L’emergenza è nota, ma forse non ci si rende conto della magnitudo. Quanta acqua si spreca? «La stima annuale, soltanto in Puglia, è di 810 milioni di metri cubi di acqua irrigua. Come se ogni cittadino rinunciasse a 560 litri d’acqua. Per non parlare di quanto si spreca quella potabile». Gianluca Nardone, Direttore del Dipartimento Agricoltura, sviluppo rurale ed ambientale di Regione Puglia, ci ha aiutato a inquadrare il fenomeno, notando le criticità, ma anche le molteplici occasioni di intervento. Per migliorare le cose. Per individuare le soluzioni più innovative è stato lanciato “SETE: 100 idee per cambiare il mondo”, progetto ideato per rendere più efficiente e sostenibile l’intera filiera dell’acqua. Le application alla call sono aperte fino al 28 ottobre.
“SETE: 100 idee per cambiare il mondo”: candida il tuo progetto
Puglia: i numeri dell’agricoltura
Partiamo dai dati: se si parla di agricoltura qual è lo scenario in Puglia? «Vale circa il 4% del Pil regionale. Sembrerebbe limitato, ma se consideriamo il comparto agroalimentare il sistema pesa il 24% del Pil. E con l’indotto turistico arriveremmo a una cifra maggiore». Questo per dire che il settore primario parla con tanti altri verticali. E in termini di numero di aziende? «Ci sono 68mila imprese agricole in Puglia e negli ultimi sei anni abbiamo registrato l’ingresso di 1800 nuovi agricoltori. Il ricambio generazionale è fondamentale».
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Ci sono ambiti in cui innovare è più complesso che altrove. Nardone lo spiega in questo modo: «Un mercato attrattivo tende a innovare di più, ma l’agricoltura ha un problema: chi ci lavora è un price taker, subisce il prezzo. C’è una dottrina secondo cui le innovazioni vengono spinte da meccanica, genetica, chimica e da industria 4.0». Ma non è tutto. «L’agricoltore ha un’età media maggiore e una minore propensione a innovare. Gioca non poco la questione legata alla dimensione dell’azienda. È molto diverso dalla logica delle startup».
Obiettivo agritech: di più con meno
Secondo Nardone l’approccio del settore non è affatto disinteressato alle possibili innovazioni. «L’agricoltore vorrebbe sistemi produttivi tali da produrre di più consumando meno. Come si fa? Oggi con i sistemi i monitoraggio in campo e curve matematiche che simulano la crescita delle colture si può definire, ad esempio, il corretto fabbisogno d’acqua». Il contributo dell’AI in questo verticale non è secondario. «Potremmo avere tutta una serie di dati ed elementi per fornire supporto agli agricoltori, come le mappe dei suoli».
L’agricoltore va inoltre inteso come utente finale di una soluzione agritech. «Che si costruiscano invasi o desalinizzatori, c’è bisogno di maggiore efficienza». L’interesse da parte degli investitori mira a trovare innovazioni digitali, che rendano il mestiere più efficiente, comodo e consapevole di quel che accade sul campo. Uno dei round recenti più importanti per una realtà europea riguarda xFarm Technologies, che ha chiuso un aumento di capitale da 36 milioni di euro.
«Se penso a SETE – conclude Nardone – mi viene in mente uno dei temi centrali dell’industria alimentare del prossimo decennio: il food waste. Oggi si stima che il 30% del cibo vada sprecato. Vale lo stesso per l’acqua. Dovrebbero nascere pure realtà per favorire il risparmio d’acqua. Si tratta del bisogno primario».
“SETE: 100 idee per cambiare il mondo” è un progetto realizzato da StartupItalia in collaborazione con Regione Puglia, Acquedotto Pugliese (AQP) e l’Ufficio italiano per la Promozione Tecnologica e degli Investimenti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale (UNIDO ITPO Italy), inserito nell’ambito delle politiche di coesione e nella strategia di #mareAsinistra volta alla valorizzazione dei talenti in Puglia, attraverso le opportunità dal Programma Regionale Puglia FESR-FSE+ 2021-2027.