Due fratelli gemelli che condividono, oltre alla famiglia, la stessa passione: il Marketing e l’analisi dei dati. Lorenzo e Pio Fiorito da Ruffano, in provincia di Lecce, con tanti sogni nel cassetto e la valigia in mano, qualche anno fa arrivano a Milano. Dopo la laurea in Economia e Marketing, decisi a proseguire in questa direzione, fanno domanda per iscriversi alla magistrale ma, a sorpresa, la stessa Università in cui si erano laureati respinge quelle domande. Delusi, ma convinti che quella è la strada da dover seguire, lasciano l’Italia, alla volta del Portogallo.
Arrivano a Lisbona, in tasca una laurea conseguita in una delle Università italiane più prestigiose, la passione, la determinazione e tanta voglia di farcela. Sarà questo mix di determinazione e competenza a fare la differenza nella storia di Dataz, società che oggi conta 20 dipendenti e fornisce consulenza specializzata a startup, scaleup e corporate con servizi di data management, strategy e performance analysis.
Il cammino di questa realtà, che nella testa di Pio e Lorenzo era reale ancor prima di prendere forma, è stato difficile e impervio ma, come si suol dire, le cose più belle sono proprio quelle più difficili. E oggi i due fratelli Fiorito tengono alcune lezioni proprio in quella Università che, anni fa, li aveva respinti. Ma iniziamo dal principio.
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Dal sogno alla realtà
Dataz è nata nel 2019, dopo l’esperienza portoghese di 2 anni durante la quale i fratelli Fiorito hanno lavorato per Facebook (oggi Meta), acquisendo una serie di skills e competenze che hanno fatto la differenza. «Dopo che l’Università dove avevamo studiato non ci ha concesso di poter entrare alla magistrale, abbiamo deciso di andarcene dall’Italia – raccontano Pio e Lorenzo – Ci siamo trasferiti a Lisbona, dove abbiamo conosciuto alcuni ragazzi che lavoravano per Facebook. Li abbiamo contattati, abbiamo fatto il colloquio e il giorno dopo avevamo in mano un contratto di lavoro».
Per Pio e Lorenzo questo passaggio è avvenuto a una velocità inaspettata: «Non ci aspettavamo un riscontro e una proposta così rapida. Per noi è stata una gran bella sorpresa – raccontano – E un’occasione molto importante per poter conoscere da vicino i bisogni delle aziende che iniziavano a investire nel settore. Abbiamo capito che le performance online sarebbero state sempre più centrali per la raccolta di informazioni e così abbiamo deciso di lanciare la nostra realtà, che tanto avevamo sognato e studiato nel dettaglio. Siamo tornati a Milano e nel 2019 è nata Dataz».
All’inizio la startup si occupava di tante materie che ruotano attorno al mondo del marketing e dell’analisi dei dati: «Da società olistica ci siamo verticalizzati, in particolar modo sui dati e gli analytics. Abbiamo iniziato ad assumere le prime persone e ci siamo posizionati su una lead di mercato che ci ha permesso di fatturare inizialmente sui 700mila euro per chiudere l’anno scorso a 1 milione e 620mila euro. Adesso puntiamo a 4 milioni».
Il business model di Dataz
Il business model di Dataz si regge su tre pilastri: il know-how tecnico, i processi analitici e la tecnologia. Attraverso questi strumenti, la startup è in grado di raccogliere dati da trasformare in informazioni utili e strategiche sul prodotto, sul prezzo di vendita e sul posizionamento del brand.
Dopo l’introduzione da parte di Google del Consent Mode V2, il team di Dataz lavora quotidianamente per migliorare il tracciamento dei propri clienti: «Con Consent Mode V2 le aziende hanno un grande vantaggio, ma solo se questo viene implementato. Noi lo stiamo facendo da diversi mesi per i nostri clienti e stiamo registrando un tasso di miglioramento del tracciamento di circa l’80%», spiegano Pio e Lorenzo.
La società milanese ha sviluppato anche una tecnologia che consente di visualizzare tutti i dati aziendali. «Conoscerli contemporaneamente permette di capire cosa fare, su quale cluster di utenti, su quale piattaforma e con quale leva comunicativa, fornendo anche una stima dell’efficacia di ogni iniziativa che si intende intraprendere», spiegano. E ha appena lanciato Sherpaz, una piattaforma per i team early adopter che integra la tecnologia all’avanguardia di Hiop, dove i clienti possono avere sempre a portata di mano dati e informazioni provenienti da decine di milioni di eventi multicanale.
Ma non c’è solo questo nel lavoro quotidiano del team: «Lavoriamo anche con l’intelligenza artificiale, che è già integrata nei nostri progetti di consulenza, sia da un punto di vista tecnico, come data management e strategy, che con le reti neurali, che riescono a capire i differenti canali di distribuzione. In particolare, abbiamo sviluppato un software di business intelligence applicato al marketing che si basa, appunto, su algoritmi predittivi di intelligenza artificiale e reti neurali». I due fratelli nel 2023 sono stati anche selezionati tra i migliori 100 under30 in Italia secondo Forbes, nella categoria marketing & advertising.
Gli ostacoli italiani
Il percorso per i due gemelli Fiorito è stato tutt’altro che semplice: «In Italia si fa molta fatica a vendere certi tipi di servizi perché tante PMI o aziende di dimensioni più piccole non riescono a capire tutt’oggi il potenziale che c’è dietro a chi analizza i dati – raccontano i due fratelli – Invece, più le aziende sono di grandi dimensioni e più consapevolezza hanno in merito».
Ma Pio e Lorenzo non si sono mai arresi, anzi, vogliono consolidarsi nel nostro Paese per poi andare oltreconfine: «Il modello che proponiamo è anglosassone e ben strutturato, mentre il mercato italiano è meno strutturato ma noi vogliamo, prima di tutto, consolidarci qui, per poi andare all’estero – raccontano – Anche se questo è un mercato complicato, siamo convinti che crescerà molto nei prossimi anni. Ci muoveremo anche in base a come si muoveranno gli investimenti».
Il futuro di Dataz
Oggi tra i clienti di Dataz ci grandi corporate ma anche realtà più piccole (almeno per ora), come Servati: «Servati è una startup che produce scarpe con la tecnologia 3D completamente riciclabili. Si tratta di un prodotto non anonimo, che ci ha incuriosito da subito, soprattutto per le potenzialità. Li abbiamo aiutati da un punto di comunicazione e così sono riusciti ad avere oltre 2500 contatti in 2 mesi», spiegano Pio e Lorenzo.
Tra le ambizioni dei due fratelli c’è il lancio del primo SaaS a fine settembre e del primo round a gennaio 2025 ma, come anticipato, anche l’internazionalizzazione: «Per il 2025 guardiamo soprattutto al Regno Unito e alla Spagna, per scalare, con il nostro servizio, anche al di fuori dei confini nazionali».