Il nostro viaggio del martedì alla scoperta delle startup che si occupano di autenticazione digitale prosegue con questa terza e ultima puntata. Protagoniste alcune delle realtà di cui ci aveva parlato Giorgia Dragoni, direttrice dell’Osservatorio Digital Identity del Politecnico di Milano, che si occupano di identità digitale attraverso tecnologie sempre più all’avanguardia.
Tra queste: la biometria, la firma elettronica, il riconoscimento iris-based, la firma digitale. A raccontarci le loro storie sono Giorgio Ennas, CEO di Biomeye, Ugo Chirico, founder di Cyberneid e Giulio Coluccia, CEO di Toothpic.
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Smartphone custode dell’identità
Nata all’interno del Politecnico di Torino, Toothpic utilizza la camera degli smartphone per rendere le identità digitali non clonabili, sfruttando le caratteristiche dei sensori. «Quando ci siamo resi conto che questa idea poteva avere riscontro sul mercato, abbiamo iniziato il trasferimento tecnologico e la progettazione. Grazie ad alcuni fondi europei, abbiamo fondato l’azienda a dicembre 2016 con sede a Torino – spiega Giulio Coluccia, CEO di Toothpic – Nel 2018 siamo stati il primo progetto finanziato da Itatech e CDP Venture Capital nell’ambito di startup che provenivano dalla ricerca pubblica. Siamo nati come azienda e abbiamo iniziato a sviluppare la nostra tecnologia cercando di declinarla in sistemi già esistenti».
In particolare, Toothpic, con 4 brevetti internazionali, opera nei settori bancario, aziendale, finanziario, assicurativo, della pubblica amministrazione, sanitario, dei media e della difesa. «Abbiamo lanciato un secondo round di finanziamento nel 2020 dopo averne chiuso uno nel 2018 e, complessivamente, abbiamo raggiungento investimenti per 1 milione e 600mila euro. Inizialmente ci siamo rivolti al mercato italiano e poi abbiamo cercato di acquisire clienti all’estero. La nostra tecnologia è trasversale e puntiamo sulla nascita di partnership con provider tech che siano interessati ai nostri servizi», spiega il CEO. Recentemente ToothPic ha lanciato Passkey Provider, un’app per Android 14+ che rende l’accesso più sicuro e semplice tramite passkey. ToothPic garantisce sicurezza, credenziali non clonabili, semplicità d’uso, facilità d’integrazione e scalabilità. Ma che cosa è cambiato per Toothpic dopo il lancio di IT Wallet? «Si tratta di un grande passo in avanti che va nella stessa direzione in cui va la nostra tecnologia e che vede al centro lo smartphone come custode della nostra identità digitale – conclude Giulio – In questo caso è fondamentale che quell’accesso sia fatto nel modo più corretto possibile e noi guardiamo proprio in questa direzione. In questo segmento di mercato ci sono pochi italiani mentre all’estero c’è una sensibilità maggiore al tema e più opportunità, per noi, di trovare il giusto partner».
Biometria e autenticazione iris-based
Fondata nel 2022 con l’obiettivo di sviluppare tecnologie di biometria contactless basate sull’intelligenza artificiale, le soluzioni di Biomeye nascono per garantire la sicurezza dei clienti in modo innovativo abilitando servizi per il mondo offline come gli accessi e i pagamenti digitali biometrici, principalmente tramite riconoscimento oculare a distanza. «La nostra tecnologia è trasversale: sviluppiamo soluzioni di neuromarketing per la customer analytics che includono l’analisi delle emozioni, dello stress, dell’attenzione e del coinvolgimento aiutando le aziende a ottimizzare le strategie e massimizzare il ROI», spiega Giorgio Ennas, CEO di Biomeye.
Con headquarter a Milano e uffici a Bologna e Cagliari, Biomeye permette l’accesso ai servizi tramite un wallet biometrico, facilitando l’adozione di nuove soluzioni tecnologiche anche attraverso la semplificazione di processi. «Puntiamo a ridurre il carico cognitivo degli utenti e migliorare, complessivamente, l’esperienza d’acquisto», racconta Giorgio. Per Biomeye l’introduzione dell’IT Wallet rappresenta un passo avanti per l’abilitazione proprio degli strumenti su cui si focalizza come, ad esempio, la firma dei contratti e i pagamenti biometrici. «È utile nell’abilitazione rapida e non invasiva ai servizi, garantendo la possibilità di unire più strumenti in un unico “wallet”. Così permette di aumentare l’interoperabilità e favorire l’adozione di nuove soluzioni tecnologiche che semplificano i processi, riducono il carico cognitivo degli utenti e migliorano l’esperienza fisica complessiva, rendendola fluida e sicura», spiega Giorgio che, assieme al suo team composto da circa una decina di persone, collabora anche con università e centri di ricerca per migliorare costantemente la propria tecnologia. «Il team è in continua espansione e, dopo esserci aggiudicati il Premio America Innovazione 2024 ed essere entrati a far parte di due prestigiosi ecosistemi come Sellalab e Le Village by Crédit Agricole, siamo adesso alla ricerca di aziende che condividano questi valori con noi e non escludiamo, in futuro, la possibilità di lavorare anche a stretto contatto con le pubbliche amministrazioni», conclude il CEO.
Un occhiolino per farsi riconoscere
Specializzata in intelligenza artificiale, identità elettronica e tecnologie blockchain, Cyberneid lavora sull’identità elettronica, tra cui la firma digitale. «La firma digitale viene richiesta per un’innumerevole serie di servizi – racconta Ugo Chirico, co-founder di Cyberneid – In particolare, noi ci stiamo concentrando sull’identità elettronica riusabile (ndr “la
capacità di utilizzare un’unica identità digitale per accedere a vari servizi online senza la necessità di creare nuovi account o di fornire ripetutamente informazioni personali”) volta al risparmio dei processi con il risparmio di CO2. Un’idea che abbiamo portato avanti dopo la nascita della startup nel 2019 e dopo che siamo partiti con le prime soluzioni di identity proofing per il riconoscimento biometrico e il passaporto elettronico. In questo modo garantiamo al cittadino la propria identità, contrastando eventuali furti e falsificazioni dei documenti. Per fare tutto questo, utilizziamo l’AI. Quando siamo partiti non avevamo molti competitor: oltre a noi, un’azienda belga».
Con sede a Napoli, il team di Cyberneid conta 9 persone che si occupano dello sviluppo di queste soluzioni full time a 4 part-time. «Abbiamo sviluppato il nostro identity wallet condiviso con l’Istituto Poligrafico, che si è occupato in prima persona di IT Wallet. Questo sistema è istituzionale e utile negli scambi tra la pubblica amministrazione e il cittadino, ma diventa difficile usarlo in ambito corporate ed enterprise. In questa direzione, abbiamo sviluppato un wallet equivalente che abbiamo anche esteso sulla blockchain con token e NFT non trasferibili usati come attributi per l’identità elettronica. Due anni fa, quando siamo partiti col progetto, abbiamo vinto la call for proposal lanciata dalla Banca d’Italia, che ci ha dato un grande aiuto da un punto di vista normativo sulla Gdpr e in ambito bancario». Nel portfolio di Cyberneid c’è anche Wink&Go, una soluzione di accesso che, basandosi sulla registrazione biometrica del volto, permette, agli utenti autorizzati, di accedere in modo rapido e sicuro a sedi aziendali o private con un occhiolino rivolto alla telecamera. «L’occhiolino serve come autorizzazione al trattamento del mio dato biometrico. In questo modo, il sistema riconosce l’identità e mi fa entrare. Si tratta di un login keyless che abbiamo lanciato l’anno scorso e che abbiamo sviluppato sulla base di un’idea che assomiglia al “tap and go” utilizzato nelle metropolitane», conclude il CEO.