“Purtroppo molti, in Italia, pensano che fare una startup sia un gioco. Non è così: servono un certo bagaglio culturale, conoscenze, capacità che molti non possiedono. Si scrive startup innovativa, ma è un’impresa”. A parlare è Angelo Rindone, startupper per vocazione, startupper quando ancora questo termine non esisteva. Era “solo” il 2004 infatti quando, insieme a qualche amico, fondò Produzioni dal Basso: allora lavorava nell’editoria, settore che già zoppicava, e si muoveva nel sottobosco della sperimentazione hacking e dell’autoproduzione culturale. PdB nacque per questo, per provocare un’industria culturale sonnolenta, che non lasciava spazio e respiro a esperienze più giovani e innovative.
Non c’era Youtube, a Facebook si anteponeva ancora il prefisso “The” ed era stato appena creato da Mark Zuckerberg, non esisteva, men che mai, il termine crowdfunding. Ma la piattaforma di Rindone faceva, e fa, proprio questo: permette di cercare fondi a chi ha un’idea, ma soprattutto a chi sa raccontarla. “Il crowdfunding è, al 90% storytelling, e marketing: devi convincere qualcuno della bontà del tuo prodotto e, dunque, devi saperlo raccontare”. Dal primo, Life and Light, cd del 2005, Produzioni dal Basso ha finanziato 533 progetti, ne ha 374 ancora attivi e ha raccolto fondi per più di un milione e trecentomila euro. E, soprattutto, ha creato un network di 56mila utenti. Perché questa è la vera linfa della piattaforma (e dei suoi simili): la rete di utenti che discutono, si confrontano, si aiutano e s finanziano a vicenda. Studiano e approvano, con le loro donazioni, progetti pubblicati senza filtri di sorta imposti dallo staff e lasciano un proprio feedback. Inoltre la piattaforma permette a chi propone un’idea anche di vedere chi e come parla del suo lavoro sui principali social, perfettamente integrati con il sistema.
Un lavoro simile non poteva passare inosservato, soprattutto in Italia, ancora agli albori per quanto concerne il crowdfunding, “un mondo che, nelle sue mille declinazioni, ha potenzialità infinite, e offre altrettante opportunità». Dopo aver risposto alla chiamata di Enter, società milanese di servizi cloud, oggi Angelo Rindone lavora nel coworking di Login, con la sua nuova Folk Funding, società proprietaria di Produzioni dal Basso. E, scherza, “lavorando come mai abbiamo lavorato prima”. Ossia secondo un preciso asset tecnologico, seguiti da un legale che ne frattempo redige la policy della piattaforma, facendo ricerca.
E, perché no, collaborando anche con altre aziende. Banca Etica e Deleyva sono solo due dei “sotto”-network presenti su PdB. La piattaforma infatti, dietro il pagamento di una sorta di affitto virtuale, mette a disposizione spazio sul suo sito e servizi di vario genere per le aziende che vogliono avvicinarsi al mondo del crowdfunding.
Ma l’urlo di Folk Funding affascina anche l’Oriente: la filiale italiana di una multinazionale giapponese che si occupa di software si è rivolta al team per realizzare, a breve, un’enterprise crowdfunding, una piattaforma intranet interna all’azienda, dove i dipendenti possono presentare i propri progetti e farsi finanziare da altri colleghi tramite una valuta interna.
Non solo: nell’agenda di Rindone ci sono la gestione di altre piattaforme simili, la formazione di nuove professionalità e, soprattutto la conquista dell’Europa. Come? Con un frame work (una serie di template e funzioni utili a creare piattaforme di crowdfunding diverse) declinabile in ogni nazione europea, che possa diventare un modello per l’Unione. Per far questo servono fondi, consulenze legali,, country manager, risorse. Ma il futuro non spaventa Angelo e il suo team, così come non lo spaventò dieci anni fa.