Un’iniziativa voluta da Medtronic Italia che punta all’innvoazione in ambito biotecnologico: “Dobbiamo fare squadra e chiedere supporto anche alla politica per fare in modo di creare valore in una filiera che interessa tutta la popolazione”
Collaborazione. È questa la parola d’ordine per fare crescere le Life science in Italia. Open innovation e cooperazione tra pubblico e privato sono le chiavi per far sì che Medtech e Biotech crescano e facciano dell’Italia non solo un Paese con una forte tradizione e ricerca in questi ambiti, ma anche un pioniere del futuro.
Proprio la collaborazione e il dialogo sono stati gli obiettivi di Hack for med, una delle iniziative che porta opportunità all’innovazione delle Life science in Italia. “Opportunità che sono mancate per anni ma che ora si stanno moltiplicando. Occasioni di incontro tra grande aziende, startup innovative, ricerca e investor. Tutti i protegonisti del comparto, insomma”, dice Michele Perrino, amministratore delegato di Medtronic Italia e fondatore dell’iniziativa e della piattaforma in grado di far convergere in un unico luogo le migliori competenze che faranno dell’Italia un’eccellenza della nuova medicina. “Dobbiamo fare squadra – aggiunge – e chiedere supporto anche alla politica per fare in modo di creare valore in una filiera che interessa tutta la popolazione”.
A lavorare con grandi aziende come Medtronic devono essere anche la ricerca e l’università: “La grande impresa ci dà un contributo fondamentale per portare la ricerca sulla giusta strada e la finanza ad investire più facilmente perché sa che c’è già uno sbocco sul mercato”, commenta Alessandro Sannino, dell’Università del Salento dove è stato recentemente inaugurato un nuovo laboratorio per l’innovazione nel settore healthcare, il Salento Biomedical District, progetto frutto della collaborazione tra Università e Medtronic Italia, a cui partecipano anche l’Istituto di nanotecnologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr Nanotec) e il Cbn (Center for biomolecular nanotechnologies) dell’Istituto Italiano di tecnologia e che sviluppa la cultura biotecnologica mettendo a fattor comune le esperienze accademiche e industriali per la creazione di valore nel settore healthcare.
Opportunità che nascono da una visione comune
Le istituzioni si stanno muovendo e alcuni territori, come la Lombardia e l’Emilia Romagna, sono foriere di best practice che favoriscono il trasferimento tecnologico, l’incontro tra gli attori del sistema e politiche economiche che attirino capitali. Quello che ancora manca, probabilmente, è una visione di sistema.
A testimoniare l’esperienza di chi innova il settore è stata Alessandra Nicolosi, co-founder della startup M2test che ha sviluppato un nuovo test per la valutazione per la diagnosi e il monitoraggio della fragilità ossea, coperto da brevetti: “In Italia ci sono opportunità – commenta – infatti noi stiamo collaborando con diverse strutture sanitarie. Uno dei problemi più grandi che abbiamo è la resistenza da parte dei medici nell’accettazione del cambiamento. Lato investimenti, invece, ci dovrebbe essere più comunicazione tra investitori e pratica clinica”.
È dunque importante, anche a detta di chi l’ha già fatto, come Sellalab nel Fintech, costruire un ecosistema fattivo che favorisca conoscenza del settore e comunicazione tra gli stakeholder.
Potete rivedere qui l’incontro: