Nel 2016, tra i banchi del Politecnico di Milano, cinque studenti parlavano di intelligenza artificiale. Diversi anni prima che l’argomento diventasse “trendy” e che spopolasse ChatGPT. Quei ragazzi erano Gianluca Maruzzella, Enrico Bertino, Marco Falcone, Andrea Tangredi e Denis Peroni e dalle loro lunghe chiacchierate è nata una piattaforma, indigo.ai, che aiuta le aziende a evolvere la propria customer experience grazie all’intelligenza artificiale, ad avanzati modelli linguistici e a tecnologie di AI generativa. La realtà di Gianluca, Enrico, Marco, Andrea e Denis, che è stata selezionata tra le startup che parteciperanno alla Innovation Call di Unicredit, ha recentemente chiuso un round da 2 milioni e mezzo di euro. L’investimento è stato guidato dal Gruppo Vedrai, che nel 2022 aveva già acquisito il 60% di indigo.ai, con l’obiettivo di supportare lo sviluppo dell’azienda e avviare una collaborazione tra le due realtà. Con il finanziamento, indigo.ai punta a consolidarsi sul mercato italiano, ampliare le proprie soluzioni tecnologiche, rafforzare il modello di vendita e il network con i partner. Abbiamo intercettato il CEO, Gianluca Maruzzella, per capire quali possono essere gli sviluppi futuri della loro impresa.
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Gianluca, attualmente come funziona la piattaforma?
Si tratta di una piattaforma “no-code” che permette a chiunque in azienda – non solo ai data scientist – di sfruttare i modelli più potenti di deep learning e conversational AI per progettare assistenti virtuali (chatbot, voicebot) di ultima generazione. L’obiettivo è quello di permettere alle imprese di aumentare le vendite, migliorare la relazione con gli utenti, efficientare i processi e ottenere insight sulla propria base clienti.
In quali settori la si può utilizzare?
Praticamente in tutti, grazie al fatto che abbiamo reso accessibile l’utilizzo dell’intelligenza artificiale conversazionale anche per le persone meno preparate. Tra i nostri clienti ci sono, ad esempio, Telepass, Bayer, Santander Consumer Bank, Lavazza, Würth Italia, Unobravo e Spiagge.it. E dal 2022 indigo.ai è entrata a far parte del Gruppo Vedrai.
Quando avete capito che avrebbe potuto avere successo?
Abbiamo scommesso e la scommessa è andata a buon fine, fortunatamente. In realtà, ci abbiamo sperato sin da subito, dal primo giorno della sua nascita. Avevamo compreso che stavamo portando una ventata di innovazione in azienda facendo in modo che le imprese potessero sfruttare l’A.I. per il proprio business e la customer experience. Oggi il mondo è molto diverso rispetto al 2016, ci aspettavamo che prima o poi il tema dell’intelligenza artificiale sarebbe stato sulla bocca di tutti ma non sapevamo quando sarebbe successo. Oggi è argomento di discussione delle famiglie a Natale.
Come è cresciuto il team?
Quando siamo partiti eravamo noi 5, adesso siamo in 26. Il nostro primo cliente è stato Bayer, inizialmente ci siamo un po’ spaventati perché dovevamo gestire una serie di cose per un’azienda enorme e dopo tanti tentativi abbiamo capito quale fosse il modo migliore per farlo. Abbiamo iniziato a investire sul prodotto e creato una piattaforma digitale “no-code”. Con ChatGPT, poi è aumentata notevolmente la domanda.
Quali sono i vostri prossimi obiettivi?
Siamo partiti da grandi aziende e adesso puntiamo sulle PMI con un prodotto entry level accessibile. Siamo nella terza fase di crescita della nostra azienda, che è riuscita a superare tanti ostacoli e difficoltà che ci sono stati sin dall’inizio, soprattutto nel cercare di convincere un pubblico non ancora pronto. Abbiamo lavorato tantissimo per rendere più semplice il prodotto e abbiamo spinto tanto sull’immediatezza. Oggi i nostri clienti provengono da industry molto diverse e vogliamo consolidare la nostra posizione sul mercato. Stiamo anche rafforzando il go-to-market e qualche mese fa abbiamo implementato la funzione degli agenti di AI disponibili sulla piattaforma. Non vogliamo che si fermi la ricerca tecnologica, ma vogliamo avere il miglior prodotto possibile di intelligenza artificiale per le aziende. Chiaramente, tutto quello che stiamo facendo non lo possiamo fare da soli e stiamo espandendo il nostro network di partner che ci possono aiutare nel setup, nel customer insight, nell’advertising e nella gestione di altri servizi.
Verso quali mercati siete diretti?
Abbiamo già tanti clienti all’estero ma la nostra sede è a Milano. Non nel brevissimo termine vogliamo internazionalizzarci e guardare all’Europa, soprattutto alla Germania, poi penseremo agli USA e andremo su scala globale.