Alle due aziende vanno rispettivamente i premi di Future Unicorn e quello ormai tradizionale per le startup, nella 25sima edizione del premio di EY
Un appuntamento che si rinnova e che di anno in anno certifica un progresso del nostro ecosistema imprenditoriale, anche in chiave startup: anche per questo la 25sima edizione del Premio EY Imprenditore dell’Anno si arricchisce di una nuova categoria e raddoppia i premi assegnati alle nuove imprese. Quest’anno l’ormai tradizionale premio a una startup è andato a Unobravo, che ha registrato un’annata importante per la sua crescita, mentre il nuovo titolo di Future Unicorn è andato a Casavo: a certificare la crescita di una proptech che spera di vedere crescere la sua valutazione anche in ragione di un progresso generale del verticale industriale a livello internazionale.
“La scelta della giuria caduta su Casavo è abbastanza significativa – ha spiegato a StartupItalia Massimiliano Vencellotti, responsabile del Premio EY – In questo momento sul mercato fintech e proptech sono i verticali che raccolgono di più, sono attrattivi per i capitali degli investitori anche esteri, si tratta secondo me di un modello di business che più facilmente è scalabile. Sono settori in qesto momento vincenti: non solo in Italia, anche in Europa. Ma ci sono tante realtà che stanno crescendo bene, e anche quest’anno ci aspettiamo un anno record per la raccolta: finalmente l’Italia si sta riavvicinando ad altri paesi, e sta crescedo anche la misura media degli investimenti”.
“L’obiettivo sarebbe avere uno o più unicorni ogni anno – continua Vencellotti – Solo un paio di mesi fa ne abbiamo avuto uno in Italia: per me una storia particolarmente significativa, perché Satispay nel 2016 era stato in lizza per il premio di migliore startup. Anche per questo abbiamo voluto dare vita al premio Future Unicorn, per creare sempre di più una sorta di continuità tra il mondo startup e quello delle aziende consolidate: i candidati di questa categoria sono ormai tanti, scaleup consolidate, che stanno avendo un successo importante sul mercato. Abbiamo bisogno in Italia di questi futuri unicorni: il nostro obiettivo finale è che presto una di queste imprese possa vincere anche il Premio Imprenditore dell’Anno”.
Cosa fanno Casavo e Unobravo
Chi legge StartupItalia conosce già bene entrambe le realtà premiate quest’anno da EY. Di Casavo avevamo parlato poco più di 3 mesi fa, quando aveva messo a segno un importante round di finanziamento da 100 milioni: una crescita irresistibile iniziata nel 2017, guidata da Giorgio Tinacci in qualità di fondatore e CEO, e che oggi riceve un riconoscimento che è anche auspicio: ovvero che la sua formula dell’Instant Buying, di un nuovo modello di compravendita immobiliare possa a breve superare la soglia psicologica del miliardo di euro di valore per gli investitori.
“Un riconoscimento che fa piacere ricevere, soprattutto per il lavoro eccezionale che ha fatto tutto il team – ha commentato con StartupItalia proprio Giorgio Tinacci, a margine della cerimonia del Premio EY – Penso che però che questa sia una maratona, durante la quale faremo ancora errori: ma ci sentiamo pronti a fare questo salto, soprattutto ci sentiamo pronti a perseguire la nostra visione che punta a cambiare e semplificare il modo in cui le persone comprano e vendono casa. Una visione di lungo periodo, ampia, e che ci ha reso ambiziosi: ma per un buon imprenditore, soprattutto in una fase del mercato come quella attuale, è importante restare focalizzato sulle richieste e le esigenze dei propri clienti”.
La parola imprenditore non è scelta a caso: “Spesso c’è stata una definizione troppo superficiale di startup, quasi giocosa, a livello mediatico: ma la startup è un’azienda, che se sperabilmente ha successo avrà un impatto sul territorio, sulle comunità, sul mercato di riferimento, sulla strategia di innovazione industriale di un Governo e che deve generare profitti e che genera lavoro. Fare startup non è un gioco: ci sono studi autorevoli che dimostrano come le imprese come le startup sono quelle in grado di generare un contributo importante anche al PIL. Non tutti devono fare startup, ma chi lo fa sta facendo impresa seriamente – conclude Tinacci – Le azioni di un Governo devono contribuire a sostenere chi fa questa scelta, non ostacolarlo, anche cercando di assecondare una velocità nel calibrare certe scelte senza restare ingabbiato in un ecosistema di regole troppo rigido”.
Uno sguardo all’internazionalizzazione
Così come Casavo ha potuto beneficiare anche di investimenti di capitale estero, anche Unobravo guarda all’estero: anche questa è una startup che i lettori di StartupItalia conoscono molto bene (era stata premiata dalla community a SIOS20), di fatto abbiamo seguito la crescita di questa nuova impresa quasi fin dalla sua nascita grazie all’intuizione della fondatrice Danila De Stefano. A ritirare il riconoscimento alla serata organizzata da EY c’era la Co-Managing Director Erica Bigi: “Il 2022 è stato un anno bellissimo, di grandissima crescita anche grazie al round che abbiamo chiuso a luglio (ne avevamo parlato qui, Ndr) e che vorremmo questo trend continui e cresca anche nel 2023 – ha spiegato a StartupItalia – La nostra priorità è senz’altro l’internazionalizzazione: siamo in Italia, siamo attivi già in Spagna, e continueremo a investire le nostre energie affinché ci possiamo allargare sempre di più puntando a diventare una piattaforma multilingue e multiculturale”.
Tutto cominciato da un’esigenza personale insoddifatta, quella di poter accedere a una terapia psicologica per cui c’era la domanda e mancava l’offerta: “Danila si è chiesta come facessero tutti coloro i quali erano all’estero come lei ad accedere a questo tipo di servizi: da lì il passo è stato breve”. Così è nato un servizio di terapia e consulenza psicologica a distanza, sfruttando gli strumenti di comunicazione digitali: in anticipo sull’esplosione che call e videoconferenze hanno avuto durante le fasi iniziali dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19, a dimostrazione di un modello di business assolutamente calzante sin dall’esordio.
Per Unobravo si apre ora una fase nuova, come già detto legata all’internazionalizzazione. Ma non solo: “In Italia, rispetto ad altri paesi, il concetto dello stigma verso la terapia è ancora molto presente: per noi è parte fondamentale della nostra missione riuscire ad abbattere questo stigma, un elemento fondante della nostra strategia per la crescita futura ma che ha pure un importante risvolto sociale. Le cose stanno iniziando a cambiare, ma c’è ancora molto da fare”. Infine, una riflessione sull’importanza che ha avuto il digitale nella storia di Unobravo: “La tecnologia ha reso possibile il nostro business model, l’ha reso scalabile: perché l’accesso al dato, l’analisi del dato – conclude Bigi – ci ha permesso di riuscire a crescere molto velocemente”.
Il Premio EY Imprenditore dell’Anno
Non solo startup: alla cerimonia del 25simo anniversario dalla nascita di questo premio il riconoscimento più ambito è andato a Matteo Bruno Lunelli, Amministratore Delegato del Gruppo Lunelli, scelto come come Vincitore Nazionale. Katia Da Ros, Executive Vice President di Irinox S.p.a., è stata invece scelta quale vincitrice della categoria Family Business, mentre Dominga Cotarella di Famiglia Cotarella S.r.l. grazie al progetto Intrecci ha ricevuto il Premio Speciale EY Made in Italy.
I vincitori delle altre 7 categorie sono: Patrizio, Maria Luisa e Marco Podini (MD S.p.a.) in Consumer & Retail; Fabio Campagnolo (F.lli Campagnolo S.p.a.) in Fashion & Design; Carlo, Emanuele, Eugenio e Riccardo Preve (Riso Gallo S.p.a.) in Food & Beverage; Gregorio Gavarone (Rimorchiatori Riuniti S.p.a.) in Logistic & Mobility; infine, Carmelo Giuffré (Irritec S.p.a.) vincitore della categoria Manufacturing.