Com’è andata a finire? Prosegue il viaggio tra le eccellenze protagoniste dei vari StartupItalia Open Summit. È la volta di EryDel. “Il principale risultato raggiunto è stato il completamento della fase 3 dello studio clinico in 14 paesi del mondo. Oggi stiamo discutendo con le autorità regolatorie per l’emissione in commercio”
“La nostra idea di sfruttare i globuli rossi per veicolare l’utilizzo di farmaci e di nuove terapie è veramente innovativa e sappiamo di rappresentare nel panorama italiano una rarità in termini di valorizzazione di questa innovazione nel settore degli eritrociti quindi ringraziamo moltissimo l’organizzazione”, commentava Giovanni Mambrini, coo di EryDel nel dicembre 2018 a proposito del premio ricevuto nella finale dello StartupItalia Open Summit.
“L’Italia ha ottimi talenti, ma la maggior parte dei progetti non ha respiro sufficiente per attrarre l’interesse d’investitori specializzati”
Quell’anno, infatti, a salire sul primo gradino del podio era stata proprio la biotech, spin-off dell’università Carlo Bo di Urbino, la cui tecnologia proprietaria si basa sull’incapsulamento di farmaci in globuli rossi prelevati dal sangue del paziente, medicinali che vengono poi re-iniettati nel soggetto e che aveva già raccolto 25,6 milioni di euro di investimento di Sofinnova Partners.
EryDel oggi
Oggi, dopo quasi quattro anni, EryDel ha continuato ed è arrivata alla fase cruciale per una biotech: il completamento della terza fase degli studi clinici, quelli sui pazienti, effettuati in ospedali specializzati in Italia e nel mondo, dagli Stati Uniti al nord Africa, fino all’Australia. “Il principale risultato che abbiamo raggiunto – racconta Luca Benatti, ceo e Board Member di EryDel – è stato il completamento della fase 3 dello studio clinico in 14 paesi del mondo su più di 180 pazienti: un traguardo di notevole rilievo per società delle nostre dimensioni, nonostante si sia svolto a cavallo della pandemia, quindi con non poche difficoltà”.
Il farmaco e la tecnologia
EryDel produce EryDex, un prodotto per il trattamento dell’Atassia Telangiectasia, un raro disturbo recessivo autosomico (circa 5000 casi attualmente in Europa, qualche centinaio in Italia) per il quale non esiste attualmente una terapia consolidata. La maggior parte dei pazienti affetti da questa malattia muore nel secondo decennio di vita.
“Per questa malattia a oggi non esiste nessun trattamento – aggiunge Benatti – i nostri dati mostrano che nei pazienti sottoposti al trattamento la progressione della malattia rallenta: si pensa di ritardare di 3 o 4 anni il momento in cui i pazienti, tutti bambini, non saranno più in grado di camminare autonomamente”.
“I progressi raggiunti dalla biomedicina fanno ritenere di essere in una fase rivoluzionaria”
Quella sviluppata da Erydel è una complessa tecnologia che si basa su approccio che può rientrare in approccio medicina personalizzata: “Preleviamo un campione di sangue dal paziente e lo processiamo in uno speciale device che inserisce nei globuli rossi il farmaco; questi vengono poi re infusi nello stesso paziente e questi eritrociti nel corso di un mese rilasciano il farmaco in circolo”.
Il futuro
“Oggi stiamo discutendo con le autorità regolatorie per registrare l’attualizzazione per l’emissione in commercio. Abbiamo già avuto un feedback positivo dall’Ema e stiamo discutendo con la Food and Drug Administration Usa”. Dal punto di vista normativo, oggi Fda ed Ema prevedono, oltre alle due sezioni dedicate all’approvazione dei farmaci e dei dispositivi medici, una terza categoria che si chiama “combination products” e che comprende prodotti che nascono dalla combinazione di farmaco e dispositivo medico. EryDel rientra in questa terza categoria perché ha sviluppato un “combination product”, che per essere effettivamente impiegato e produrre risultati efficaci ha bisogno del farmaco insieme a dispositivo medico che ne garantisca la somministrazione. L’azienda ha continuato ad avere supporto dai soci, molto presenti e convinti di supportare società, ha poi ottenuto un prestito da European Investment Bank fino a 30 milioni e ora EryDel è in discussione per una nuova raccolta capitale.
“Il mio compito e quello del nostro team è di portare avanti un business con possibilità di crescita e mettere il farmaco sul mercato così da renderlo disponibile a tutti i bambini affetti da Atassia Telangiectasia”
Sul futuro Luca Benatti non ha dubbi: “Il mio compito e quello del nostro team è di portare avanti un business con possibilità di crescita e mettere il farmaco sul mercato così da renderlo disponibile a tutti i bambini affetti da Atassia Telangiectasia”. Su una potenziale acquisizione da parte di una Big Pharma, epilogo consueto tra le startup biotech di successo, commenta: “Il progetto potrebbe essere acquisito, ma non per forza. Noi abbiamo l’ambizione di costruire la nostra rete vendita e contiamo di andare in commercio entro due anni”.
Il ceo
Luca Benatti ha una storia imprenditoriale nel settore. Ha fondato ed è nel board di Newron Pharmaceuticals, dove ha sviluppato una serie di terapie innovative, tra cui alcune per il trattamento del Parkinson. E’ tra i founder e presidente di Italian Angels for Biotech, associazione composta da imprenditori e investitori esperti in ambito “life sciences” il cui obiettivo è cercare e supportare idee innovative, attraverso finanziamenti in equity, sia attraverso servizi di mentoring e vere e proprie partnership tra startup e business angels. Grande rilievo ha poi l’attività di connessione con i fondi di venture capital esteri. “L’Italia ha ottimi talenti ed idee, eccellente ricerca e buone capacità di sviluppare progetti di impresa, ma la maggior parte dei progetti non ha respiro sufficiente per attrarre l’interesse d’investitori specializzati e richiede un primo investimento iniziale (seed funding) – commenta Benatti -. I progressi raggiunti dalla biomedicina e più in generale nel settore delle Life Sciences fanno ritenere di essere in una fase rivoluzionaria. Italian Angels for Biotech vuole essere uno degli anelli di congiunzione necessari per trasformare le migliori idee della ricerca del nostro Paese in imprese, prodotti e tecnologie per migliorare la qualità della vita e lo sviluppo del sistema Paese”.