8 sedi fra Londra e Kiev, 114 milioni di fatturato nel 2015, 1100 consulenti: chi è e che fa la società che si è preso il 51% della digital company di Fabio e Mirko Lalli
«Crescere, crescere, crescere». Così, in un’intervista del 2014, l’amministratore delegato di Be Think, Solve, Execute (o se preferite, Be e basta) Stefano Achermann, aveva spiegato il piano di crescita fino al 2017 di questa multinazionale italiana della consulenza ICT per banche e istituti finanziari. È stato di parola: Be ha appena acquisito il 51% di IQUII, la digital company creata da Fabio e Mirko Lalli nel 2011. Applicazioni web e mobile, wearable, Internet of Things e social media: sono questi i settori operativi di IQUII, già messa alla prova con clienti come Original Marines, BNL, BNP Paribas, Terranova, Medici senza Frontiere, Federazione Italiana Rugby e Federazione Italiana Tennis. Be potrà convogliare le attività di sviluppo digitale dei suoi clienti su IQUII. E si tratta di clienti importanti: UniCredit, Intesa SanPaolo, Poste Italiane, Barclays, MasterCard, Allianz, Deutsche Bank, HSBC.
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1100 consulenti per riprogettare i modelli di business
Il sistema bancario e assicurativo sta diventando sempre più complesso, il lavoro di Be è guidare i suoi clienti attraverso questa complessità: «Rendere naturali i cambiamenti. Riprogettare modelli di business, allinearli con i requisiti regolamentari e di mercato, entrare nell’era digitale, gestire al meglio le performance ed esportare modelli di successo in settori ad alta redditività», si legge nella presentazione dell’azienda. I servizi di Be vanno dall’evoluzione dei sistemi di pagamento al contrasto dei crimini finanziari, dalla modernizzazione delle strategie tecnologiche alla trasformazione della customer experience. Per la creazione di queste strategie fintech nel gruppo Be lavorano circa 1100 consulenti.
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Lalli: “Perché abbiamo deciso di vendere”
Nel 2015 ricavi per 114 milioni
Le origini della società risalgono al 1997 a Mantova, ora le principali sedi italiane sono a Roma e Milano: la società è quotata sulla Borsa di Milano, segmento Star. Nel 2015, ha avuto ricavi operativi per 114 milioni di euro, con una crescita del 17% sull’anno precedente. L’utile netto è stato di € 3,5 milioni (+231% anno su anno). Una delle chiavi di questi numeri è il processo di internazionalizzazione di Be: il 29% dei ricavi operativi nel 2015 viene dalle sedi europee di Be e tra gli obiettivi del piano industriale c’è un’ulteriore crescita di questa fetta. La geografia di Be già racconta il suo futuro. La sua sede più occidentale è Londra, la più orientale è a Kiev, in Ucraina: «Siamo sempre più protagonisti della rivoluzione digitale: lavoriamo in 8 diversi paesi su incarichi di frontiera e stiamo imparando anche a cogliere direttamente nuove opportunità aprendo altri segmenti di industria», ha commentato Stefano Achermann.
Gli altri 2 colpi del 2016
Ed è per scoprire queste nuove frontiere che il 2016 di Be si era aperto con altre due acquisizioni. Il 3 febbraio era stata annunciata quella del 55% di R&L AG per 1 milione 470 mila euro, il 18 febbraio quella di LOC Consulting Ltd per 3,95 milioni di sterline. R&L AG è un’azienda tedesca con sede a Monaco di Baviera che si occupa di consulenza IT nel settore dei pagamenti digitali (in particolare nell’ambito SWIFT), tra i suoi clienti c’è anche la Banca Centrale tedesca. LOC Consulting è una società inglese specializzata nei servizi di consulenza per la gestione di programmi di trasformazione complessi nel settore finanziario e pubblico nel Regno Unito, con un ruolo prominente nell’“eGov Framerwork”, il programma governativo inglese di digitalizzazione.
Perché Be ha comprato per 400 mila euro il 51% di IQUII
In un’intervista a Startupitalia.eu Fabio Lali, ceo e founder di IQUII ha spiegato i motivi dell’aquisizione della sua azenda argomentando che “Il gruppo Be si sta sviluppando molto in Italia ed in Europa e sta estendendo le proprie competenze e la propria offerta per rafforzare il posizionamento nella rivoluzione digitale. Questa acquisizione permetterà a Be di convogliare su un player specializzato, IQUII, tutte le attività di sviluppo in ambito digitale (web e mobile) richieste dai propri clienti. Io e mio fratello continueremo a mantenere il governo operativo e la strategia della società”