Lo Startup Studio torinese propone atteggiamenti e comportamenti ricorrenti. Che, il più delle volte, non portano a un buon esito
Non succede mai a noi, sempre agli altri: è un pensiero che facciamo spesso e ci aiuta (certo, come no) a scongiurare che ci capitino cose brutte. Vale nella vita e, di conseguenza, anche nel mondo dell’impresa. Il confronto col fallimento, però, è necessario e scontato per ciascuno. Da una caduta ci si rialza e si impara. Questo non significa che non ci siano errori ricorrenti che possono far peggiorare la situazione all’interno di una startup, aziende innovative che peraltro hanno un altissimo tasso di mortalità (9 su 10 falliscono). «In moltissimi casi l’insuccesso di una startup è causato dalla errata o mancata applicazione di alcuni passaggi preliminari fondamentali per definire se la proposta che si sta lanciando nel mercato può realmente interessare a potenziali clienti ed è in grado di rispondere a una specifica esigenza». Farhad Alessandro Mohammadi è founder e CEO di Mamazen, Startup Studio torinese fondato nel 2018 che finora ha lanciato startup come Orangogo, Inpoi e Morsi. Ci sono errori frequenti che possono essere evitati?
Avere fretta
Troppo spesso chi sceglie di fondare una startup si fa prendere dall’entusiasmo e dalla passione per la propria idea, spiegano da Mamazen. Qui l’errore sta nel partire senza aver svolto un’accurata analisi dei trend di mercato, basandosi sui dati per definire con precisione il target a cui ci si vuole rivolgere e individuare un effettivo buco di mercato che si vuole andare a colmare. È noto infatti che uno dei motivi principali per il fallimento di una startup è la mancanza di un reale bisogno di mercato.
Voler fare tutto da soli
Questo vale per chi non è un imprenditore seriale: è bene non affrontare tutto da soli. La fondazione di una nuova impresa richiede diverse competenze ed è quindi fondamentale circondarsi di persone con esperienza e fidate, dividendo tra loro i compiti e i ruoli in modo definito prima di avviare il business. Troppo spesso tuttavia le startup all’inizio non possono permettersi i talenti migliori e quindi tendono a preferire la soluzione “one man only”, andando incontro a non pochi rischi. Nell’ecosistema dell’innovazione sono diversi i punti di approdo per ottenere un supporto: come nel caso di Mamazen citiamo gli Startup Studio; ma ci sono anche gli acceleratori, gli incubatori e tutte le occasioni di newtorking ai grandi eventi in cui lo scambio di esperienza può far scaturire nuove collaborazioni.
Non avere un piano
Uno degli errori più grandi è non avere ben chiari fin dall’inizio un obiettivo definito e un piano specifico per l’evoluzione dell’azienda. Compresi gli investimenti necessari per farla crescere. Per il successo di una startup è infatti necessario che i founder abbiano una visione chiara nella progettazione dei round di investimento affinché la startup abbia sempre abbastanza liquidità per crescere.
Non accettare i cambiamenti
Il mercato e le sue esigenze evolvono e si trasformano continuamente nel tempo. Occorre dunque accettare che in alcune occasioni, per permettere alla startup di sopravvivere, bisognerà cambiare rotta e ridisegnare le proprie priorità al momento opportuno.
Sottovalutare la comunicazione
Al fine di ottenere investimenti è necessario che una startup si faccia conoscere e intraprenda quindi un percorso di marketing e media relations. L’errore che spesso si fa è quello di sottovalutare la comunicazione, considerandola un’attività collaterale al core business; oppure, al contrario, farsi prendere dall’ansia di comunicare senza aver prima ragionato sulla strategia. Prima di esporsi ai media bisogna aver chiaro il messaggio che il brand vuole dare. Non basta descrivere l’azienda, ma è fondamentale che si renda chiaro l’impatto che andrà a creare e a che esigenza specifica risponde.