All’inizio a unirli è stata la passione per lo sport, poi per il lavoro. Giacomo Zenoni e Andrea Daminelli si sono conosciuti sui campi bergamaschi di atletica leggera. E tra una corsa e l’altra hanno dato vita a una startup, Daze, che ha recentemente chiuso uno dei round più significativi dell’anno a 15 milioni di euro. I due co-founder della startup bergamasca che produce di soluzioni di ricarica per auto elettriche hanno sin da subito avuto le idee chiare: «Volevamo rivoluzionare il settore dell’auto elettrica automatica», racconta Giacomo Zenoni a StartupItalia. E anche se la strada è ancora lunga, sono riusciti a mettere in tasca, intanto, un grande traguardo che Ii aiuterà nello sviluppo di nuovi prodotti e servizi, a consolidare la presenza in Italia e anche fuori dai confini nazionali, dove è già presente. Li abbiamo intercettati per farci raccontare meglio come sono riusciti a finalizzare l’obiettivo dei 15 milioni e quali progetti hanno mente in futuro.
Leggi anche: Beauty, la torinese Vortex chiude un seed round da 460mila euro. Tutti i dettagli
Dai campi di atletica all’auto elettrica
Torniamo su quei campi di atletica dove Giacomo e Andrea si sono conosciuti. «Era il 2016 e io e Andrea ci allenavamo assiem. Entrambi ci eravamo laureati da poco e lavoravamo in due realtà diverse – racconta il co-founder di Daze – Io ho vissuto un anno in Germania e poi ho lavorato al Kilometro Rosso, mentre Andrea era impegnato in un’altra realtà». Tra una sgambata e l’altra, i due ragazzi iniziano a chiacchierare e scoprono di condividere anche un’altra passione: quella per l’imprenditoria e per l’automotive elettrica. «L’idea iniziale è stata quella di rivoluzionare il settore dell’auto elettrica automatica con una piattaforma che, posizionata sul manto stradale, ricarica il veicolo. Ci siamo immersi in questo progetto a 360 gradi e un anno dopo, nel 2017, abbiamo dato vita a Daze», spiega il co-founder. «Il progetto sta andando molto bene, anche se ha cambiato forma – spiega il team – Abbiamo sviluppato un team tecnico molto competente e anche altri prodotti. Inizialmente il mercato non ci ha soddisfatto, ha imparato a conoscerci con il tempo. Poi abbiamo iniziato a crescere, con noi l’azienda e la nostra rete commerciale. Siamo partiti in due e siamo raddoppiati ogni anno, così come il nostro fatturato. Oggi siamo in 65 e abbiamo messo i piedi anche all’estero».
Cosa fa Daze
Con il “Dazebox Share”, la startup propone un nuovo sistema tecnico di gestione delle colonnine di ricarica per il settore privato ad uso pubblico (come le strutture ricettive, ad esempio), che permette agli ospiti di caricare velocemente la propria auto. Con Dazebox Share è possibile installare fino a 50 punti ricarica in una sola rete, e grazie alla nuova collaborazione con Alpitronic, saranno disponibili punti di ricarica rapida ad alta potenza da 50 kW, 200 kW e 400 kW. «A oggi abbiamo venduto circa 20mila sistemi di ricarica nelle case italiane, e quest’anno lanciamo due prodotti in più pensati anche per i ristoranti, le pubbliche amministrazioni e non solo. Siccome il nostro sistema di ricarica va allacciato a un contatore energetico, stiamo sviluppando anche una nuova funzionalità che permette di calcolare quando i consumi energetici salgono di prezzo così da ammortizzare i costi in bolletta, ottimizzando il ciclo di ricarica». Con sedi a Bergamo, Parigi e Madrid, questa realtà ha già all’attivo importanti progetti con player di settore come Enel e Stellantis.
I prossimi obiettivi di Daze
«Siamo partiti dall’Italia ma il nostro secondo Paese di riferimento è la Spagna, che è più affine e pronta a recepire i nostri prodotti – racconta il team – Siamo presenti in Francia e vogliamo consolidarci anche in Portogallo». Il team di Daze nei prossimi anni si focalizzerà sull’Unione Europea: «Puntiamo a svilupparci qua e poi andremo negli Emirati Arabi e negli USA. Ma per fare questo salto ci occorrerà ancora parecchio tempo».
Il fatturato di Daze, secondo quanto spiega il team, sta vivendo un momento proficuo: «Abbiamo avuto una crescita molto importante negli anni scorsi, in costante salita. Oggi contiamo circa 5 milioni di fatturato ma, chiaramente, la nostra ambizione è quella di fare ancora di più». E ancora una volta è il team a fare la differenza: «Inizialmente abbiamo puntato tutto sulla prototipazione, con una squadra soprattutto tecnica, poi è arrivata anche la parte commerciale, finanziaria, hr. Ora siamo in tanti che lavoriamo sia in Italia che all’estero e speriamo di essere, nei prossimi anni, sempre di più».