La startup milanese nota per essere il primo ristorante digitale del Paese chiude un nuovo aumento di capitale, raddoppia il team e punta allo sviluppo omnichannel del servizio.
Foorban, il primo modello di “ristorante digitale” in Italia, annuncia un nuovo round di finanziamento di 1,5 milioni di euro e si prepara alla crescita, raddoppiando il team e ampliando il servizio in ottica omnichannel, aggiungendo al portfolio di servizi anche un’offerta retail rivolta alle aziende.
L’operazione nel dettaglio
Quello annunciato oggi è, per la startup milanese, il terzo round di investimento dopo il seed iniziale di 500.000 euro ottenuto nel 2016 e il bridge da 650.000 euro annunciato ad aprile 2017, per un finanziamento complessivo che supera adesso i 2,5 milioni di euro, a fronte di una crescita dei ricavi dell’azienda dell’800% annui.
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I fondatori Stefano Cavaleri, Marco Mottolese e Riccardo Pozzoli puntualizzano dicendo che le nuove risorse saranno investite nell’ampliamento del team, nel consolidamento del servizio su Milano, con l’estensione delle consegne anche alla cena, e soprattutto, nella crescita di una nuova linea di business B2B, con un format retail ad alto contenuto digitale espressamente dedicato alle aziende.
Obbiettivo omnicanalità
“Questo nuovo round di investimento ci permette di far crescere Foorban nella direzione che abbiamo sempre avuto in mente, quella dell’omnicanalità” – spiegano Stefano Cavaleri, Marco Mottolese e Riccardo Pozzoli – “Vogliamo dare al cittadino moderno un servizio di healthy-food smart, di qualità e responsabile, che lo segua ovunque, online e offline, a casa e in ufficio. Il prodotto resta al centro; se con il delivery abbiamo voluto alzare l’asticella della qualità disponibile sul mercato delle consegne a domicilio, elaborando piatti bilanciati cucinati per essere consegnati, con l’offerta B2B vogliamo rivoluzionare la ristorazione aziendale, portando anche all’interno delle aziende alcuni dei valori che hanno fatto il successo del servizio B2C: personalizzazione dei menù, ricercatezza delle materie prime e attenzione agli aspetti nutrizionali da un lato, comodità, velocità e modernità del servizio dall’altro.”
Con lo sviluppo omnichannel, quindi, Foorban diventa il primo food delivery a portare anche offline il suo servizio, facendo un percorso inverso rispetto a quello classico delle startup digitali. E così, dopo aver rappresentato, con il suo modello integrato di “ristorante digitale”, una novità assoluta in un settore – quello delle consegne a domicilio – che vale, solo in Italia, più di 400 milioni di euro, la startup si propone di innovare e digitalizzare, in ottica consumer, anche il comparto del contract catering aziendale, che pesa oggi, globalmente, oltre 500 miliardi di euro, e destinato a raggiungere un volume di 700 miliardi di euro nel 2023 (fonti: IMF; GIRA; Koncept’s Global Contract Catering Market Report 2014).
Fedeli alle origini
“Non abbandoneremo il delivery, tutt’altro. Grazie alle consegne cresciamo del 15% mese su mese, abbiamo acquisito più di 5.000 clienti solo a Milano e servito oltre 100.000 pranzi. Nei prossimi mesi estenderemo il servizio anche alle cene, e il delivery sarà la prima linea di business coinvolta nel processo di internazionalizzazione”. “Per noi essere un ‘ristorante digitale’ significa proprio questo” – concludono i tre founder di Foorban – “La sfida è creare un’esperienza completa e multicanale che sia coerente in tutti gli aspetti del servizio: unire l’online e l’offline, le consegne e l’in-store, digitalizzare il punto fisico e mantenere una componente fisica e umana nella consegna dei nostri piatti, dal sorriso del rider all’assistenza del servizio clienti”.