Cosmetica 4.0: dal 2018 il giovanissimo ha realizzato e spedito oltre 55 mila prodotti personalizzati, per un fatturato complessivo di 1 milione di euro nel suo primo anno. Ora un passo in più: per rendere il processo sempre più ad alta tecnologia
Tra bracci robotici, automatizzazione, intelligenza artificiale e algoritmi, la rivoluzione di Shampora è iniziata nel mese di agosto e punta ai grandi numeri. L’azienda, nata a Roma da due anni dove crea prodotti per capelli personalizzati, ora mette il piede sull’acceleratore per rispondere alle richieste dei clienti, aumentate in modo esponenziale durante il lockdown. Lo spirito del “pezzo unico su misura” resta ben saldo sulla sua mission, ma Shampora ha deciso di abbandonare la sua bottega di 70mq per uno stabilimento di 1000mq che le permetta di aumentare la capacità produttiva e affidare ai robot anche le fasi più delicate del processo.
“I passaggi dedicati alla personalizzazione erano semi-manuali, in particolare l’aggiunta degli ingredienti attivi – li chiamiamo “booster” – alle basi dei prodotti. I nostri esperti misuravano quantità e percentuali e li aggiungevano uno ad uno con le pipette”: è Irene Gullotta, la giovanissima co-founder e Head of Operations, a raccontarci il fascino nei gesti del team di chimici dell’azienda, provenienti dai settori del pharma, della galenica e della cosmesi. Su grandi ordini, però, il processo è poco sostenibile: “In alcuni giorni durante la quarantena abbiamo ricevuto più di 2mila ordini, picchi che decisamente non ci aspettavamo, attorno al 45% di pezzi in più rispetto allo stesso periodo del 2019. Davanti all’accumulo degli ordini arretrati da evadere abbiamo capito che era il momento di investire per completare l’automazione. Stiamo finendo i test in queste settimane, per essere a pieno regime a settembre”.
Nella personalizzazione l’attenzione all’etica e alla qualità
Ma qual è l’ingrediente segreto del successo di Shampora? Sul sito ne contiamo quasi 80, e sono tutti naturali, non testati su animali, senza siliconi e parabeni. Ma forse quello più importante è proprio l’idea di poter partire da un’esigenza personale e costruire la giusta composizione, dalla detersione allo styling. Ci sono dieci basi diverse, alle quali vengono aggiunti da 1 a 5 attivi combinati fra loro con proporzioni variabili: le combinazioni sono infinite, e sono tutte affidate ad un algoritmo sulla base del questionario che compila il cliente, che include caratteristiche del capello e obiettivi. Si parte da tipologia, lunghezza, spessore, se sono crespi o tinti, qual è la percentuale di capelli bianchi o se sono stati effettuati trattamenti particolari. Sono poi diversi i quesiti dedicati alle specificità della propria cute o allo stile di vita praticato, altro dettaglio che può influire sullo stato di salute dei capelli.
Si può scegliere anche la profumazione preferita tra le cinque opzioni proposte da Shampora, inclusa una neutra in caso di intolleranze agli allergeni presenti nelle fragranze. La personalizzazione è anche nel packaging, essenziale ed elegante, che può riportare anche il nome del cliente.
“Shampora è un brand etico, sostenibile, trasparente: da sempre vogliamo che tutto sia visibile e chiaro, a partire dall’INCI” continua Irene. INCI sta per “International Nomenclature of Cosmetic Ingredients” e serve per indicare in etichetta i diversi ingredienti contenuti in un prodotto cosmetico. Ogni scheda ingrediente lo spiega nel dettaglio ed è riassunto anche prima dell’acquisto, quando il prodotto è completo. Non solo: se la giusta composizione per le esigenze dell’utente non viene centrata al primo ordine, Shampora la riformula nuovamente per non deludere le aspettative. Il prodotto è realizzato “just in time”, quindi solo quando arriva l’ordine: un sistema che consente all’azienda di non avere stock invenduti in magazzino che rischiano di scadere, un sistema virtuoso che abbatte il concetto di merce a scaffale e consente anche di non disperdere materie prime. Il packaging dei prodotti, poi, è realizzato con materiali riciclabili, dalla plastica al cartone.
Un team giovane e una partenza con grinta
Shampora è nata tra i ricci ribelli di Manuel Corona, uno dei suoi fondatori che conta esperienze con i principali brand i beauty e haircare ma che faticava a trovare il prodotto giusto. Costruirlo per sé e per gli altri è diventato il motore di un business a cui ha dato vita insieme a Mirco Peragine, Irene Gullotta e Francesco Rizzotti. Oggi l’intero team è composto da venti persone la cui età media è di 29 anni e il 65% è al femminile, con ragazze la cui età media è di 26 anni e molte a capo di aree nevralgiche per la crescita del brand.
A partire dal suo lancio a settembre del 2018 l’azienda ha realizzato e spedito oltre 55mila prodotti personalizzati, per un fatturato complessivo di 1 milione di euro nel suo primo anno. Ad oggi ha analizzato oltre 300mila tipologie di capelli di donne, solo in Italia. Il 2020 porta a Shampora non solo robot automatici ma anche cinque nuove assunzioni, insieme allo sviluppo di novità nel catalogo prodotti. Uno è stato lanciato da poco e si chiama Active Water, anche lui personalizzabile, che prevede un’applicazione senza risciacquo per proteggere i capelli dall’esposizione a sole, caldo e salsedine. E’ già un successo non solo per i clienti già acquisiti, ma anche per un 50% di nuovi clienti.