Accade alla scuola “Diaz” di Ponte a Mensola. In Italia solo il 10% delle nostre scuole primarie e il 23% di quelle secondarie è connesso ad Internet
“Quando si ha il pane non si hanno i denti, quando si hanno i denti non si ha il pane”. E’ proprio il caso di citare questo antico proverbio a proposito di quanto sta accadendo alla scuola “Diaz” di Ponte a Mensola. L’istituto ha vinto un bando di dieci mila euro per l’acquisto di tablet e lavagne multimediali. Una bella notizia. Almeno all’apparenza. Qualcuno starà già pensando al classico problema italiano dei soldi che non arrivano. No, nulla di tutto ciò. All’istituto comprensivo i dieci mila euro sono arrivati, puntuali a giugno dello scorso anno. Un bell’investimento che fa parte del progetto “Classe 2.0”.
Una soddisfazione per gli insegnanti, il dirigente ma soprattutto per i genitori che speravano di avere lezioni digitali al più presto. Ma qualcosa non funziona. A ottobre vengono ordinati i tablet e le lavagne interattive. Un mese dopo vengono consegnate alla scuola. Tutto come previsto. Ma manca qualcosa di essenziale: cablaggio e rete wi-fi. Non che non sia stato fatto niente: tra settembre e ottobre ci sono stati alcuni sopralluoghi da parte dei tecnici comunali, forse perché la scuola ha sollecitato più volte la rete w-ifi, ma sono arrivati prima gli strumenti della Rete.
Addio al progetto “Classe 2.0”: i bambini della prima elementare che avrebbero dovuto imparare a leggere e scrivere con il tablet si sono dovuti rassegnare ad usare ancora libro, quaderno e letterine appese al muro. “La settimana scorsa – conferma la vice preside Francesca Simonati – si è proceduto al cablaggio ma per ora non possiamo ancora usare i tablet. Avevamo scommesso su questo progetto d’insegnare a leggere e a scrivere in maniera digitale ma dovremo accontentarci di fare altro con i bambini”.
Un problema noto all’amministrazione comunale e alla politica. Sul quotidiano “La Nazione” l’assessore all’istruzione Cristina Giachi spiega: «Conosciamo bene il problema, che peraltro non è solo della Diaz. Ci stiamo attivando per risolverlo. Ma non è facile come potrebbe sembrare: sono diverse le scuole fiorentine che hanno vinto quel bando e questo non può che essere motivo di soddisfazione, ma al tempo stesso vanno reperiti i fondi per le relative connessioni internet, tenendo presenti i limiti imposti dalla legge di stabilità.
Cablaggio e reti wifi sono fra i nostri obiettivi ma questo finanziamento ministeriale ci obbliga a modificare i piani, siamo costretti a rincorrere». Il problema non esiste solo a Ponte Mensola. Bandi di questo genere mettono in difficoltà le scuole. Ad oggi, come ribadito anche nella “Buona Scuola” solo il 10% delle nostre scuole primarie e il 23% di quelle secondarie è connesso ad Internet con rete veloce. Le altre sono collegate a velocità medio bassa ma con situazioni molto differenziate e spesso sufficienti a mettere in rete solo l’ufficio di segreteria o il laboratorio tecnologico.
Quasi in una scuola su due la connessione non raggiunge le classi e quindi non permette quell’innovazione didattica che la Rete può abilitare. E’ chiaro che abbiamo urgentemente bisogno di creare le infrastrutture digitali per poter rendere utile l’uso degli strumenti informatici.
Non serve a nulla una scuola che pensa di superare il problema della dotazione informatica con la modalità BYOD (Bring Your Own Device, se non c’è la connessione. Il Miur ha annunciato nel documento “La Buona Scuola” il rifinanziamento di un bando per il wi-fi nelle scuole per il 2015 /2016 per un totale di circa 15 milioni di euro. La connessione continua ad essere uno dei problemi principali per la scuola italiana.