In programma un nuovo studio pre-clinico per l’artrite reumatoide e nuove assunzioni
Aumento di capitale da 350 mila euro per Diamante, Pmi innovativa a conduzione femminile che grazie alle piante mira a sviluppare farmaci innovativi per le malattie autoimmuni. Il finanziamento, spiega una nota, consentirà a Diamante di accelerare lo sviluppo tecnologico: in programma un nuovo studio pre-clinico e nuove assunzioni.
A credere nel progetto fondato nel 2020 da Roberta Zampieri, Valentina Garonzi e Linda Avesani, è Elena Paola Lanati, in veste di lead investor, insieme alle associazioni Angels4Women e Angels4Impact in qualità di business angels.
I fondi dell’aumento di capitale in equity di 350.000 euro del round chiuso a luglio saranno dedicati al progetto principale su cui l’azienda sta lavorando, ovvero, lo sviluppo di un candidato farmaco per l’artrite reumatoide.
Le soluzioni terapeutiche di Diamante
Nata da ricercatrici dell’Università di Verona, la biotech Diamante è focalizzata nello sviluppo di soluzioni terapeutiche innovative per malattie autoimmuni, basate sull’utilizzo di peptidi prodotti in pianta e sull’approccio dell’induzione di tolleranza. La sua tecnologia è già stata testata con successo in modello animale per l’artrite reumatoide, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica internazionale, Science Advanced.
Per Valentina Garonzi, Ceo e co-founder di Diamante: “Le nuove risorse saranno destinate soprattutto allo sviluppo tecnologico, che è il cuore del nostro business: ci concentreremo su un nuovo studio pre-clinico in modello animale che ci permetterà di individuare la formulazione e via di somministrazione migliore del farmaco che stiamo sviluppando ed inseriremo nuove figure professionali sia a livello operativo che di Advisory Board”.
Rieducare il sistema immunitario
L’intuizione di utilizzare le piante e i virus vegetali come rieducazione del sistema immunitario umano è la mission di Diamante. “Grazie a questa tecnologia, Diamante punta a sviluppare un nuovo concetto di farmaco per malattie autoimmuni, capace di bloccare la reazione ‘sbagliata’ del sistema immunitario senza comprometterne le sue funzionalità ed agendo in uno stadio iniziale della malattia. Il tutto, utilizzando un innovativo sistema di produzione delle molecole terapeutiche basato sulle piante come ‘bio-fabbriche’. L’obiettivo è di concludere gli studi clinici Fase 1 in umano entro il 2024 e di sfruttare lo stesso approccio per altre malattie autoimmuni. Chiosa Garonzi.