Alessio Pomaro ci parla di AI e del suo impatto sulla nostra quotidianità. Le Big Tech sono già al lavoro da tempo. E noi, come utenti o semplici cittadini, come possiamo prepararci?
Ingegnere informatico da sempre appassionato di web marketing e di tecnologia, autore di Voice Technology (Dario Flaccovio Editore) e di Brand Voice (FrancoAngeli Editore). In questo guest post Pomaro ci aiuta a orientarci in un mondo popolato da un numero crescente di AI.
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Il cambiamento che l’intelligenza artificiale sta portando (e porterà) nelle nostre vite viene spesso associato all’evoluzione che è derivata dalla diffusione dell’elettricità. Lo stesso Sundar Pichai, Ceo di Google e Alphabet, qualche anno fa andò anche oltre a questo, con diverse affermazioni che riepilogo in seguito. «L’AI può rendere gli esseri umani più produttivi di quanto avessimo mai immaginato»; «avrà un impatto maggiore rispetto alla maggior parte delle principali scoperte della storia recente»; «Mi aspetto che svolga un ruolo fondamentale praticamente in ogni aspetto della nostra vita. I progressi sono ancora nelle fasi iniziali, ma la considero la tecnologia più profonda su cui l’umanità abbia mai lavorato e dobbiamo assicurarci di sfruttarla a vantaggio della società».
La considero una tecnologia abilitante. Come il fuoco, l’elettricità o internet, ma con più profondità. L’elettricità, in passato, ha portato un enorme cambiamento. Tuttavia, inizialmente, ad esempio nell’industria, veniva utilizzata per efficientare i medesimi processi (si sostituivano i motori a vapore con quelli elettrici). Soltanto successivamente, grazie a Taylor e Ford, si comprese che l’intero processo produttivo e la fabbrica stessa potevano essere trasformati con l’elettricità al centro della scena.
Ed è proprio quello che oggi sta accadendo con l’intelligenza artificiale nelle diverse fasi di adozione. Inizialmente viene utilizzata per automatizzare e velocizzare gli stessi task. Ma nelle integrazioni più evolute può fornire strumenti per creare nuovi servizi per i clienti (servitization), fino a cambiare il modello di business di un brand. Esistono, ad esempio, aziende che, sfruttando sensori IoT (Internet of Things) e algoritmi che elaborano i dati, hanno affiancato ai loro prodotti servizi correlati, ad esempio visori VR per il monitoraggio in real-time o la tele assistenza. Altre realtà, sfruttando le stesse leve hanno cambiato modello di business passando dalla vendita di macchine industriali ad un servizio “Pay Per Performance” o “Machine As a Service“. In pratica, si sta iniziando a capire il vero potenziale dell’IA nel creare il futuro.
L’elemento differenziante? L’accelerazione
Qualunque tentativo di paragonare l’Intelligenza Artificiale con le rivoluzioni del passato non può essere esaustivo, perché oggi un piccolo elemento genera un’enorme differenza: l’accelerazione. Per renderci conto di questo, basta osservare in quanto tempo chiunque è diventato un “esperto” di ChatGPT. Gli studi che seguono, ad opera di Statista e di UBS (via Reuters e CBS), ne stimano la diffusione tra gli utenti: la crescita più rapida della storia.
- 1M di utenti in 5 giorni.
- 100M di utenti in 2 mesi.
Luciano Floridi (professore di Etica Digitale a Bologna, Oxford e presto anche a Yale), in un’intervista per RaiNews24 su ChatGPT, mette in evidenza il tema dell’accelerazione: «Dobbiamo darci tempo, come umanità, per realizzare il fatto che le cose sono cambiate molto attraverso la nostra stessa tecnologia. Una tecnologia che modifica la nostra realtà. La nostra vita, la nostra esperienza, molto più velocemente di quanto siamo in grado di gestire, di assorbire».
«Su questa mancanza di allineamento si gioca molto della nostra cultura da XXI secolo – ha aggiunto Floridi -. E questo significa legislazione, nuovi posti di lavoro, nuove forme di educazione e di formazione, nuovi modelli scolastici. Tutto questo richiederà moltissimo tempo. Ci siamo avviati su questa strada, e secondo me dovremo continuare con passo veloce con un po’ di pazienza nei nostri confronti, ma anche con una certa accelerazione, perché tutto questo non sparirà. Quindi dovremo partire prima possibile. Ma saremo in ritardo rispetto alla velocità con la quale tutto questo cambia intorno a noi.
L’Intelligenza Artificiale non è solo ChatGPT
Il bombardamento mediatico al quale siamo sottoposti quotidianamente, probabilmente, ha portato molte persone a collegare direttamente il concetto di Intelligenza Artificiale a quello di ChatGPT o dei sistemi di generazione di immagini da un semplice testo. Dunque, di che cambiamenti stiamo parlando? Saranno davvero così impattanti nel nostro futuro?
Prima di tutto, per un attimo, proviamo a realizzare l’impatto che stanno avendo ChatGPT ed altri algoritmi generativi, che vanno oltre a scrivere un paio di testi o a creare immagini da pubblicare nei social per dire “questa l’ho fatta con Midjourney“. Sintetizzando, possiamo dire che queste nuove tecnologie stanno generando nuove modalità di interazione con la ricerca delle informazioni online (pensiamo all’integrazione di Bing in tutta la suite Microsoft e in futuro di Bard in quella Google), e uno scontro senza precedenti tra i giganti della tecnologia (in particolare Microsoft e Google). Scontri che mettono in discussione modelli di business che spostano l’economia mondiale, ma anche decine di migliaia di posti di lavoro.
Il recente rilascio delle API di ChatGPT, inoltre farà sì che questo algoritmo e i futuri upgrade saranno implementati in milioni di applicazioni in tutto il mondo. Non solo. Questi sistemi stanno mettendo in discussione diversi ambiti ad esempio:
- il lavoro, con algoritmi generativi che entrano nei flussi di produzione per potenziare le abilità delle persone ed aumentarne il rendimento,
- la scuola, con gli studenti di tutto il mondo che li stanno usando come un assistenti allo studio e alla generazione di output,
- il commercio delle immagini, con colossi come Shutterstock che hanno integrato la generazione di immagini nella loro piattaforma, ed altri che stanno combattendo importanti battaglie legali,
- l’editoria, e l’informazione, con centinaia di libri scritti ed illustrati da algoritmi e portali di notizie che generano i contenuti automaticamente.
Oltre il mainstream
Mettiamo per un istante da parte ChatGPT e simili e cerchiamo di guardare anche oltre. Recentemente, DeepMind, grazie all’Intelligenza Artificiale (AlphaFold), ha risolto un problema aperto da 50 anni in ambito della biologia, che riguarda la struttura delle proteine per il funzionamento interno delle cellule. E questa è solo una delle scoperte che si stanno facendo in questo settore, inoltre si stanno aprendo nuove frontiere per quanto riguarda il calcolo matematico. Sembrano dettagli ma sono principi di apertura di vasi di pandora che potrebbero cambiare i libri di storia e di scienze. Nei primi giorni di febbraio, Nature Cancer ha pubblicato uno dei più grandi passi verso la medicina di precisione. Grazie a un algoritmo (Sphinks) si aprono nuove vie per la “caccia” ai tre gruppi di tumori più sfuggenti. E l’AI sarà un’alleata anche per quanto riguarda l’abbattimento di importanti barriere, ad esempio per quelle linguistiche.
Nel video si può vedere come, grazie alla realtà aumentata e alla machine translation, si possano creare dei sistemi che consentono a persone che parlano lingue diverse di comunicare tra di loro. Ma, forse, in futuro si potrà andare anche oltre. Meta, ad esempio, sta sperimentando l’interpretazione dell’attività cerebrale in maniera non invasiva, e questo potrà essere d’aiuto nell’assistenza ai pazienti e nella comprensione del cervello. Inoltre aprirà nuove frontiere nella comunicazione uomo macchina. E questi sono solo alcuni esempi. E siamo solo all’inizio.
Sam Altman: l’AI e noi
Sam Altman, CEO di OpenAI, qualche giorno fa ha pubblicato una serie di tweet molto interessante in cui parla di un futuro con l’Intelligenza Artificiale integrata profondamente nelle nostre vite. E non parla (solo) di ChatGPT.
the adaptation to a world deeply integrated with AI tools is probably going to happen pretty quickly; the benefits (and fun!) have too much upside.
— Sam Altman (@sama) February 19, 2023
Provo a ricapitolare i punti più interessanti, anticipando il fatto che anche lui si riferisce alla velocità, all’ampiezza, alla necessità di avere tempo di adattamento.
- L’integrazione profonda dell’AI nelle nostre vite avverrà rapidamente: i vantaggi sono troppo evidenti.
- Entrerà in tutti gli ambiti: produttività, salute, studio, entertainment.
- La società avrà bisogno di tempo per adattarsi. E ne avranno bisogno le istituzioni per comprendere queste tematiche.
- Ci sarà bisogno di regolamentazione, visto il potenziale elevatissimo degli strumenti.
È fondamentale dedicare tempo a comprendere cosa sta accadendo.
Pronti e consapevoli
Spero di essere riuscito a trasmettere il fatto che durante prossimi anni dovremo confrontarci con un enorme potenziale. E sarà nostra, come umanità, la responsabilità di utilizzarlo al meglio. Sfruttando il “coltello” per sbucciare mele in maniera efficiente e non, come arma, per commettere azioni poco piacevoli. E spero di essere riuscito a trasmettere il fatto che sarà tutto estremamente veloce. Oggi l’AI è già quasi ovunque.. domani lo sarà sempre più in profondità, e con un impatto sempre più ampio. Dovremo essere pronti. Dovremo essere consapevoli.
Articolo apparso qui