Almeno 200 dipendenti di DeepMind, la divisione di ricerca e sviluppo di Google sull’intelligenza artificiale sono scontenti dei propri contratti e, secondo il Time, a maggio avrebbero fatto circolare una lettera interna di protesta nella quale dicono di essere preoccupati per “i contratti di Google con le organizzazioni militari”, citando alcuni contratti per la fornitura di servizi di intelligenza artificiale e cloud computing all’esercito israeliano. Contemporaneamente, big G è al centro di un altra controversia sulle pubblicità indirizzate ai minori.
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Che cosa contestano i dipendenti di Google?
«Qualsiasi coinvolgimento con la produzione militare e di armi ha un impatto sulla nostra posizione di leader nell’intelligenza artificiale etica e responsabile e va contro la nostra dichiarazione di intenti e i principi dichiarati dell’intelligenza artificiale», si legge in un estratto della lettera pubblicato su TechCrunch. Sebbene rappresenti una parte relativamente piccola dello staff dell’organizzazione, Google aveva promesso che non avrebbe mai utilizzato DeepMind, acquisita nel 2014, per scopi militari o di sorveglianza.
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Perché Google è finita al centro di un’inchiesta di Adweek?
Secondo un’inchiesta di Adweek, i rappresentanti commerciali di Google avrebbero continuato a fornire agli inserzionisti consigli su come raggiungere gli adolescenti, nonostante la politica ufficiale dell’azienda vieti la pubblicità mirata agli utenti di età inferiore ai 18 anni. La pratica potrebbe sollevare preoccupazioni in relazione al Children’s Online Privacy Protection Act, che non consente la raccolta di informazioni personali su minori di 13 anni senza il consenso dei genitori. Inoltre, una versione aggiornata della legge, in attesa di approvazione alla Camera, vieterebbe la pubblicità mirata ai minori di 17 anni.
La replica di Google
In risposta alle accuse, un portavoce di Google, Jacel Booth, ha ribadito che l’azienda «vieta rigorosamente la personalizzazione degli annunci per i minori di 18 anni, punto e basta». E ha aggiunto che Google prenderà «ulteriori provvedimenti con i rappresentanti commerciali per ribadire che non devono aiutare agenzie o inserzionisti a cercare di aggirare le nostre politiche».
La notizia arriva dopo che Google si trova anche a dover affrontare una nuova sfida legale per la privacy degli utenti di Chrome con l’accusa di aver raccolto dati degli utenti senza esplicito consenso.