Prodotti a chilometro zero e un sistema idroponico attivo 24 ore su 24, così il progetto ha trasformato in un orto una delle città più fredde degli Usa
L’agricoltura a chilometro zero nella periferia industriale di Chicago. Sembra un progetto fantascientifico, ma è già realtà. Si chiama Farmed Here ed è un deposito trasformato in una grande coltivazione di 8400 metri quatri. Ci sono piante di basilico, broccoli, cavoli che crescono su degli scaffali e vengono innaffiate con un sistema idroponico attivo 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Un luce a led rosa le aiuta a sopravvivere anche se al chiuso. Grazie anche a una startup che ha scommesso su questo modo innovativo di coltivare, Chicago si candida a diventare il centro della produzione agricola urbana negli Stati Uniti. Un posto in cui il freddo non ha mai permesso di vivere del lavoro dei campi. Oggi, però, ci sono 821 siti agricoli disseminati per la città: sui tetti, nei giardini delle scuole, nei frutteti. Alla base del progetto Farmed Here la decisione del CEO Nate Laurell di investire 13 milioni di dollari al momento del lancio dell’orto verticale nel 2011 e di metterne a disposizione altri 50 milioni divenendo come partner principale dell’azienda.
Coltivare al chiuso: un mercato da 4 miliardi di dollari
La realtà della coltivazione indoor ha come scopo quello di superare tutti i problemi legati ai fenomeni atmosferici, alla luce, all’umidità, alle malattie delle piante. È un mercato in espansione e si stima che entro il 2020 arriverà a valere 4 miliardi di dollari. Un obiettivo raggiungibile senza problemi secondo Nate Laurell intervistato da Fastcoexist.com: «Il 75 per cento della popolazione abita entro 300 chilometri dalla città e questo rende l’agricoltura al chiuso interessante. In più c’è la possibilità di recuperare così edifici abbandonati. È per queste ragioni che Farmed Here punta ad espandersi in altre 15 città», ha detto.
La luce artificiale e le serre contro il freddo
Farmed Here non è l’unica realtà attiva in questo settore nella città di Chicago. Uno dei competitor è Urban Till, che ha raccolto 3,13 milioni di investimenti dal 2013. Urban Till, però, si concentra soprattutto sulla distribuzione ai ristoranti mentre Farmed Here si occupa dei supermercati. Un po’ diverso è invece il modello proposto da un altro competitor, Gotham Greens che assomilgia molto di più a una serra che a una coltivazione indoor. Si tratta di quasi 7000 metri quadri di piante coltivate sul tetto dello stabilimento dell’azienda di sapone naturale Method. Ma Gotham Greens gestisce altre 3 serre a New York: «Chicago è stata un’espansione logica perché è una città grande, un posto dal clima freddo con una limitata fornitura di prodotti locali tutto l’anno», ha commentato Viraj Puri, Ceo di Gotham Greens.
Gli investimenti dove l’elettricità costa meno
Il settore della produzione agricola indoor continua ad attrarre investimenti e sembrano esserci diverse ragioni per questo boom. Innanzitutto il costo della luce artificiale che si è abbassato. Poi c’è la richiesta crescente da parte dei consumatori di acquistare prodotti locali. Infine, l’efficienza della produzione legata a un’agricoltura molto intensiva.
Ma perché proprio Chicago? «Se dovessi fare un’ipotesi, direi che è perché l’elettricità costa poco qui», ha detto Laurell. E i dati sembrano dargli ragione: ogni kilowattora a Chicago costa 15,4 centesimi, mentre a New York raggiunge 18,2 centesimi. Per il momento, però, la produzione indoor rimane una piccola percentuale rispetto alle importazioni: «La vera competizione non è tra i diversi modelli a Chicago. È la Central Valley in California e il Messico dove un raccolto deve fare 3000 chilometri per arrivare a Chicago. Più coltiviamo localmente, meglio è. Io non penso che il mercato sia così piccolo da non poterci sostenere tutti», dice Laurell.