Milanese, classe 1998, star su TikTok. La content creator ci racconta il suo prossimo progetto Skillz, programma da oggi in streaming su RaiPlay con dieci puntate sui lavori e sulle competenze del futuro. L’iniziativa è realizzata con il Fondo per la Repubblica Digitale
«Se nella stanza sei il più bravo, forse sei nella stanza sbagliata. Non ricordo dove l’ho letta, ma penso sia una frase molto giusta». Martina Socrate, 25 anni, fa la content creator su TikTok e Instagram e da poco prima della pandemia ha trasformato la passione per i video caricati online in una professione. Lavoro che non è frutto di un fortunato video che va virale, ma di una costanza e di un dietro le quinte che in molti si rifiutano di vedere. Martina Socrate è anche la conduttrice del programma Skillz, disponibile da oggi (10 gennaio) in streaming su Rai Play, e realizzato in collaborazione con il Fondo per la Repubblica Digitale. Francesco Profumo, vicepresidente, è stato sul palco di SIOS23 Intelligenze lo scorso 21 dicembre insieme proprio a Martina Socrate (qui trovate il video integrale del panel) per parlare di competenze e sfide per il mondo del lavoro. Discorso che abbiamo proseguito con la content creator proprio per capire come si sta evolvendo il suo mestiere.
Un mestiere, anzitutto
Per chi non la conoscesse, Martina Socrate vive a Milano e si sta laureando in Mediazione linguistica. Dal 2019 ha iniziato il lavoro da content creator. «A tempo pieno», così lo descrive rendendo bene l’idea dell’impegno richiesto per stare sui social con contenuti originali. L’economia che ruota intorno agli influencer è cambiata nel corso degli anni, ma il percepito da parte dell’opinione pubblica è che non si tratti tanto di un lavoro come gli altri, bensì di un qualcosa dove il fattore “c”, alla fine, è l’unico che conterebbe. Da lì ne derivano l’invidia e il livore contro questi personaggi. Pubblichi il video che va virale ed è fatta? «La differenza tra chi è fortunato e chi ha successo sta nel come cavalchi l’onda. Il video virale a cui non segue un progetto non porta a nulla. Si dice: potrei farlo anche io. Io rispondo: fallo, allora. I social sono un mondo aperto a tutti».
Il problema, o meglio, la sfida sta nel capire come muoversi dopo che arriva la scarica di adrenalina frutto di un isolato video che fa incetta di like, commenti e condivisioni. «La viralità è una cosa imprevedibile che può arrivare a chiunque. È semplice, mi verrebbe da dire, soprattutto su TikTok. Quello che è difficile è trovare la propria direzione, il proprio tone of voice». Ecco allora che la selezione diventa spietata, sia perché è l’algoritmo a decidere, ma anche perché il pubblico premia spesso i migliori. Nel corso delle dieci puntate di Skillz Martina Socrate ha girato l’Italia incontrando colleghi ed esperti per parlare proprio di competenze e nuovi lavori. Dalla robotica all’intelligenza artificiale, il programma è pensato per offrire spunti di riflessione per intercettare i grandi cambiamenti. Se è vero che molti dei lavori che riempiranno le bacheche LinkedIn fra dieci anni (forse meno?) oggi ancora non esistono, come dovremmo muoverci?
Martina Socrate e Skillz
La ricetta facile non esiste – e guai comunque a seguirla. E per giunta in alcuni lavori come quello del content creator non esistono neppure libri delle istruzioni. «Fino a dieci anni fa non c’erano gli influencer, o quantomeno si era all’inizio. Non ci sono regole o procedure e le skill richieste sono creatività, gestione strategica del tempo e team work. Diventa sempre più serio questo lavoro e avere al tuo fianco le persone giuste fa la differenza». A seguire Martina Socrate c’è un gruppo di una decina di professionisti, tra i quali lei inserisce anche il fratello Matteo, più piccolo di qualche anno, quel tanto che basta per aver un ruolo fondamentale. «Mi aiuta ad avere il termometro rispetto a quel che accade sui social». In un Paese che storicamente fatica a lasciare spazio ai giovani, Martina Socrate crede che la chiave per il cambiamento stia proprio lì.
«Se dovessi far nascere un’azienda attorno a questo lavoro assumerei persone giovanissime, perché loro abitano sui social». Provocazione? Neanche tanto a giudicare dal percorso di alcuni ex ventenni che hanno cambiato il mondo fondando startup oggi divenute Big Tech. Skillz è un programma rivolto ai giovani, ma non solo. «Lo consiglierei a tutti, perché vuole essere utile. Impari qualcosa guardandolo, ci si diverte, parliamo di robot, di fisica, di sport e di comunicazione». Immancabile il tema dell’intelligenza artificiale, tecnologia che – parlando proprio di lavori – sembra destinata a spazzarne via parecchi. Internet, del resto, non ha fatto lo stesso nei decenni scorsi? Ma non bisogna averne paura a prescindere. «Per le prime puntate siamo stati all’Istituto Italiano di Tecnologia a Genova e abbiamo avuto a che fare con un robot incredibile. La domanda è: dobbiamo preoccuparci? Le risposte, lo ammetto, mi hanno confortata».