltanto un’idea, su cui la giuria ha ritenuto esserci potenziale meritevole di ulteriore attenzione. Se ne riparlerà alle finali internazionali di Londra a giugno, dove il team dovrà sfidare i vincitori degli altri contest in giro per il mondo e tentare la vittoria che porterebbe l’idea a mettersi davvero alla prova di fattibilità a Parigi, nei laboratori di L’Oréal.
Qual è l’idea alla base del progetto MYA
StartupItalia ha partecipato alla finale tenutasi il 5 maggio a Milano, con un evento dedicato ai pitch in inglese dei sei team finalisti che hanno presentato i propri progetti in ambito beauty tech di fronte a una giuria composta da rappresentanti di L’Oréal. MYA è al momento un progetto soltanto su carta: dalle slide assomiglia a una specie di rasoio.
Leggi anche: «Il futuro? Biotecnologie e ingredienti naturali. Ma prima di tutto occorre puntare sui valori»
«L’immagine è frutto dell’aiuto dell’intelligenza artificiale – ci hanno spiegato dal team -. Abbiamo chiesto a DALL-E di OpenAI di rendere il prototipo visibile. L’obiettivo era avere un dispositivo da tenere in mano, facile da usare e da portare in giro per un salone di bellezza. Come un phone, ma più piccolo». Bisogna immaginarsela come una piccola stampante 3D in cui inserire una ciocca che viene poi analizzata per produrre una ciocca sintetica il più possibile simile e da applicare nel punto in cui la persona ha perso i capelli.
«Il progetto è pensato per le persone che non hanno capelli in un punto specifico. Si parte dall’analisi del capello esistente. Ci siamo immaginati una soluzione fatta di solvente e cellulosa». L’idea ha convinto la giuria, ma restano ancora molti i temi da affrontare e che grazie a Brandstorm potranno confrontarsi con domande, critiche e spunti. Come per ogni startup – al momento il trio non ha ancora costituito l’azienda – c’è spesso un momento di pivot. «L’operazione sarà comunque fatta dal parrucchiere. La persona con l’alopecia potrà farsi risolvere il problema a breve termine andando in un salone di bellezza».
Gli obiettivi di Brandstorm
Iniziativa che da oltre 30 anni va a indagare il mercato in decine di Paesi, Brandstorm ha come obiettivo quello di premiare non tanto le idee, ma le persone in grado di elabolarle. «Viene incontro all’esigenza di individuare i grandi talenti per poi farli crescere – ci ha spiegato Manuela Pardini, Direttore HR di L’Oréal Italia -. Il progetto rientra all’interno della strategia più grande di L’Orèal For Youth».
L’edizione 2024 in Italia ha registrato il record di candidature (2372), al termine delle quali sono stati individuati più di 100 progetti. A livello globale sono stati oltre 130mila gli iscritti provenienti da 72 Paesi. Gli altri cinque progetti finalisti che hanno pitchato a Milano sono AI Style4you, Embrace Diversity, Hair Guardian, Leon e Strands of Empathy. Oltre alla tecnologia i vari team si sono focalizzati molto sull’inclusione, per rendere l’ambito beauty un’esperienza confortevole per chiunque.