La piattaforma unisce le mire degli acquirenti con le richieste dei venditori. Ma, oltre alla compravendita, c’è informazione e cultura enologica
Aprire il mercato del vino pregiato agli appassionati meno facoltosi e offrire l’opportunità di una compravendita di bottiglie come fossero titoli azionari: si vendono, si comprano e si valorizzano per rivenderle. Guadagnandoci. E se invece non si resiste alla tentazione, oppure i soldi arrivano dopo il piacere, la bottiglia si apre per una serata da ricordare. A prescindere da scelte e gusti, quindi, l’idea sviluppata da eWibe incuriosisce e pare avere il potenziale necessario per trasformare una scommessa tra amici in una startup promettente.
Il triangolo vino-tecnologia-investimenti
Troppo presto per dirlo, certo, tuttavia anche i primissimi numeri di un business ancora agli albori del percorso lasciano sensazioni positive: seppur si proceda per gradi per evitare il passo più lungo della gamba. “Siamo partiti in quattro durante il lockdown nel 2020 unendo i lati del triangolo vino-tecnologia-investimenti. Cercavamo uno spazio in cui poter investire nel medio-lungo periodo riducendo i rischi collegati alla volatilità delle criptovalute, che negli ultimi due anni stanno andando per la maggiore. Così dall’idea di un sommelier è nata l’ipotesi di studiare il mondo del vino e ci siamo accorti che mancava uno proposta online per gli amanti del genere, che in Italia sono tantissimi” spiega Edoardo Maria Lamacchia, co-fondatore e amministratore delegato di eWibe.
Un finanziamento da 40 soci e un catalogo da 300.000 euro
Nato durante l’isolamento forzato, il gruppo continua tuttora a lavorare in remoto, seppur l’idea sia trovare una sede milanese in parallelo alla crescita di una parabola avviata ad aprile con il lancio della piattaforma (per ora solo web), dopo aver raccolto 500.000 euro da 40 investitori privati. “In meno di un mese abbiamo registrato 2.500 persone iscritte alla lista d’attesa, modalità che abbiamo preferito per testare gradualmente il sistema e le relative funzioni, per capire eventualmente dove e come intervenire in base ai feedback di chi sperimenta. Ogni settimana ampliamo la platea di utenti e nei primi trenta giorni abbiamo effettuato transazioni complessive per circa 30.000 euro”. Denaro che arriva dalla compravendita di etichette da un catalogo che al momento conta circa 700 bottiglie per un valore totale vicino ai 300.000 euro.
“Stiamo monitorando un migliaio di bottiglie, che devono avere determinati requisiti per attirare l’interesse degli appassionati. Si parla dello 0,5% delle etichette sul mercato, noi oggi abbiamo circa 200 bottiglie che rispettano tali condizioni e l’obiettivo è arrivare a mille – racconta sempre Lamacchia – Per arricchire l’offerta, ogni due settimane aggiorniamo le proposte con l’ingresso di nuove bottiglie, che individuiamo grazie ai nostri cinque partner specializzati. Più avanti apriremo anche a privati e collezionisti, l’idea è farlo all’inizio del prossimo anno, così che ognuno di loro possa mettere in vendita vini di livello”.
Compravendita: ultimo step di un processo di formazione per utenti consapevoli
Per quanto intrigante, l’idea di investire nel vino non è nuova: al contrario dell’approccio seguito da eWibe. L’intento è aprire il mercato del vino pregiato a chiunque, evitando di dover passare da broker e cifre minime alla portata di pochi cultori della vite (si parte da 10.000 euro). L’obiettivo di diventare un hub di riferimento passa da una proposta che va oltre l’acquisto e la vendita di bottiglie. “Informazione, cultura, eventi, formazione, storia, strumenti e processi sul vino sono parte integrante del lavoro che facciamo per rendere consapevoli le persone su cosa bere, in modo da favorire una compravendita intelligente”, chiarisce Lamacchia. Un esempio in tal senso è lo storico di ogni bottiglia, con peculiarità e acquisti effettuati negli ultimi cinque anni, arricchiti dai pareri di esperti del campo. Di tutte queste caratteristiche tiene conto l’algoritmo messo a punto dalla startup, che attribuisce un valore a ogni bottiglia.
Come funziona eWibe
Per iniziare a investire su eWibe basta iscriversi e creare un profilo, caricare i fondi sul proprio wallet e scegliere il vino da collezionare inserendo un ordine di acquisto al prezzo desiderato. A quel punto scatta il trading, con la raccolta degli ordini in tempo reale delle proposte di acquisto e i prezzi di vendita stabiliti da chi offre bottiglie. Ogni acquirente avanza la rispettiva proposta di acquisto, con l’ordine che si conclude quando quest’ultima è in sintonia con la richiesta del venditore. Nell’ambito della compravendita, l’utente può programmare anche un ordine di acquisto a un prezzo più basso del costo fissato da chi vende: qualora il cartellino venga abbassato, oppure una nuova bottiglia sbarca su eWibe al prezzo indicato dall’acquirente, la transizione si chiude in automatico.
Per inserire una bottiglia sulla piattaforma da privato, invece, c’è un preciso iter da rispettare: dopo le verifiche preliminari sulla coerenza dell’etichetta con il segmento di vini premium, la bottiglia viene spedita al deposito di eWibe per l’autenticazione e la successiva conservazione a temperatura controllata, per poi essere proposta in catalogo con l’ordine di vendita al prezzo desiderato.
Ricavi e altri servizi
Tra Sassicaia, Amarone e Bartolo Mascarello (ma ci sono anche tante etichette francesi) eWibe trae ricavi dalla percentuale che scatta per ogni compravendita. Si va dallo 0,5% al 2% dell’importo per bottiglia in base al tipo di abbonamento sottoscritto dall’utente: c’è la versione gratuita, le cui funzionalità sono limitate (per esempio lo storico delle bottiglie si ferma all’ultimo anno invece che monitorare il lustro precedente), la via intermedia arricchita da dati utili per gli acquisti come le analisi comparative tra i vini dello stesso produttore, mentre oltre a sbloccare tutte le funzionalità l’opzione più completa prevede il pagamento della percentuale più bassa sull’acquisto.
Con l’inizio a rilento e la necessità di farsi conoscere, per ora il servizio è gratuito e il canone mensile arriverà più avanti. C’è già, invece, il magazzino in cui eWibe protegge e conserva le bottiglie caricate sulla piattaforma: nei prossimi mesi arriverà il servizio di assistenza, con consigli da parte di esperti e sommelier rivolti a chi desidera costruire un proprio portafoglio di vini da proporre poi in vendita.
Si parte dall’Italia con sguardo sulla Francia
Focalizzata sul mercato italiano, la startup punta a validare il modello in casa prima di guardare oltre confine e su altre categorie di prodotto, come whisky e rum. “L’idea è puntare su Italia e Francia che sono e restano i due paesi principali per vini pregiati. Se tutto va come speriamo, ci muoveremo poi verso i paesi più sensibili alle bottiglie di alta qualità, come Stati Uniti, Regno Unito e Hong Kong”, conclude Lamacchia. Ambizioni giustificate da un segmento in costante crescita che, unendo vino e liquori pregiati, a livello globale nel 2021 ha registrato un giro d’affari di 77 miliardi di dollari: con prospettive di crescita secondo un report di Bain fino al +34% nell’arco del prossimo triennio.