In principio fu la NTT, Nippon Telegraph and Telephone Corporation. Nel 1967 l’azienda giapponese decise di entrare nel nascente settore della data communication. Il mercato le dette ragione, tanto che nemmeno vent’anni dopo nacque ufficialmente Ntt Data, oggi una delle aziende leader nel mondo nel campo delle soluzioni IT, ossia nella progettazione, integrazione e gestione dei sistemi di information technology.
Seguendo un logico percorso di continua espansione, quattro anni fa Ntt Data è sbarcata in Italia acquisendo l’allora Value Team con varie sedi in Italia. Tra queste Cosenza, un polo di innovazione targato Ntt, dedicato alla cybersecurity e all’Internet of Things, in stretta collaborazione con le sedi di Tokyo e Palo Alto. E nella continua ricerca di “innovazione” qualche mese fa Ntt Data Italia ha inaugurato una piattaforma interna di crowdfunding.
Cos’è e come nasce IDEAhub
«Avevamo il bisogno di far emergere nuove idee dal basso, di valorizzare chi lavora con noi, di trovare nuova linfa per progetti futuri da proporre ai nostri clienti: così è nata IDEAhub». A parlare è Walter Ruffinoni, Ad di Ntt Data Italia, entusiasta dei risultati che, da aprile a oggi, la piattaforma, sviluppata in collaborazione con la startup milanese FolkFunding, ha già raggiunto: più del 60% del personale la usa quotidianamente, navigandoci, pubblicando o sostenendo progetti. Sono già più di 100 in qualche settimana, e alcuni di loro hanno raggiunto il budget richiesto. Sono numeri da piattaforma di crowdfunding generalista, non certo da una intranet, accessibile (solo per ora, precisa Ruffinoni) solo ai dipendenti dell’azienda, unica in Italia a dotarsi di uno strumento simile.
La gamification nel crowdfunding aziendale
Valuta ufficiale di questo particolare crowdfunding sono le NTTcoins, monete virtuali create apposta per l’occasione e custodite da ogni utente in un proprio wallet digitale. Tutti possono arricchire il proprio wallet grazie a comportamenti virtuosi, online e offline. Nel primo caso, per esempio, si ricevono coins anche solo proponendo o sostenendo uno dei progetti presenti. Nel secondo, invece, per aumentare il proprio budget bisogna partecipare a eventi aziendali, corsi, fare coaching a un nuovo arrivato. Un meccanismo modulabile e potente al tempo stesso, in continua evoluzione, che presenta anche un interessante aspetto di gamification. Ogni donazione somiglia infatti a una piccola scommessa, che lega indissolubilmente progettisti e investitori. Se l’idea funziona e raggiunge il budget stabilito, ogni donazione viene restituita, in caso contrario viene persa.
Spiccano così, sulle altre, le idee che potrebbero diventare soluzioni da proporre ai clienti. «Personalmente visito la piattaforma tutti i giorni, per guardare quali progetti sono stati postati e sostenere quelli più interessanti», sostiene Ruffinoni, «Proprio pochi giorni fa un nostro dipendente ha proposto, attraverso IDEAhub, di iniziare a collaborare con il mondo delle startup: finora, per nostra scelta ne siamo stati solo osservatori passivi, perché non iniziare?».
Il futuro della piattaforma
Come già successo in passato anche in futuro verranno lanciate delle challenges, ovvero delle sfide tematiche per stimolare e chiamare all’azione gli utenti, cercando di indirizzare quindi la creatività delle persone su percorsi definiti. Continua Ruffinoni: «Adesso il valore delle coins risiede soprattutto nella recognition, concetto importante ma virtuale: stiamo studiando un modo per convertirle in beni di consumo o gratificazioni più materiali, attraverso Ewa, una piattaforma di e-wallet di nostra proprietà».
L’implementazione delle challenges non sarà l’unica novità di IDEAhub: «Mi piacerebbe poter aprire la piattaforma all’esterno, oltre i nostri uffici. L’apertura è sempre un valore aggiunto: nel nostro caso anche i clienti potrebbero partecipare con le loro soluzioni, le loro idee e le loro sfide».
Jacopo Rossi