Da Reggio Emilia ai bimbi prematuri negli ospedali di tutta Italia: le mamme volontarie si occupano di tessere a maglia cappellini, scarpette, coperte e altri indumenti, utilizzati anche per la marsupioterapia
In Italia nascono ogni anno circa 30mila bambini prematuri, partoriti cioè prima della 37esima settimana di gravidanza. Nel mondo se ne calcolano uno su dieci. A prendersi cura di loro c’è un’associazione di volontariato con sede a Reggio Emilia, Mani di Mamma. Alle terapie intensive neonatali che per settimane – a volte mesi – accolgono i nati prima del tempo le volontarie dell’organizzazione consegnano indumenti di lana, tessuti a maglia, che loro stesse producono. Cappellini, coperte, scarpette, sacchi nanna che saranno periodicamente recapitati nei reparti delle terapie intensive di tutta Italia, destinati ai piccolissimi nelle culle termiche.
“L’idea da una scarpina troppo piccola”
“L’idea è nata nel 2018, ‘per colpa’ di una scarpina troppo piccola che doveva essere un regalo”, racconta a StartupItalia la presidente Marisa Lanzi. Oggi le volontarie lavorano in tutta Italia, “ne abbiamo circa duemila”. Per ogni sede c’è un referente, “ci si può affiliare facendo richiesta”. Oppure dare un contributo con una donazione in denaro, “o attraverso gomitoli di lana” spiega Lanzi. Anche perché i materiali usati devono essere di qualità. Per i nati prematuri servono ‘filati pregiati, lana purissima, cachemire, merinos”, spiega il sito. Scarpette, cappellini, sacchi nanna e corredini rientrano infatti nel protocollo Care, si legge ancora, ovvero “l’insieme di azioni volte a rendere più umana la permanenza in ospedale, sia del piccolino che dei genitori”.
“Un effetto positivo sui genitori e sul bimbo”
Vedere il bambino sottoposto a medicalizzazione ‘normalizzato’, e quindi vestito, accudito e colorato “ha un effetto positivo sia sul piccolo che sulla mamma”. I capi di Mani di Mamma sono stati studiati in collaborazione con i medici e infermieri delle terapie intensive, e si sono rivelati utili anche nella marsupioterapia, la pratica cioè di lasciar i prematuri il più possibile a contatto con la pelle dei genitori. Non a caso le volontarie tessono per loro anche i doudou, pupazzetti morbidi che la mamma tiene con sé la notte per poi affiancarli nelle cullette dei bebè, affinché i piccoli ne sentano il profumo.
Un aiuto per la marsupioterapia
“È provato scientificamente che gesti di tenerezza e di contenimento confortino i prematuri” chiarisce ancora il sito. “Li rassicurano, abbassano la loro frequenza cardiaca, li aiutano a superare la fase critica e a recuperare più rapidamente”. Esistono modelli speciali come il Close to you, una fascia per la marsupioterapia che diventa sciarpa per le madri che trascorrono le sere in reparto. E ancora il Tommy, una copertina con buchi attraverso cui passano i tubicini della terapia. E poi la Stella, una coperta con due lunghe braccia che avvolgono il bambino come in un abbraccio.
“Mani di mamma” presente in tutta Italia
Gli ospedali coinvolti sono da Nord a Sud. Si trovano nella città di Alessandria, Aosta, Belluno, Bergamo, Bologna, Catania, Cremona, Genova, La Spezia, Mantova, Massa Carrara, Messina, Modena, Palermo, Pavia, Ragusa, Reggio Emilia, Savigliano, Savona, Torino, Trapani, Trento, Varese, Verona, Voghera. Le consegne avvengono con cadenza mensile o bimestrale. “E si intensificano nelle ricorrenze speciali” chiarisce Lanzi. “Per esempio la giornata del prematuro del 17 novembre, il Natale, oppure la festa della mamma o del papà”. Occasioni per cui si realizzano ad esempio “scarpine particolari, di buon augurio per una strada lunga una vita”.
Le volontarie a loro volta madri di prematuri
Spesso le volontarie che lavorano a maglia sono state a loro volta madri di bambini prematuri. “E mamme di prematuri si resta per sempre” continua Lanzi. Poi in pandemia, quando non è stato più consentito l’ingresso negli ospedali, “continuare a tessere la lana ha rappresentato un momento di aggregazione”. C’è stato “un filo di lana a unirci, pur non potendoci vedere”.