L’Università norvegese ha bocciato l’uso del testo digitale: influisce in maniera negativa sulla memoria. Ecco le reazioni dell’Italia
Studiare sul libro di carta è molto più efficace che usare l’e-book. A bocciare l’uso del testo digitale è una ricerca norvegese condotta dalla Stavanger University. I dati presentati potrebbero aprire l’ennesimo dibattito, soprattutto tra coloro che sostengono che debbano essere usati nelle nostre scuole. I ricercatori hanno dato da leggere un breve racconto a due gruppi di persone: ad uno su un ebook e ad un altro sul cartaceo. Alla fine della lettura li hanno sottoposti ad un breve questionario per testare la comprensione del testo. Risultato? Coloro che hanno letto il racconto sul supporto digitale hanno ottenuto un risultato nettamente peggiore da chi lo aveva sfogliato su carta.
La ricerca
Secondo i ricercatori universitari i due gruppi hanno usato lo stesso livello di attenzione, ma il libro in digitale ha influenzato in peggio la memoria dei dettagli e la capacità di trattenere informazioni. Una spiegazione data è quella che l‘esperienza tattile associata alla lettura di un testo cartaceo pare sia legata in qualche modo alla fase di apprendimento. L’unico “neo” di questa ricerca il fatto che i 50 laureati a cui è stato chiesto di leggere un racconto giallo dell’autrice americana Elizabeth George, avessero le stesse abitudine di lettura.
Gli effetti della digitalizzazione dei libri
A detta degli esperti dell’università norvegese i lettori “Kindle” avrebbero più difficoltà nel rielaborare la cronologia della storia perché sarebbero in grado di assorbire meno dettagli rispetto a chi sfoglia i libri cartacei. Non resta che capire quali possono essere gli effetti della digitalizzazione del testo scritto soprattutto se usato con e dai bambini. Nelle scuole italiane, soprattutto nella primaria e secondaria, sono ancora pochi gli esempi di uso degli e-book. Per studiare geografia o storia si preferisce ancora il sussidiario da portare nello zaino. Comprendere quale potrebbe essere l’impatto negativo sugli aspetti cognitivi ed emotivi, della lettura sullo schermo è essenziale per andare in una direzione o nell’altra.
Cosa pensa l’Italia?
Sulla digitalizzazione dei libri ne parlò con entusiasmo il Ministro dell’istruzione Francesco Profumo. Maria Chiara Carrozza aveva rinviato la sostituzione delle nuove tecnologie al posto della carta. L’attuale inquilino di viale Trastevere in un’intervista al “Corriere della Sera” aveva smorzato gli animi ai sostenitori dell’ebook definendola una “priorità non sostitutiva”. Nel frattempo sul mercato c’è chi si è mosso creando una piattaforma che propone migliaia di ebook da scaricare attraverso il tablet o il personal computer, per le scuole secondarie di primo e secondo grado. Ciò che forse ancora manca è un’analisi degli effetti dell’uso del libro in digitale sui bambini e sui ragazzi più grandi.
Chi insegna, ma non solo (anche chi governa), dovrebbe tener conto dei dati delle ricerche finora effettuate: secondo gli esperti, infatti, leggere un ebook su un e-reader con schermo senza retr-illuminazione sarebbe diverso che sfogliarlo su un tablet. Il dibattito è aperto.