Dal 2013 Samsung ha lanciato la Maestros Academy, un progetto che attraverso promozione e formazione fa incontrare maestri artigiani, studenti e digitale. Ecco il racconto di alcune aziende, e le opportunità per le startup
Da una parte ci sono gli artigiani, la tradizione, le imprese nate e tramandate. Dall’altra i giovani, l’innovazione, le startup, la disruption. Ma sicuri che ci sia un “di qua” e un “di là”? Samsung pensa di no. E per questo ha avviato, nel 2013, la Maestros Academy. Il progetto, attraverso promozione e formazione, fa incontrare maestri artigiani, studenti e digitale. Sia su una piattaforma web (con lezioni online) sia in un corso con i crismi del master (allo IED). Con Samsung pronta a firmare le idee nate dalla miscela.
Come nasce la Maestros Academy
“In Italia i posti di lavoro, specie per i giovani, sono pochi e difficili da trovare. Ma al tempo stesso esistono professioni artigiane di grande tradizione e valore culturale ed economico, che stanno scomparendo per mancanza di ricambio”. Così Francesco Cordani, head of marketing communication di Samsung Italia, racconta la genesi di Maestros Academy.
Il tema di questa edizione aggiunge un elemento. E un hashtag: #artigianipertradizione. Nel 2016, infatti, il progetto vuole racconta le storie di artigiani che hanno imparato il mestiere da padri e nonni.
E che oggi, grazie all’innovazione, sono riusciti a espandere la propria azienda. Perché va bene la mitologia del garage e del self made man. Ma guai a dimenticare le imprese familiari, spesso fonte di competenze e tecnologie.
“Le nuove generazioni hanno il diritto e il dovere di innovare perché consente loro di allargare il business e dare più visibilità al made in Italy”, afferma Cordani. “Innovare, però, non vuole dire distruggere ma dare valore aggiunto a ogni processo e a ogni prodotto”.
Le stampanti 3D per la coppa del mondo
Valentina Losa e Massimo Tartarini sono i due nuovi maestri del 2016. Guidano due imprese familiari (GDE Bertoni e Italjet), ma i loro cognomi vi diranno molto meno dei loro prodotti.
Quando, nel 1970, il Brasile vince la sua terza coppa Rimet, la Fifa promuove un concorso per disegnare e creare un nuovo trofeo. A vincerlo è la GDE Bertoni, con un disegno di Silvio Gazzaniga. “All’inizio – racconta Valentina Losa in un video della Maestros Academy – il disegno prevedeva un pallone. È stato mio nonno Eugenio a volerlo sostituire con il mondo”, dice Valentina Losa. Nasce così quel trofeo che, ogni quattro anni, una nazionale e un Paese intero sollevano al cielo.
È sempre la Bertoni a disegnare e produrre la Coppa Uefa e la Coppa dei Campioni, le medaglie di Roma ’60 e quelle della federazione internazionale di pallavolo. Dal 2010, il testimone è passato alla terza generazione.
“Papà non voleva vedere computer in azienda. Oggi sono fondamentali. Sia per comunicare con clienti e fornitori sia nella progettazione”. Nella sede di Paderno Dugnano i “macchinari che risalgono all’epoca del nonno” saranno presto affiancati da stampanti 3D, già utilizzate per i prototipi ma (per ora) affidate a fornitori esterni. La prossima generazione sarà quella dei nativi digitali: “Mia figlia per il compleanno mi ha chiesto una pressa”.
Dai motori alla bicielettrica connessa
Massimo Tartarini guida (e mai verbo fu più appropriato) l’impresa nata nel 1959. Il nonno Egisto è stato un pilota, ha aperto un concessionario di moto a Bologna. Fino a creare i propri modelli. Tra la fine degli anni ’80 e gli anni ’90, la società puntato sugli scooter, con modelli come Velocifero e Dragster.
Oggi Italjet guarda al green, con bici a pedalata assistita dal look vintage e aperte all’integrazione con i dispositivi digitali. “Internet ha cambiato il nostro modo di lavorare”, spiega Tartarini. Un esempio? “Uno dei nostri designer si è trasferito a Gozo”, un’isola ala largo di Malta, “ma continua a collaborare con noi perché è come se fosse in azienda”. L’innovazione, nei processi e nei prodotti, è accompagnata però da una preoccupazione: perdere alcuni mestieri. “Il nostro maestro filettatore, Gigi, ha 84 anni”.
Se anche gli artigiani sono open innovation
La Samsung Maestros Academy è un veicolo di promozione per il marchio. Ma è anche, a suo modo, una formula di open innovation. Perché cuce rapporti con il tessuto imprenditoriale italiano, dove spesso si annida quella creatività tanto vantata quanto dimenticata.
E apre alle idee dei più giovani, anche attraverso i progetti che escono ogni anno dal master dello IED. Promosso da Samsung, è il primo corso di alta formazione pensato per una nuova figura professionale: quella dell’artigiano digitale.
La miscela, in alcune occasioni, può trasformarsi in prodotto. È il caso della SmartBike, nata dalla collaborazione tra il telaista Giovanni Pelizzoli, e Alice Biotti, studentessa della Mestros Academy. Si tratta di una bicicletta che protegge il ciclista grazie ai dispositivi di sicurezza controllabili da uno smartphone.
Il telaio neutralizza le vibrazioni più dannose, quattro laser segnalano le distanze di sicurezza da rispettare, le luci si accendono con un tap e una telecamera trasforma lo smartphone in uno specchietto retrovisore.
Paolo Fiore
@paolofiore