Il gruppo Audi-Volkswagen, in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, ha aperto le porte a 48 ragazzi per combattere la dispersione scolastica
Sarebbero rimasti a casa, avrebbero continuato a fare il tour delle agenzie interinali e invece dalla scorsa settimana 48 ragazzi tra i 18 e i 22 anni hanno iniziato con il sistema alla tedesca, a lavorare e studiare alla Ducati e alla Lamborghini. Una sfida lanciata dal gruppo Audi Volkswagen, realizzata grazie alla fondazione dei dipendenti che ha stanziato circa tre milioni di euro in collaborazione con il ministero della Pubblica Istruzione, la Regione Emilia Romagna, l’ufficio scolastico regionale e gli istituti professionali “Aldini Valeriani” e “Fioravanti Belluzzi”. Il progetto si chiama “Desi” e sta per “Dual Education System Italy”: un modello di alternanza scuola-lavoro attivo in Germania da anni e ora esportato anche in Emilia Romagna dove di fronte ai dati della disoccupazione giovanile sempre in aumento, non cedono. Anzi. Si mettono al lavoro: istituzioni, mondo delle imprese, scuola. I ragazzi prima sono stati sui banchi: cinque mesi in aula per un totale di 700 ore di lezione per imparare a diventare tecnico meccatronico per il settore auto e moto.
Dalla teoria alla pratica
Ora inizieranno a sporcarsi le mani in fabbrica, ad appIicare quello che hanno imparato sui libri nei “Training Center”. Il tutto pagato con 600 euro al mese. Alla fine porteranno a casa una preparazione tecnica d’eccellenza che potranno spendere e che forse servirà alle stesse aziende. Un risultato importante per le due aziende che credono alla responsabilità sociale d’impresa e che portano avanti da anni questo impegno. Dall’altro canto il ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini, “accompagnando” gli studenti-lavoratori in azienda ha ribadito che “c’’è sempre più bisogno di un partner aziendale che creda che l’istruzione non è una perdita di tempo ma un investimento”.
Un esperimento da replicare?
E’ chiaro che l’esperimento di alternanza scuola-lavoro lanciato a Borgo Panigale, è un esempio da seguire. In Italia anche nelle piccole e medio imprese ci sarebbe l’opportunità di creare dei “ponti” con le scuole del territorio che devono intuire quali sono le necessità delle aziende. Spesso negli istituti professionali esistono corsi poco spendibili alla fine del percorso d’istruzione. Combattere la disoccupazione significa farsi interpreti di una lettura economica della realtà, connnettere imprenditorialità e istruzione, portare i nostri ragazzi ad essere attratti dallo studio che ha una finalità. Un progetto, non a caso, ben visto dalle organizzazioni sindacali emiliane e da Confindustria, che si sono incontrare all’inaugurazione di “Desi”.
Imparare a fare
Ora toccherà a questi 48 ragazzi, scelti tra 200 candidati, giocarsela tutta, dimostrare che si può “imparare facendo” per richiamare alla memoria il prete di Barbiana, don Lorenzo Milani. L’entusiasmo non manca: i giovani che hanno iniziato a lavorare lo stanno facendo con passione motivati dal fatto di essere entrati a far parte di un’azienda che li intriga, che da sempre fa parte dei loro sogni. Oggi oltre ad appendere i poster o a sfogliare le riviste sulle Ducati e le Lamborghini, questi ragazzi le potranno realizzare con le loro mani.