Questa startup della Basilicata ha inventato un modo per ridurre gli sprechi e dare nuova vita agli scarti del caffè grazie a un kit utilizzabile in appartamento
Per i baristi italiani il caffè usato non è altro che uno scarto, un sacchetto pesante da portare tutti i giorni fino al bidone della spazzatura più vicino. Ma quello stesso sacchetto, per Recofunghi, startup della Basilicata, è una vera e propria manna. Il fertilizzante ideale ed economico per i suoi funghi freschi.
Un barista stanco degli scarti
“Quando andavo all’università, a Potenza, frequentavo spesso un bar del centro – racconta a TheFoodMakers il fondatore di Recofunghi Daniele Gioia -. Il signore anziano che lo gestisce si lamentava spesso di fare troppi caffè. Doveva lavorare troppo ma soprattutto la busta del caffè usato era pesante da trasportare. Da li l’idea”.
Da quel caffè, nel 2013, è nata l’azienda di Daniele e sua moglie Arianna Marchionna che si sono conosciuti all’università di Agraria. “Ho sempre avuto delle piante a casa ma è Arianna quella con il pollice verde – specifica Daniele – io qualche anno prima, nel 2010, mi ero limitato a mettere qualche miceto in un vaso dove c’era del caffè”. Da quel vaso spuntano dei funghi e con loro l’idea di approfondire lo studio di una coltivazione su scala un po’ più grande. Il loro business plan vince il contributo del premio Nidi. “Quel buono da 10mila euro ci è servito a fare tutte le analisi di laboratorio”.
Un passaggio fondamentale ma non sufficiente per avviare un’attività. Daniele, che è ricercatore nel dipartimento di scienze dell’università Basilicata in campo elettro chimico, ha bussato alla porta di una banca e chiesto un prestito per partire con il suo business. “L’azienda adesso viaggia con le sue gambe ma all’inizio è servito un investimento di 50mila euro solo per la struttura che è in affitto”. Uno stabilimento di 180metri quadrati di cui meno di 50 condizionati e con le attrezzature adeguate a far si che i funghi crescano.
Il caffé? Meglio della paglia
Il segreto del successo di Recofunghi, che si è aggiudicata gli Oscar Green di Coldiretti, sta proprio nel caffè visto che i funghi solitamente vengono coltivati nella paglia. “Innanzi tutto il primo è molto più economico del secondo trattandosi di materiale di scarto – continua Daniele Gioia -. Il caffè non è stagionale come la paglia e poi lo spazio occupato da 1 chilo di paglia è lo stesso di ben 10 chili di caffè. Senza contare che i fondi, quando vengono usati nei bar, vengono pastorizzati dall’acqua e dall’aria ad alta temperatura mentre la paglia va sterilizzata”.
La startup che ha una convenzione con circa 20 bar di Potenza “Ogni due giorni raccogliamo 2530 chili di posa. Forniamo noi il bidone per la raccolta ai locali” dopo la coltivazione dei funghi freschi ha un nuovo obiettivo: quello di permettere a tutti di far crescere nell’appartamento i funghi pronti a finire in pentola.”
Il kit per coltivare i funghi in casa
Da novembre 2014 si può infatti acquistare un kit con tanto di istruzioni e vaporizzatore ma soprattutto il caffè con le spore già inoculate alla modica cifra di 6,99 euro. “Abbiamo studiato delle speciaità domestiche in grado di crescere tra i 16 e i 25 gradi. Sono anche carini da tenere in appartamento”. La scatolina si può acquistare online sul sito di Recofunghi. “In questo momento siamo ad Expo e abbiamo avuto un vero boom, vendiamo kit da Caltanissetta a Torino ma siamo alla ricerca di partner che vogliano crescere con noi”.
Daniele e Arianna però non pensano solo al business ma anche alla sostenibilità ambientale delle produzioni agricole. “Se penso alla mia azianda tra 10 anni – conclude Daniele – me la immagino più grande ma anche in grado di dare lavoro a categorie svantaggiate”.