Aumentano i finanziamenti in realtà che lavorano nella clean energy, nella mobilità, nelle infrastrutture sostenibili e nell’efficienza energetica ma calano i grandi round
Quest’anno i finanziamenti per le startup che si occupano di Urban Tech hanno già superato i livelli del 2020, con 26,6 miliardi di dollari raccolti. In particolar modo, le startup che si occupano di costruire edifici sostenibili hanno incassato 2,5 miliardi di dollari nel 2023, un record che segna un raddoppio rispetto allo scorso anno anche se dettato in parte dal megaround da 1,5 miliardi di dollari di H2 Green Steel. Le prospettive che emergono dalla seconda edizione dell’Urban Tech Report redatto da 2150 e Dealroom non sono, però, del tutto rosee.
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Grandi finanziamenti in calo
Gli analisti che hanno messo a punto il report prevedono che gli investimenti da parte dei venture capitalist per le realtà SaaS che si occupano di costruzione edilizia vedranno un calo del 68% quest’anno rispetto al 2022. Rallentano un po’ tutti gli stage dei round di investimento ma a frenare sono, in particolar modo, i late-stage round. Questa situazione per certi lati controversa vede, da una parte, un netto aumento di finanziamenti in startup dell’edilizia verde, destinato a crescere di oltre 3 volte rispetto al 2020 secondo i redattori del report, ma da un’altra parte, una decrescita in termini di grandi investimenti in corporate che si prevede arriverà al -16% alla fine dell’anno. E su 157 unicorni che, a livello globale si occupano di Urban Tech, 138 lavorano nel settore della clean energy e della mobilità, dell’edilizia sostenibile e dell’efficienza energetica.
I driver dell’edilizia sostenibile
Il raddoppio dei finanziamenti in startup che si occupano di edilizia sostenibile è dovuto principalmente all’utilizzo di materiali come l’acciaio verde, il cemento sostenibile e i biomateriali. In particolar modo, l’adozione di carbonio incorporato, secondo il report, è responsabile dell’11% delle emissioni annuali di gas serra e del 28% delle emissioni del settore edile mentre cemento e acciaio sono responsabili del 7% e dell’8% delle emissioni globali di gas serra.
Gli investitori vanno, dunque, a caccia di quelle realtà che adottano materiali alternativi per ridurre le emissioni di CO2.