Mark Zuckerberg ha aperto il più grande club di lettura al mondo: “Year of Books”. La scommessa è quella di aprire mente e cuore degli utenti alla lettura
“Maestro hai Facebook? E WatsApp?”. Un tempo quando entravo in classe mi chiedevano se ero fidanzato, se avevo dei figli e dove abitavo. Oggi i bambini vogliono sapere se i loro prof fanno parte della comunità social. Lo sa bene Mark Zuckerberg: in questi giorni deve aver pensato che l’unica rivoluzione culturale possibile potrebbe avvenire attraverso il suo social network così ha lanciato l’idea di leggere libri. Una sfida virale che potrebbe in breve tempo conquistare lettori, persino i più piccoli che restano comunque i maggiori clienti delle case editrice.
Zuckerberg è partito in prima persona proponendosi la lettura di due libri al mese. Ha aperto la pagina Facebook dal titolo “A Year of Book” e messo un primo post sul primo libro letto “La fine del potere” dell’autore venezuelano Moises Naim. Ha poi aggiunto: “Sono molto emozionato da questa sfida. I libri ti permettono di esplorare e immergerti in nuovi argomenti molto più di quanto oggi non ti consentano i media. Tra le mie intenzioni future c’è proprio quella di far virare la mia dieta mediatica sempre più verso i libri. Vi aggiornerò su cosa sto leggendo. Potete partecipare liberamente se avete letto lo stesso libro e avete commenti da aggiungere Il gruppo sarà moderato per restare focalizzato su questi argomenti”.
Nel giro di pochi giorni la pagina ha raccolto oltre 243 mila “mi piace” (forse un po’ pochi) e più di 700 commenti (anche qui decisamente pochi) al libro letto dal fondatore di Facebook.Di là dei numeri va fatta una riflessione: oggi più che mai la Rete può aiutare a diffondere questa passione che sembra sempre più in crisi.
Non sappiamo se l’idea di Zuckerberg di aprire il più grande club di lettura al mondo, possa essere stata suggerita da qualche colosso editoriale americano o se nasca da accordi con Amazon o altri ancora, ma la campagna di mister Facebook è sicuramente una sfida interessante: nel 2015 lo strumento più usato dal popolo, da ogni popolo, è il social network. Attraverso i social network abbiamo cambiato il nostro modo di vivere, di amare, di relazionarci, di fare sesso, di mangiare, di diffondere notizie. Ma non ancora quello di leggere. I dati non sono per nulla confortanti: nel nostro Paese un italiano su due non legge neanche un libro in un anno. Il 18 per cento di noi ne legge da 4 a 11 e il 6 per cento viene considerato un lettore “forte” perché ne prende in mano uno al mese.
Se anche solo la metà degli iscritti a Facebook iniziasse ad imitare il numero uno del social network più usato e più amato, moltiplicheremmo i lettori nel giro di poco tempo. Potrebbe cambiare in breve il volto della cultura. Finora nessuno ci è riuscito, nemmeno il passaparola di bookcrossing, diffuso in tutto il mondo e basato sulla distribuzione gratuita.
Non credo ce la possa fare nemmeno Facebook: il libro non ha bisogno di istantaneità, di post che si dimenticano dopo qualche minuto. Eppure, potremmo immaginare, tra qualche tempo chat sui libri e chissà quale altra invenzione del magnate americano.