Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge annuale sulla concorrenza delle Imprese e del made in Italy che punta ad aggiornare lo Startup Act, il primo decreto sulle aziende innovative emanato nel 2012 da Corrado Passera, allora ministro dello Sviluppo economico sotto il governo Monti.
Cosa cambia per le startup innovative
Nel decreto vengono introdotti nuovi parametri per le startup innovative in grado di individuare e premiare le imprese con le maggiori potenzialità, ovvero le micro, piccole e medie imprese che, entro 2 anni dall’iscrizione nell’apposito registro speciale, hanno un capitale sociale di 20mila euro e almeno un dipendente. Viene data particolare attenzione alle startup innovative che operano nei settori strategici, che potranno rimanere nel registro speciale fino a 84 mesi (invece di 60). Sono ampliate le ipotesi in cui gli incubatori certificati possono essere riconosciuti e iscritti nell’apposito registro, estendendo agli stessi i benefici delle deduzioni fiscali del 30% dall’Ires, di cui oggi usufruiscono altri soggetti economici che investono in startup. Sono previste anche disposizioni per promuovere gli investimenti in capitale di rischio da parte di investitori privati e istituzionali.
Il commento di Italian Tech Alliance
Italian Tech Alliance, l’associazione italiana del venture capital degli investitori in innovazione e delle startup e PMI innovative, commenta così il ddl Concorrenza approvato dal Consiglio dei Ministri: «Apprendiamo con dispiacere la limitata ambizione mostrata dal Governo relativamente all’ecosistema dell’innovazione. Abbiamo lavorato assieme a tanti altri soggetti per proporre non un libro dei sogni, ma un set di proposte che siamo convinti possano permettere all’Italia il salto di qualità che merita in questo ambito. Leggiamo, invece, alcuni articoli che alternano interventi con ricadute potenzialmente positive ad altri meno coerenti con ciò che è stato lungamente discusso negli scorsi mesi, ma soprattutto che sono caratterizzati da una assenza di investimento politico in questo ambito – spiega Francesco Cerruti, direttore generale di Italian Tech Alliance – …..Convinti che i margini per supportare l’innovazione siano ancora ampi, ci adopereremo affinché nei prossimi mesi possano esserci ulteriori interventi per rendere l’ecosistema normativo che regola la materia effettivamente incisivo, come è nelle dichiarate intenzioni del Governo e nelle nostre aspettative».
«Purtroppo – ha aggiunto la Presidente di InnovUp Cristina Angelillo – si è persa l’occasione per una revisione complessiva della normativa, come più volte da noi auspicato, non riservando al settore la giusta attenzione e confermando come la filiera italiana dell’innovazione, fondamentale per lo sviluppo strategico e la sostenibilità futura del Paese, sembri essere considerata ancora marginale, relegata a poche misure e scarsamente compresa nelle sue dinamiche».