Google ha perso una causa antitrust negli Stati Uniti. Nella sentenza si evidenzia l’attività illegale da parte della Big Tech per mantenere il proprio monopolio sulla ricerca online e non solo. La multinazionale guidata da Sunder Pichai ora farà appello. Secondo il giudice Amit P. Mehta avrebbe infatti costruito il proprio dominio sul web pagando miliardi di dollari a società come Apple affinché installassero di default il suo motore di ricerca come browser standard. «Google è un monopolista e ha agito come tale per mantenere il proprio monopolio» si legge nella sentenza.
Quanto paga Google per essere il motore di ricerca di default?
In effetti, come si legge su TechCrunch, soltanto nel 2021 la Big Tech ha pagato 26 miliardi di dollari per garantirsi questa posizione di default sui sistemi iOS e Android. Tale situazione, secondo l’accusa, ha messo in ginocchio la concorrenza. La condanna antitrust per Google rappresenta un passaggio potenzialmente storico, secondo alcuni esperti destinato a influenzare altre cause analoghe riguardanti giganti del settore digitale.
Nello stesso procedimento Google è stato accusato anche di aver costruito un monopolio sul text advertising. La corte ha rilevato che la multinazionale ha violato la sezione 2 dello Sherman Act, che vieta i monopoli. La società di Mountain View sta affrontando come tante altre la transizione verso modelli di intelligenza artificiale: l’emergere di OpenAI (finanziata da Microsoft) potrebbe aver preoccupato Big G.
Intanto Donald Trump ha deciso di prendere di mira la società, minacciando addirittura di farla chiudere. Il candidato repubblicano ha lamentato il fatto che, dopo essere scampato all’attentato a Butler, nessuno da Mountain View lo ha contattato per esprimergli solidarietà. Oltre a questo c’è anche l’accusa al motore di ricerca di influenzare le elezioni proponendo contenuti e notizie che influenzerebbero l’opinione pubblica.