Sparite le news dai feed. Per gli osservatori la situazione evidenzia anche i problemi della dipendenza dai social in molte redazioni
In questi giorni gli utenti canadesi delle piattaforme di Meta stanno riscontrando un evidente cambiamento scorrendo i feed di Facebook e Instagram. Mancano i contenuti giornalistici: post, immagini e video pubblicati dai profili delle testate sono stati di fatto oscurati con una decisione draconiana da parte della Big Tech di Menlo Park. Misura adottata per reagire all’Online News Act, approvato poche settimane fa dal Parlamento canadese, nel quale si impone alle piattaforme di negoziare con gli editori un equo compenso per quanto riguarda i contenuti originali delle singole redazioni. Non è la prima volta che si parla di questo argomento (qui trovate una nostra intervista a un tech reporter che reagiva a una norma analoga in Australia). L’obiettivo politico è pagare anche gli editori per quei contenuti che generano traffico (e dunque entrate) per le Big Tech.
Come si legge su TechCruch Google potrebbe seguire l’esempio di Meta e dare il via a un processo di deindicizzazione dei contenuti giornalistici. Con la rivoluzione digitale degli ultimi decenni le redazioni hanno saputo cogliere le sfide del web, ma al tempo stesso pochissime realtà hanno trovato una sostenibilità economica. Alla viralità dei contenuti sui social e online non sono seguite entrate adeguate. Motivo per cui la politica sta tentando da tempo di correggere lo strapotere delle Big Tech nel settore dei media.
In Australia, nel 2021, una legge analoga aveva registrato l’opposizione da parte dei giganti tecnologici, che si erano poi seduti al tavolo delle trattative con gli editori. Dal momento che i social sono il luogo in cui moltissime persone si informano ogni giorno, bloccare i contenuti giornalistici come avvenuto in Canada è stata una scelta criticata da più parti. La situazione che si è venuta a creare evidenzia d’altra parte una condizione di svantaggio in cui moltissime testate online si trovano da anni: dipendere unicamente dai social non è una scelta strategica.