È online il nostro report sul primo semestre 2023 con la fotografia di startup e Pmi innovative. L’ecosistema dell’innovazione necessita di maggiore coesione. Tutti i dettagli
Startup e non solo: il SIOS23 Summer punta ad offrire una fotografia più ampia dell’ecosistema imprenditoriale del nostro Paese. L’intento dell’evento, e di questo report, non è pertanto unicamente raccontare l’Italia a livello finanziario, ma anche di parlare della riscoperta delle connessioni tra persone e con il territorio, sempre più da preservare e salvaguardare. Per questo motivo, oltre al consueto report sui round del primo semestre delle startup italiane con tutti i numeri e la descrizione di tutti i round, troverete, all’interno di questo documento, delle riflessioni sugli altri focus di SIOS23 Summer: Insieme, ovvero le PMI, che dimostrano sempre di più di essere una locomotiva economica e occupazionale del Paese e una riflessione sulle persone, sul capitale umano e sulle leve che le aziende, startup come PMI, hanno a disposizione per attrarre e trattenere nuovi talenti digitali con i quali unire gli sforzi per progettare il futuro.
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Il calo in Italia e nel mondo
Dopo anni di crescita del numero dei round e del volume di raccolta, i primi sei mesi del 2023 registrano un calo evidente rispetto allo scorso anno. Sono 487 milioni circa (487.842.871) i capitali raccolti da gennaio a giugno per un totale di 84 deal. Poco più della metà rispetto al miliardo circa dei primi sei mesi dello scorso anno: 999.146.069 con 96 deal ( – 51,17%). Il calo degli investimenti non riguarda solo l’Italia, ma tutti i mercati. Il Regno Unito fa segnare il -57%, la Francia -55% e la Germania -44%. Anche allontanandosi dall’Europa, la situazione non cambia: -49% di miliardi investiti negli Stati Uniti e in Cina. A giustificare questa riduzione ci sono diversi componenti, tra cui l’assenza di grandi deal (sopra i 100 milioni) e l’elevata incertezza che pesa a livello globale causata da diversi fattori esogeni all’ecosistema, come guerra e inflazione.
14 round sopra i 10 milioni
Anche se quest’anno manca una Scalapay (con i suoi oltre 400 milioni raccolti nel 2022), ci sono state operazioni di grande interesse da segnalare. In particolare, sono 14 i round dai 10 milioni in su. A dominare la classifica dei round milionari c’è Bending Spoons: la startup che sviluppa e commercializza app per smartphone ha raccolto 70 milioni di euro. 61 milioni invece sono andati a AAVantgarde Bio che si concentra sullo sviluppo di terapie geniche per le malattie ereditarie della retina. Il 2023 vede anche una exit: protagonista Filo, startup fondata a Roma e specializzata in prodotti IoT, è stata acquistata da Traveler Innovations. Se guardiamo ai comparti merceologici invece come lo scorso anno anche nel primo semestre del 2023 a correre sono soprattutto gli investimenti nel biotech su 83 deal, 13 riguardano startup che operano nel comparto della biotecnologia (15,6% circa). Al secondo posto siamo sempre nel campo medico, con i cinque investimenti in startup medtech, nel turismo e nei servizi (6,02%). Tra le startup in fase pre-seed da segnalare il round di Jet HR che ha chiuso un round da 4,7 milioni. È il pre-seed più alto della storia delle startup italiane. Nel report scaricabile i dettagli di tutte le operazioni.
In questa situazione, cresce rispetto allo scorso anno l’equity crowdfunding, con 75 operazioni chiuse per una raccolta di 37 milioni, segnando un +49 . Oggi osserviamo a una realtà molto diversa da quella che abbiamo visto negli anni passati: siamo davanti a un ecosistema più solido ma ancora distante da un contesto che possiamo definire “stabile”. Per questo occorre imparare a guardare anche al di fuori dei confini su cui ci siamo mossi fin qui, rilanciando il dialogo con le Istituzioni e le grandi aziende, ma pure con altri settori produttivi che fin qui hanno viaggiato su binari paralleli. Un allargamento dell’ecosistema, guardando anche alle PMI e alle connessioni che si potrebbero creare, potrebbe realmente favorire una nuova ripartenza?
PMI, locomotiva in corsa verso il futuro
Producono il 40% del fatturato nazionale e assorbono il 33% della forza lavoro, sebbene rappresentino solo il 5% del tessuto imprenditoriale italiano. Bastano questi dati per comprendere l’importanza che le PMI rivestono per l’economia nazionale. Oggi sono 221 mila le PMI italiane operare in diversi settori. In prima posizione quello agroalimentare, in questo settore le PMI rappresentano il 41% del fatturato complessivo di filiera fatta da 1,4 milioni di imprese.
A seguire nella classifica ci sono poi le PMI che operano nel settore dell’arredamento che rappresentano ilo 4% di tutto il comparto italiano. All’agroalimentare e l’arredamento seguono le PMI che operano nel comparto della moda: rappresentano il 5% dell’intero comparto con un fatturato che pesa per il 44% su quello complessivo della moda italiana (formata da 331 mila imprese) e possono contare su una media di 26 addetti per impresa.
Fotografia (tutti i dati sono consultabili dal report scaricabile da questa pagina) che potrebbe crescere spingendo sulla digitalizzazione, un terreno sul quale c’è ancora tanto lavoro da fare, anche se i progressi sono evidenti. Da questi dati emerge ancora con più chiarezza come la creazione di occasioni di dialogo e incontro tra l’universo delle PMI e quello delle startup potrebbe portare vantaggi ad entrambe. Le prime potrebbero accedere a tecnologie e competenze che le aiuterebbero a velocizzare l’internazionalizzazione e la creazione di nuovi prodotti o servizi. Dall’altra parte, le startup beneficerebbero dell’esperienza e della conoscenza del mercato degli imprenditori delle PMI, molti dei quali, grazie anche alle proprie storie familiari, hanno dimostrato di saper consolidare la propria posizione sul mercato, mostrando una straordinaria resilienza di fronte alle crisi (finanziarie, sanitarie, geopolitiche) che si sono succedute nei decenni.
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