Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, la costituzione tornerà online, ma pure competenza esclusiva del Notariato. Il presidente di Roma Startup Gianmcarco Carnovale: “Si profila una situazione di monopolio in contrasto con quanto previsto dalla stessa direttiva europea”
Sembra proprio che le startup non riusciranno a emanciparsi tanto presto dalla figura del notaio. Tramontata la possibilità di registrare in autonomia la propria realtà senza passare dall’ufficio di alcun pubblico ufficiale (il Consiglio di Stato ha abrogato il procedimento), si attende ora il decreto legislativo che sani la lacuna e, soprattutto, recepisca la direttiva Ue 2019/1151 che uniforma tra i 27 membri dell’Ue i processi digitali nel diritto societario.
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Come registrare la startup online?
Lo schema della nuova registrazione online delle startup, fresco di approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, non mancherà di far discutere dato che stabilisce che l’atto costitutivo delle srl e srls, aventi sede in Italia e con capitale versato mediante conferimenti di denaro, possa avere sì natura telematica, con la forma dell’atto pubblico informatico, ma debba comunque essere ricevuto dal notaio.
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Insomma, la costituzione, più che un passaggio da svolgere in autonomia, col proprio PC o col proprio smartphone, diventa un appuntamento a tutti gli effetti dal notaio in videoconferenza. E torna a essere oneroso. Per di più, a predisporre e gestire la piattaforma per le call sarà proprio il Consiglio nazionale del Notariato.
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“Un braccio di ferro fra civiltà e lobby del Medioevo che prosegue”, scrive su Linkedin il presidente di Roma Startup Gianmcarco Carnovale, che attacca: “Si profila una situazione di monopolio a favore dei notai che rischia di andare in contrasto con quanto previsto dalla stessa direttiva europea”.
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Ora la palla passa alle Commissioni parlamentari, che dovranno dare un proprio parere tecnico su quanto predisposto dal governo entro il prossimo 16 settembre.