L’appello ad occuparsi dell’educazione ai social network arriva dalla Camera dei Deputati. Intanto una ricerca di Telefono Azzurro fotografia il fenomeno
Educare ai social media è un’urgenza. Serve al più presto una legge sui processi d’educazione al digitale. L’appello è emerso nei giorni scorsi dal convegno promosso dalla Camera dei Deputati in collaborazione con “Imprese di Talento”, azienda che si occupa di comunicazione e formazione manageriale. Ad interrogarsi sulla questione ora non sono più solo gli esperti e i docenti ma anche i politici che si trovano a dover affrontare alcune emergenze legate al mondo del cyber.
“Molti giovani utilizzano il web con leggerezza, scambiano messaggi, foto, video e li condividono anche con sconosciuti senza alcuna percezione dei rischi. Non servono le proibizioni – ha spiegato Daniele Salvaggio, manager esperto in materia – ma è necessario mettere i ragazzi in condizione di navigare in maniera consapevole, conoscendo sia le potenzialità sia i pericoli della rete. Parlare ai bambini e ai ragazzi spiegando loro cosa sono i social network, come si utilizzano, quali rischi e quali potenzialità possiedono, è importante tanto quanto far capire che occorre darsi delle semplici ma essenziali regole per essere connessi in totale sicurezza”.
Riflessioni che vanno di pari passo con la ricerca presentata in questi giorni da “Telefono Azzurro” sugli adolescenti. Internet nella vita dei ragazzi è soprattutto social media. La quasi totalità del campione (89,7%) preso in considerazione nella ricerca possiede uno smartphone con accesso ad internet: se non avessero un accesso costante, il maggior timore dei ragazzi sarebbe quello di non venire a sapere le cose (33,8%) o di perdersi le news nel mondo (25,4%).
L’89,8% utilizza Whatsapp per rimanere connesso con gli amici: più di 1 su 2 manda più di 50 messaggi al giorno (57,4%). Il social più diffuso rimane Facebook (lo utilizza l’82,3% degli intervistati): i ragazzi vi accedono direttamente dal cellulare (73,6%) e il 22,2% è costantemente connesso. Chi non ha una connessione costante vi accede tutti i giorni più volte al giorno (44,5%). Sebbene il 58,9% abbia accettato l’amicizia dei propri genitori su Facebook, il 44,7% dichiara che sarebbe infastidito se i genitori vedessero ciò che scrive, con percentuali più elevate tra i preadolescenti (51,4% degli 11-14enni vs il 39,4% dei 15-19enni).
Genitori o no, gli amici su FB sono comunque tantissimi: quasi 1 adolescente su 2 (45,9%) ha tra i 250 e i 1000 amici, molti dei quali frequentati al di là della rete. E a proposito dei pericoli che si corrono sul web più dell’85% dei ragazzi intervistati conosce qualcuno che è iscritto al social senza aver compiuto questa età.
Oltre 1 intervistato su 3 (34,9%) conosce più di 20 ragazzi con un profilo Facebook illecitamente aperto. La maggior parte dei ragazzi conoscono il fenomeno del cyberbullismo: l’80,3% ne ha sentito parlare; 2 su 3 (39,2%) conoscono qualcuno che ne è stato vittima, 1 su 10 ne è stato vittima (10,8% degli intervistati; il 9,1% dei ragazzi ed il 12,6% delle ragazze). Al 15,1% del campione è stata rubata l’identità online; il 30,4% degli adolescenti ha postato online qualcosa di cui poi si è pentito: per rimediare il 70,6% ha cancellato il post.