Nato dall’idea di Leonardo Etro e Diego Abba, ad di Italist, il progetto unisce le caratteristiche dell’acceleratore a quelle di un programma di mentoring, aiutando le startup a sbarcare sul mercato della Silicon Valley
Se c’è un sogno comune agli imprenditori nel variegato e complesso mondo dell’innovazione, è quello di fare il proprio ingresso nella porzione meridionale della San Francisco Bay Area, più nota come Silicon Valley. Tuttavia, per le aziende europee e italiane in particolare, portare l’attività sul mercato statunitense è spesso un’ardua impresa.
Spostare il business oltreoceano implica la possibilità di contare su una rete di contatti e investitori americani, necessari per far conoscere e supportare lo sviluppo dell’azienda. È con questo scopo che nasce Plus9, progetto lanciato da Leonardo Etro, professore di Corporate finance e M&A alla Sda Bocconi School of Management, e Diego Abba, Ceo del marketplace Italist. “Plus9 si inserisce nella prima fase di vita della startup, con l’obiettivo di trasformare una società italiana o europea early-stage in una società statunitense early-stage”, spiega Etro a StartupItalia. “Dandole accesso ai principali incubatori americani”.
Non solo denaro: la nuova generazione di venture capital
Per raccontare cosa sia Plus9, il docente analizza il contesto in cui si trovano a operare oggi i protagonisti dell’ecosistema startup europeo, soffermandosi in particolare sul ruolo sempre più importante e in evoluzione dei venture capital. “L’enorme disponibilità di capitali alla ricerca di destinazione ha semplificato l’accesso ai fondi, ma non ha risolto la questione dell’accesso alle risorse più pregiate: le competenze e le skill più specifiche. Anzi, ne ha aggravato il problema”, sottolinea il professore della Bocconi. “Spesso imprenditori nella fase iniziale, dopo la raccolta, non spendono o non riescono a spendere nel modo più corretto il denaro raccolto”.
Il perché, secondo Etro, è da ricercare nella mancanza di una guida, che supporti le giovani realtà e ne favorisca lo sviluppo. Ed è qui che inizia il compito dei nuovi incubatori, come Plus9, che non possono più limitarsi soltanto a elargire finanziamenti. “Un acceleratore aiuta a prendere le decisioni corrette al momento giusto, incrementando il bagaglio di competenze dell’imprenditore, attraverso il track record dei mentor dell’incubatore”.
Ancora una volta, la nuova strada è stata tracciata negli Stati Uniti. “Qui sta nascendo una nuova generazione di venture capital che cerca di colmare questo gap, offrendo non solo fondi ma un misto di capitali e competenze”, evidenzia Etro.
La missione di Plus9
In una recente intervista a StartupItalia, Marco Giandalia, vicepresidente del design engineering di Navitas Semiconductor e investor partner di Plus9, spiegava come il progetto fosse nato “in partnership con i migliori programmi di accelerazione delle più prestigiose università italiane”. Il suo obiettivo è “offrire al talento italiano skill eccellenti, trasmesse da coloro che hanno già fatto il medesimo percorso, per avere accesso ai più quotati programmi di accelerazione e investitori statunitensi”.