Solo 40 scuole del sud su 260 hanno aderito alla proposta del GARR e ottenuto una connessione super veloce nelle loro classi. Non dobbiamo puntare il dito su quelle che hanno rifiutato, ma capire il perchè
220 scuole del sud su 260 hanno rifiutato l’offerta di disporre di una connessione super veloce gratis per i propri studenti. Ci si può credere?
Tra le tante storie (belle) del Next di Palermo dedicato all’innovazione nella scuola una in particolare ha lasciato tutti un po’ perplessi. Enzo Valente, pioniere di internet, è il direttore del GARR, il consorzio che gestisce la super-rete in fibra ottica della ricerca scientifica in Italia. Una “super rete” nel vero senso della parola. Si tratta di una connessione fino a mille volte più veloce di quella che abbiamo a casa. Enzo Valente “has a dream“. Sogna di collegare le scuole del sud alla sua rete. Lo può fare. E gratis, perchè ha trovato dei fondi. Sogno realizzato? Purtroppo no.
Infatti, soltanto 40 delle 260 scuole del sud interpellate hanno accettato l’offerta della rete super veloce.
Perchè?
In questo articolo di Repubblica si fa un lungo passo indietro, partendo dal 2004, per spiegare come si è arrivati a questa proposta.
In sintesi il GARR, dopo aver ottenuto 46,5 milioni per ammodernare le reti in fibra ottica di quattro regioni del sud (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia) ha deciso di stanziare 6 di quei milioni per portare gratuitamente la super rete nelle scuole meridionali. “Se quei soldi non vengono spesi entro il 31 marzo, tornano indietro. Sono perduti” ha sottolineato Valente.
Diciamo le cose come stanno: “gratis” sarebbe il costo del collegamento in fibra, che altrimenti costerebbe 20mila euro a scuola (non poco). D’altra parte, però, il GARR chiedeva in cambio un canone di manutenzione di tremila euro per cinque anni. Insomma, circa 10 euro al giorno.
Le scuole che hanno risposto si dividono in tre categorie: ci sono quelle che dicono che non vogliono la rete; quelle che dicono che non hanno tremila euro; e quelle che hanno già una rete, magari una Adsl in rame che collega a malapena la segreteria con il resto del mondo, ma sostengono di stare bene così.
Non si deve però puntare il dito sulle scuole che hanno detto di no. Piuttosto sarebbe forse molto più utile capire il perchè. Aprire un dibattito costruttivo e non distruttivo. Comprendere perchè anche 10 euro al giorno sono forse troppi per garantire ai propri studenti la banda larga.
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