Per chi suona la campana. Poche ore fa il debutto a Piazza Affari per la Pmi italiana attiva nel mercato della mobilità sostenibile e della robotica collaborativa, che oggi raccoglie i capitali per portare le sue otto tecnologie nel mondo. Per il CEO l’innovazione è una frequenza che deve restare altissima e deve permeare l’azienda. “Abbiamo una struttura di tech strategy non solo nelle società di prodotto, ma anche nel gruppo”
“Nel 2015, quando tutti parlavano di digitale, abbiamo creato una fabbrica di imprese deep tech. Un modello difficile da veicolare e da capire all’epoca, che è cresciuto grazie alla qualità dei progetti e ai risconti da parte di investor e mercato. Oggi celebriamo il percorso con la quotazione di e-Novia, con un accesso moderno ai capitali, che ci darà visibilità per realizzare operazioni anche che ci riconoscano il valore che abbiamo creato in questi anni”: con queste parole Vincenzo Russo, co-fondatore (insieme a Ivo Boniolo e Cristiano Spelta) e ceo di e-Novia lancia negoziazioni delle azioni ordinarie della società su Euronext Growth Milan – Segmento professionale, sistema multilaterale di negoziazione organizzato e gestito da Borsa Italiana.
“La nostra strategia industriale consiste nel trasformare la proprietà intellettuale in prototipi, farli valutare da un gruppo di esperti esterni che, dopo la validazione, la porta al comitato per investimenti per portare questa tecnologia sul mercato”
Un passo programmato fin dall’inizio…
Fin dalla nascita, e-Novia ha dedicato grande attenzione alla governance della società. Non solo, quindi, ingegneria e tecnologia, ma gestione, finanza, controllo, legale, amministrazione e comunicazione finalizzati alla realizzazione di quegli strumenti indispensabili per rispondere ai requisiti dei mercati di capitali. In questi anni abbiamo raccolto risorse finanziarie sotto forma di capitale di rischio e finanziamenti per un totale rispettivamente di 64 milioni di euro e di 25 milioni di euro, per sostenere piani di crescita basati su investimenti ingenti nello sviluppo di tecnologie innovative. Questi asset ci consentono di rafforzare la nostra posizione di operatore globale nel deep tech.
Come è evoluta e-Novia negli anni?
La nostra strategia industriale consiste nel trasformare la proprietà intellettuale in prototipi, farli valutare da un gruppo di esperti esterni che, dopo la validazione, la porta al comitato per investimenti per portare questa tecnologia sul mercato. Siamo focalizzati su mobilità sostenibile e robotica collaborativa, oggi le nostre otto tecnologie – Blubrake, e-Shock, HiRide, Y.Share, YAPE, Blimp, Weart e Smart Robots – sono prodotti leader nei mercati di riferimento.
Degli esempi?
Nel mondo del ciclismo, bici elettriche e monopattini, Blubrake, con le sue soluzioni ABS, è uno dei due leader di settore a livello globale e ha un accordo internazionale con Shimano. La robotica collaborativa di Weart è utilizzata da molte grandi aziende per dare sostegno agli operatori. Blimp tracciava i flussi di spostamento delle persone a Milano durante la pandemia. Il nostro veicolo autonomo, il drone di terra Yape è sperimentato all’interno di UpTown, il nuovo distretto residenziale high-tech realizzato da EuroMilano nel nuovo quartiere di Cascina Merlata a Milano.
Ora continuate a sviluppare prodotti e a innovare?
L’innovazione è nel nostro Dna e continuiamo a percorrerla per dare seguito alle richieste dei nostri clienti. Per noi l’innovazione è una frequenza che deve restare altissima, abbiamo una struttura di tech strategy non solo nelle società di prodotto ma anche nel gruppo. Abbiamo realizzato questi asset cosi da diventare un gruppo industriale, ora questi prodotti sono sul mercato, ma continuano a evolvere. Tutto questo grazie al nostro team e persone preparate e focalizzate che sostengono il prodotto.
“Per noi l’innovazione è una frequenza che deve restare altissima, abbiamo una struttura di tech strategy non solo nelle società di prodotto ma anche nel gruppo”
Quante persone lavorano in e-Novia?
Siamo circa 200, la maggior parte sono ingegneri. Il 90% delle nostre persone sono laureati, il 15% hanno phd e master. L’87% delle persone sono sotto i 40 anni e il 50% sotto 30. Un primato che ci rende molto simili alle aziende deep tech californiane e israeliane.