Gianluca Galgano, Startup and Venture Capital Leader, EY: “Il risultato del 2022 è stato favorito dalla presenza di numerosi maxi-round, con una crescita degli investimenti di oltre il 50% rispetto al 2021”
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L’anno appena terminato sarà ricordato per la sua complessità, conseguenza di avvenimenti che hanno influenzato negativamente la situazione economica a livello globale e nazionale. Dalla fase di ripresa post pandemica, in cui diversi indicatori economici erano tornati positivi e facevano presagire a una decisa crescita, siamo stati catapultati nella crisi geopolitica legata al conflitto Russia-Ucraina, che ha complicato nuovamente lo scenario internazionale.
Tuttavia, per il Venture Capital in Italia si tratta di un anno record con investimenti per oltre 2 miliardi di euro. Il dato emerge dall’EY Venture Capital Barometer 2022, studio annuale di Ey che analizza l’andamento degli investimenti di venture capital nelle startup e scaleup italiane.
Gli investimenti in venture capital in Italia nel 2022 hanno raggiunto e superato il traguardo dei due miliardi di euro. Con una raccolta di 2,080 miliardi, le startup e scaleup italiane segnano un +67,3% rispetto al 1,243 miliardi del 2021, in controtendenza rispetto a ecosistemi più maturi in Europa, come Regno Unito e Germania, dove i volumi investiti sono rimasti stabili. E’ quanto emerge dall’EY Venture Capital Barometer, studio annuale della società di consulenza che analizza il mercato. Gianluca Galgano, Startup and Venture Capital Leader, EY in Italia, ha evidenziato come “il risultato del 2022 è stato favorito dalla presenza di numerosi maxi-round, ovvero singole operazioni di raccolta superiori ai 100 milioni di euro che hanno visto l’interesse di molti investitori internazionali, i cui capitali rappresentano circa il 40% della raccolta complessiva, con una crescita degli investimenti di oltre il 50% rispetto al 2021”.
La crescita dei volumi investiti
Il dato più rilevante da mettere in evidenza è la crescita dei volumi investiti. Se già il 2021 aveva segnato il superamento di una prima milestone, rappresentata da quota 1 miliardo di euro di investimento, l’anno appena concluso ha visto raggiungere la soglia dei due miliardi di euro raccolti dalle nostre startup e scaleup (2,080 miliardi di euro, +67,3% rispetto ai 1,243 miliardi di euro dell’anno precedente). Un traguardo raggiunto proprio a dieci anni dall’entrata in vigore dello Startup Act del 2012, che segna un andamento in controtendenza rispetto agli ecosistemi più maturi in Europa, come Regno Unito e Germania, dove i volumi investiti sono rimasti sostanzialmente in linea con l’anno precedente.
I settori guida degli investimenti
Dal punto di vista settoriale, di grande interesse per gli investitori, si posiziona in testa alla classifica il settore Fintech con 712 milioni di euro raccolti grazie ad alcuni dei round più di successo dell’anno quali Satispay e Scalapay. A seguire il comparto Energy & Recycling con circa 346 milioni di euro raccolti, rappresentati quasi interamente da Newcleo. Al terzo e quarto posto, Health & Life Sciences e Proptech, rispettivamente con 284 e 172 milioni di euro. In ultima posizione, in netto calo rispetto allo scorso anno per valore degli investimenti, il comparto Foodtech con 119 milioni di euro.
Le cinque operazioni che nel corso del 2022 hanno raccolto i finanziamenti più consistenti in capitale proprio sono quelle che hanno interessato: Satispay (che nel corso dell’anno ha raccolto 320 milioni di euro); Newcleo (con un investimento pari a 300 milioni di euro); Scalapay (che nel 2022 ha chiuso due round per un totale di 215 milioni di euro); Casavo (finanziata per 100 milioni di euro in equity, oltre ad una consistente quota attraverso linee di credito); Medical Microinstruments – MMI (con un investimento di 72 milioni di euro).
Come abbiamo raccontato nel Paper 2022 di StartupItalia.
Le regioni capofila degli investimenti
A livello geografico la Lombardia si conferma il terreno più fertile e promettente per le startup italiane, sia per numero di operazioni (166) sia per capitali raccolti dalle proprie imprese (più del 50% della raccolta totale).
Tra le regioni che hanno attratto maggiori investimenti Piemonte, Veneto, Toscana e Lazio; meno rassicuranti in generale i dati del Sud e Centro Italia, dove a fronte di un’elevata presenza di società innovative (rispettivamente il 26% e il 21% delle startup e Pmi italiane) si ravvisa una carenza di potenziali investitori.
Italia indietro rispetto alle grandi economie europee
Il balzo del mercato italiano non sposta però gli equilibri internazionali. Lo stesso report di Ey posiziona l’Italia all’ultimo posto tra i principali mercati europei: con i 2,1 miliardi di euro, è dietro la Spagna che sale a 2,9 miliardi, la Germania a 10,1 miliardi, la Francia a 12,9 e il Regno Unito a 24,7 miliardi di euro. A livello pro capite, in Italia l’investimento medio è di 35 euro contro i 61 euro della Spagna e 150 euro di Francia e Germania. Lontanissimo il Regno Unito dove si spendono a testa 369 euro.
“Siamo ancora lontani dai benchmark internazionali in termini di volumi investiti, ma si conferma il trend positivo registrato negli ultimi anni. Ci aspettiamo che il Corporate Venture Capital assuma una maggiore rilevanza, ponendosi come ulteriore modello di ricerca e innovazione, a servizio e supporto del processo di crescita del nostro Paese”, ha detto Marco Daviddi, Strategy & Transactions Markets Leader Europe West di EY.