In occasione dello Scratch day, si sono svolti molti codedojo in tutta Italia. Qui ve ne raccontiamo tre: tra cui quello fatto offline in un bosco tra Umbria e Marche
Arte contemporanea, ambiente e anche la Festa della Mamma. Dopo aver conquistato i makers con le sessioni di tinkering (sperimentazione giocosa per affrontare e risolvere i problemi attraverso l’esperienza diretta e la scoperta di come possono interagire e funzionare gli oggetti che ci circondano), i Coderdojo sono sempre più di frequente espressione del territorio. Succede, insomma, che in una sessione di Coderdojo si pratica sì Scratch, si lavora sì sulla logica e sul coding, ma senza dimenticare che cosa c’è tutt’intorno. E’ quello che è successo al Macro-Museo dell’arte Contemporanea, nel corso di Coderdojo Roma durante l’International ScratchDay il 9 maggio (più di 300 appuntamenti, dedicati a questo linguaggio di programmazione, in tutto il Mondo), oppure è quello che è accaduto a Sigillo, in provincia di Perugia, con il primo Coderdojo outdoor il giorno dopo, nel bosco sul Monte Cucco, a un passo dalle Marche. Oppure ancora a Surbo, in provincia di Lecce, dove è stata la Festa della Mamma (ma anche Arduino, i robot e i droni) a declinare la sessione di coding, con tanti abbracci digitali.
Arte contemporanea
Fino a settembre al Macro-Museo dell’arte Contemporanea in mostra le opere di Toti Scialoja, uno dei maggiori artisti italiani del secondo Novecento. In esposizione anche le filastrocche e le illustrazioni che l’artista ha dedicato ai bambini, con una selezione di grafiche tratte dalle quattro pubblicazioni per l’infanzia che Scialoja ha realizzato negli anni Settanta: Amato topino caro (1971), La zanzara senza zeta (1974), Una vespa! che spavento (1975), Ghiro ghiro tonto (1979). Se in ogni Coderdojo i protagonisti sono i bambini, a salire in cattedra e a raccontare Toti Scialoja agli altri 40 bambini, non poteva che essere Antonio, 10 anni, che ha pure partecipato al Coderdojo alla Camera e a quello al Parlamento Europeo. Antonio è partito dai topini di Toti Scialoja, dal suo formaggino (e dalle altre immagini selezionate dagli 8 mentor) per la sua lezione su Scratch.
Coderdojo nella natura
Un Coderdojo nel bosco? E per giunta offline? Non solo si può, ma è pure successo e i 30 bambini si sono diveriti un sacco (e anche i loro genitori). Cappuccio delle felpa alzato, coperta in terra e notebook sulle ginocchia: così il piccolo esercito si è accampato sul prato della faggeta di Monte Cucco, vicino Sigillo, provincia di Perugia, a un passo dalle Marche. E i 30 hanno resistito, senza battere ciglio, anche alle folate di tramontana (che a 1000 metri si fa sentire, eccome). Com’è iniziata la sessione di Coderdojo Sigillo? Con un ululato, che proveniva però da un albero (la scheda Makey Makey ha fatto il suo lavoro). Poi, piccola lezione sulla limitatezza delle risorse energetiche, poi ancora prove tecniche di spostamento di uno sprite (in sintesi era un mentor che si spostava da una parte all’altra del bosco). E non è mancato neanche il minuto di silenzio per ascoltare i suoni della natura.
A organizzare tutto è stata la maestra Caterina Moscetti: «Coderdojo Sigillo è speciale perché è un Coderdojo nato in un piccolo paese e dove c’è un’unione fra natura e tecnologia – ha detto – avevamo anche pensato di fare il Coderdojo Sigillo nelle grotte, ma abbiamo pensato al freddo e all’umidità che c’è lì dentro e ci abbiamo ripensato. Per ora». La prossima volta, stop anche a cavi e prolunghe per portare la corrente elettrica. «Ci alimenteremo con i pannelli solari, stavolta non abbiamo fatto in tempo». Insomma, le idee non mancano a Coderdojo Sigillo, che fa esempio. Proprio così. Alla sessione di Scratch in faggeta c’era anche chi prendeva appunti: il 16 maggio infatti è in programma il primo Coderdojo a Foligno.
La festa della mamma
A ispirare l’International ScratchDay alla Scuola Primaria “Vincenzo Ampolo” di Surbo (Lecce) è stata anche la Festa della Mamma. «I bambini più piccoli hanno creato storie digitali nelle quali i loro personaggi abbracciano la mamma facendole gli auguri – ha raccontato Salvatore Maletesta, che ha organizzato tutto – e poi ancora ci sono stati ragazzi e ragazze che per la prima volta hanno preso confidenza con stampanti 3D, hanno visto da vicino un drone, guardato ballare dei robot. E creato progetti con Arduino». Non è abbastanza? L’immagine finale dell’evento è stata scattata con un drone. Neanche a Surbo si sono dimenticati dei genitori: mentre i piccoli giocavano con Scratch e Arduino, i grandi hanno partecipato anche all’incontro su “Come utilizzare i social network in maniera consapevole”.
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