Il nostro appuntamento del martedì con le startup del real estate, dopo la lunga pausa estiva, riprende con una storia che da Bilbao oltrepassa i confini transnazionali per arrivare fino in Italia. Libere Hospitality Group, startup spagnola nata nel 2019 che opera nell’hospitality tech, dal suo headquarter si sta spostando anche in Italia, a caccia di appartamenti ed edifici da affittare. Abbiamo avuto modo di farci raccontare più nel dettaglio di che cosa si occupa questa realtà e che cosa si aspetta da questo nostro settore di mercato. Ne abbiamo parlato con il suo CEO, Anton De La Rica, durante una sua breve permanenza in Italia. Ecco che cosa ci ha detto.
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Che cosa fa Libere Hospitality Group
«Abbiamo iniziato nel 2019 pensando a un Airbnb per chi si sposta principalmente per lavoro – racconta Anton – Così ci siamo interessati a sviluppare un prodotto che non era sul mercato tramite i tradizionali player del settore alberghiero, convinti che la tecnologia avrebbe potuto cambiare in positivo l’esperienza del cliente». A Bilbao nasce Libere Hospitality Group, ma la startup pensa da subito in grande. «L’interesse in questo settore in Spagna era molto alto, poi è arrivata la pandemia e abbiamo dovuto ripensare il prodotto – continua il CEO – Il nostro primo edificio lo abbiamo aperto a dicembre 2020, si tratta di un aparthotel di 120 unità e abbiamo iniziato sin da subito a crearci un network più ampio con family officers, proprietari di edifici, e terzi interessati alla nostra offerta». Sostanzialmente, Libere Hospitality Group ristruttura edifici in chiave tech e sostenibile per affittarli ai clienti che, principalmente, possono essere dipendenti di corporate, professionisti, ma anche turisti. «In Spagna siamo cresciuti molto rapidamente anche grazie al sostegno di realtà come Next Point – spiega Anton – Così abbiamo pensato di diventare noi proprietari del 50% degli edifici e di affidare a terzi l’altro 50%. Oggi contiamo nel nostro portfolio 1400 unità, però solo 500 sono pronte per l’utilizzo, le altre sono in fase di trasformazione».
Una storia europea
«L’anno passato abbiamo aperto una nuova sede anche a Lisbona e in Italia, con la collaborazione di Niccolò Pravettoni – continua il CEO – Adesso ci stiamo spostando anche nel Regno Unito, con l’idea di aprire anche in Francia e Benelux. Sono mercati non simili per dimensioni ma per target. Noi ci siamo concentrati, prima di tutto, su un mercato urbano che permetta ai clienti di alloggiare per giorni ma anche per mesi senza rendersi conto di essere in un albergo».
Il target principale di Libere Hospitality Group sono, infatti, le corporate e i turisti. «Gli appartamenti che mettiamo a disposizione sono paragonabili a un 4 stelle, fino al luxury, e sono edifici che sorgono in posizioni centrali della città e ben collegati a livello di trasporti. In genere, riammoderniamo edifici che contano dalle 20 unità in su anche se, poi, ci adattiamo a quello che troviamo sul mercato». E qui entra in campo la tecnologia, che per Libere Hospitality Group gioca un ruolo centrale. «La nostra mission non è soltanto quella di rendere gli edifici più tech e moderni, ma anche di fare in modo che rispettino i principi di sostenibilità – continua Anton – E per raggiungere questo risultato, la tecnologia è fondamentale».
Quanto conta il tech per la startup
Su un team di circa 150 persone, 15 persone si dedicano esclusivamente al reparto tech. «Abbiamo impiegato molto tempo per costruire un prodotto che rispondesse alle nostre necessità con piccole soluzioni per piccoli processi attraverso un sistema proprietario – spiega il CEO – In particolare, adoperiamo l’AI per segmentare clienti, prodotti e servizi, però per ora siamo ancora in una fase iniziale». Nei piani di Libere Hospitality Group c’è il break-even, che il team è pronto a lanciare il prossimo anno. «Puntiamo a scalare a livello internazionale, non abbiamo bisogno di ingrandirci tanto a livello di team – continua Anton – Da 6 milioni di fatturato nel 2022 siamo passati a 13 milioni nel 2023, e quest’anno speriamo di arrivare a 25-27 milioni. Cresciamo a un ritmo del 50% circa all’anno».
Le aspettative dal mercato italiano ed estero
Mentre a Bilbao ci sono molti sono turisti, allo stesso tempo, come racconta il CEO, le corporate sono anche clienti più facili da fidelizzare. «L’Italia può essere un mercato più grande della Spagna, con più turisti e che permette di diversificare molto la nostra offerta – spiega Anton – Non vogliamo entrare inizialmente nelle città più popolate ma vogliamo partire da centri come Torino, Bologna, Genova». Tramite una propria equipe di architettura, Libere Hospitality Group va a caccia di posti dove il turismo è ben radicato, come la Spagna, il Portogallo, la Grecia (che per ora è soltanto nei pensieri di Anton) ma anche di metropoli dove le corporate sostano per tempi abbastanza lunghi. «In Italia vorremo arrivare alle 500 unità abitative entro fine 2024 e in poco tempo a 1000 – conclude Anton – In Europa questo nuovo modo di concepire il real estate è ancora poco conosciuto ma c’è stato un boom negli ultimi mesi e gli aparthotel sono cresciuti tantissimo». Nei piani della startup che aspira a diventare il primo unicorno di Bilbao c’è quello di migliorare il prodotto, anche lato intelligenza artificiale, sia per quanto riguarda i rapporti con il cliente che a livello interno, per una gestione più efficiente, aumentare lo stock e la presenza e guardare ancora più oltre. «Dopo questi mercati europei stiamo pensando a spostarci nell’America Latina, dove nonostante qualche difficoltà potremmo offrire prodotti molto diversi. Nella penisola iberica siamo più conosciuti come i fondatori della compagnia però in altri Paesi come l’Italia o il Regno Unito, dobbiamo ancora affermarci. Ci sono molti competitor ma il mercato è molto grande e c’è posto per tutti. Vogliamo essere un player di riferimento in Europa e, perchè no, diventare il primo unicorno di Bilbao».