“Chissà, chissà domani… Su che cosa metteremo le mani”, cantava l’indimenticabile Lucio Dalla nella sua canzone “Futura”. E proprio Futura è il nome della startup dell’edtech che segnato il record di finanziamenti in Italia in questo settore, con la recente chiusura di un round da 14 milioni di euro, tra i più significativi nel panorama nazionale. A crescere è l’intero comparto, che nel 2022 ha generato un fatturato di circa 2.8 miliardi di euro, con una crescita del 26% nel 2023 rispetto al 2022. A rivelarlo sono i dati dell’ultimo Osservatorio EdTech del Politecnico di Milano realizzato in collaborazione con Docebo, Eni, Fondazione per la Scuola, Gility e IQC – Italian Quality Company. La ricerca ha analizzato anche l’aumento degli investimenti dei venture capitalist nelle startup edtech nazionali: +137,5% rispetto al 2021, mentre le aziende italiane nel 2022 hanno dedicato il 40% dell’intero budget della formazione a forme di digital learning, per una media di circa 480mila euro per organizzazione. Nelle università, in media, il 5,6% del budget di ateneo è oggi destinato alla trasformazione digitale, e circa 6 su 10 (57%) hanno aumentato gli investimenti in queste iniziative rispetto all’anno precedente. Le startup italiane del settore non sembrano aver sofferto il calo generale degli investimenti, raddoppiando, invece, la raccolta complessiva di fondi nell’arco di dodici mesi.
Un tuffo nel passato di Futura
Dopo il mega-round guidato da Eurazeo, fondo francese al suo primo investimento significativo in una startup italiana, insieme a United Ventures (già investitore nella società), Axon Partners Group e imprenditori del settore tech come Dario Brignone e Alberto Dalmasso (Satispay), e Alessandro Fracassi (MutuiOnline), il team di Futura vuole diventare il player ed-tech europeo di riferimento oltre che un nuovo unicorno, ma facciamo un passo indietro… Come è riuscita a diventare così attrattiva questa startup nata a Milano? Ce lo ha raccontato il co-founder, Andrea Chirolli: «Futura è nata nel 2020 da un’idea mia e di Francesco Salvatore e Lorenzo Pinto come società che sviluppa modelli di intelligenza artificiale per personalizzare i processi di studio e ottimizzare le traiettorie di apprendimento degli studenti, simulando l’esperienza di un professore privato». La tecnologia è il cuore di questa società che prima ha costruito la piattaforma, e poi ha puntato sull’intelligenza artificiale. «L’AI presente sulla piattaforma, sulla base della preparazione del singolo studente, ne verifica la preparazione e gli assegna un tutor che lo può guidare in un percorso personalizzato». Il target di riferimento di Futura sono, principalmente, studenti al quarto o quinto anno della scuola superiore o universitari. «Le materie che insegniamo spaziano dall’italiano a quelle scientifiche, anche se la nostra piattaforma lavora particolarmente bene sulle discipline legate alla matematica e sui test».
Edtech, un settore in crescita costante
Come anticipato, il comparto legato all’edtech in Italia è in crescita costante e secondo i dati dell’Osservatorio del Politecnico, il 40% del mercato riguarda il segmento delle scuole primarie e secondarie, trainato dalla crescente adozione del digitale a supporto della didattica. Forse è proprio per questo che il team di Futura non è rimasto più di tanto sorpreso dal finanziamento raggiunto: «Non ci ha colto tanto di sorpresa il round finalizzato, quanto dalla dimensione che ha raggiunto l’azienda in poco tempo – racconta Andrea – Non ce lo aspettavamo ma credo che a fare la differenza sia stato il fatto di lavorare ogni giorno per migliorarsi. Abbiamo lavorato in modo strategico, con l’obiettivo di espanderci a livello nazionale e stiamo lanciando nuovi prodotti pensati per gli studenti. Tra questi, proponiamo anche corsi per le professioni pubbliche e militari e per l’accesso all’Università. Da un punto di vista tech, invece, vogliamo creare una tecnologia più differenziante e con sempre più strumenti a supporto della didattica».
Quale futuro per Futura
Con sede a Milano, Futura adesso ambisce a sconfinare. «I nostri investitori sono internazionali e con il nuovo round vogliamo espanderci in tutta Europa, sviluppare nuovi prodotti e nuove linee di business, dopo esserci concentrati, inizialmente, sulla preparazione ai test di ingresso per la facoltà di Medicina». Futura sta anche ricercando nuove figure da inserire nel team: «Vogliamo internazionalizzare anche la nostra squadra, mantenendo, comunque, la sede a Milano, dove siamo adesso – racconta il co-founder – Credo che una buona pratica che abbiamo seguito sia stata quella di concentrarci tanto sul prodotto e non sul round e di iniziare a tessere relazioni con gli investitori da diverso tempo, che oggi si sono solidificate». Futura punta anche a lanciare un nuovo team didattico in loco: «In Italia collaboriamo con professori delle scuole superiori e delle Università, ma ci piacerebbe anche tessere rapporti con le istituzioni».