«Per innovare e trovare soluzioni che impattino su larga scala, migliorando la vita delle persone, è necessario alzare l’asticella della realtà e accettare sfide impossibili». Detto da un astronauta che ha trascorso 313 giorni in una Stazione Spaziale Internazionale, il più longevo per permanenza a livello europeo, c’è da crederci.
È solo un’anticipazione di ciò che l’astronauta Paolo Nespoli racconterà alla Rome Startup Week (19 e 20 settembre al Gazometro di Roma) organizzata da Roma Startup insieme a Orange Media Group, Future4 Comunicazione e The Growth Kitchen. L’obiettivo è di consolidare il posizionamento della Capitale come hub internazionale dell’innovazione, un riferimento baricentrico nel Paese dove far convergere il confronto e le idee sui trend innovativi, riunendo oltre 50 eventi focalizzati su 7 temi verticali strategici.
L’innovazione in Italia è un persistente “Aspettando Godot”: un’attesa speranzosa e infinita. Presidiamo l’ecosistema da spettatori senza esserne i protagonisti. Invochiamo investimenti, ma le risorse sono poche (Raccolti 250 milioni in sei mesi. Calo del 47% sul 2023). Siamo innamorati della Silicon Valley quando basterebbe dare un’occhiata a cosa accade in Francia. Insomma, siamo scesi in campo ma nessuno se n’è ancora accorto. È necessario riepilogare e analizzare lo scenario per capire come invertire l’inerzia di una situazione che comincia a essere stabilmente preoccupante.
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Rome Startup Week è un’opportunità per definire lo stato dell’arte dell’ecosistema dell’innovazione italiana, capirne i punti di forza, le debolezze, cercando ispirazione da personalità di rilievo che grazie all’innovazione sono arrivati più in alto di tutti; talmente in alto da vivere nello spazio per 313 giorni, come l’astronauta Paolo Nespoli: un grande esempio per startupper e imprenditori, giovani e meno giovani, una testimonianza per far decollare le idee e “alzare l’asticella della realtà”.
Dopo aver lasciato le missioni spaziali e il servizio attivo nel 2018, Nespoli ha costituito Astropaolo s.r.l. società attraverso la quale gestisce le sue attività di divulgazione scientifica e consulenza. Inoltre, insegna in un corso di Human Spaceflight and Operations al Politecnico di Milano, sempre con lo sguardo rivolto alle startup e alle imprese più innovative del Paese.
Nespoli, dallo spazio alla Rome Startup Week. Cosa racconterà agli startupper e agli imprenditori?
Per innovare e trovare soluzioni che impattino su larga scala, migliorando la vita delle persone, è necessario alzare l’asticella della realtà e accettare le sfide impossibili. Nella mia carriera diverse volte mi sono imbattuto in problemi enormi che sembravano insormontabili, ma se ci si applica con costanza e si assimilano conoscenze, la complessità si smonta e la nebbia si dirada.
Quali sono i fattori indispensabili all’innovazione applicata alla quotidianità?
Il trasferimento tecnologico è fondamentale. Penso alle missioni spaziali ma anche a tanti altri settori. Si parte dall’alto, ci piace individuare problemi di straordinaria complessità e poi le soluzioni che si trovano vengono calate e adattate ai problemi quotidiani. Questo processo spinge le industrie a risolvere problemi che a loro volta sembravano impossibili. Poi ci sono le persone: senza la collaborazione non si va da nessuna parte.
Tecnologie e confronto dei punti di vista, con differenti competenze…
Bisogna avere fiducia nelle persone, lavorare insieme in ambienti ostili, mettere a fattor comune le intuizioni e le idee. Nel corso della mia carriera quando mi sentivo strano e diverso, trovavo persone altrettanto strane e diverse con le quali condividere i miei stessi stati d’animo e interessi. E poi insieme si riesce a disinnescare la tensione e lo sconforto che si provano davanti a situazioni apparentemente impossibili. I problemi si risolvono così, a tutti i livelli: nello spazio, come in una piccola startup.
A Roma incontrerà ragazze e ragazzi giovani, all’inizio delle loro attività. Cosa può suggerire?
Consiglio di sognare senza farsi condizionare dalla realtà. I giovani sono particolarmente interessanti perché la loro inesperienza può rappresentare un vantaggio: sono privi di preconcetti, non hanno fallimenti alle spalle che potrebbero condizionare l’approccio, ragionano con la testa libera, non si sentono limitati dalle sfide impossibili e possono permettersi di essere un po’ incoscienti.
Se le chiedessero di avviare una startup, cosa risponderebbe?
Mi piace sentirmi coinvolto, seguo le idee di molti giovani che mi appassionano. Non mi è mai mancata la voglia di dare un contributo. Anche io ho alcune idee e sto pensando di svilupparle. In fondo mi sento ancora come quando da bambino sognavo di andare nello spazio e derapare con un rover sulla Luna. Sulla Luna non ci sono andato, ma sono stato più di 300 giorni sulla Stazione Spaziale Internazionale. I sogni impossibili si possono realizzare.