Com’è andata a finire? Prosegue il viaggio tra le eccellenze protagoniste dei vari StartupItalia Open Summit. È la volta di Credimi, finalista dell’edizione 2018, in cui hanno investito subito imprenditori come Nerio Alessandri e i fratelli Benetton
Prendere per mano le piccole e medie imprese italiane e accompagnarle incontro alle loro esigenze. È questa la missione di Credimi, ex startup fondata nel 2019 a Milano da Ignazio Rocco di Torrepadula insieme a una squadra di giovani talenti. Un progetto promettente fin da subito, visto che già alla fine del 2015 a gruppo di imprenditori italiani, tra cui Nerio Alessandri di Technogym, Alessandro e Mauro Benetton, Lorenzo Pellicioli di Gruppo Generali, Massimo Tosato, Dante Roscini, ci hanno creduto investendoci più di 8 milioni di euro.
Cosa fa Credimi
Nata come piattaforma di digital lending per pmi, Credimi, intermediario finanziario autorizzato e vigilato da Banca d’Italia, ha continuato a mantenere il suo core business, ma negli anni si è trasformata in molto di più: “Proprio il 2018, anno in cui abbiamo partecipato a #SIOS e siamo arrivati in finale – racconta Alessandro D’Arpa, Tech, Product & Data e co-founder di Credimi -, è stato un momento cruciale per Credimi: eravamo partiti offrendo ai clienti soluzioni di factoring digitale, poi abbiamo cambiato modello decidendo di fare prestiti normali alle PMI: un’operazione più semplice e comprensibile a tutti”.
Oggi Credimi cambia ancora passo, motivata a diventare un soggetto che accompagna le imprese e offre loro soluzioni digitali a tutto tondo: “A breve lanceremo altri servizi digitali per imprese – prosegue D’Arpa – di cui però non posso ancora dire molto. Stiamo costruendo tool che semplifichino la vita agli imprenditori, lanceremo in nuovi prodotti all’inizio del 2023”.
“Eravamo partiti offrendo ai clienti soluzioni di factoring digitale, poi abbiamo cambiato modello decidendo di fare prestiti normali alle PMI: un’operazione più semplice e comprensibile a tutti”
Nata con la missione di semplificare l’accesso al credito per le imprese, Credimi è oggi il più grande digital lender per pmi in Europa con oltre 2 miliardi di euro di finanziamenti erogati dall’inizio dell’attività e oltre 100 mila richieste di finanziamento presentate dalle piccole e media imprese italiane. “La capacità di valutare il rischio di credito con tecnologia propria a costi operativi estremamente bassi e la modalità di erogare i finanziamenti direttamente dal proprio bilancio – continua – sono i nostri punti di forza e ci permettono di concedere credito alle piccole imprese in tempi molto rapidi. Il funding dei finanziamenti è assicurato da accordi strategici con investitori istituzionali quali Banca Generali, Banca Sella, Banco Desio, Bpm, Banca di Asti e Banca del Piemonte, Deutsche Bank, Intesa Sanpaolo e Banca Popolare Pugliese”.
Il fondatore
Ignazio Rocco di Torrepadula – ex leader della practice istituzioni finanziarie di BCG in Europa Centrale e oggi senior advisor di Tikehau Capital – convinto delle grandi opportunità che il settore del digital lending avrebbe riservato ai first comer in Italia, decide di approcciare il settore come investitore. Il primo passo? Costruire una squadra di giovani talenti con esperienze internazionali e una forte competenza nel tech e nel digital marketing affiancati dalla visione e dalle esperienze dei migliori imprenditori italiani.
“Ero convinto che non avrei mai potuto creare l’animale che avevo in testa se avessi formato una squadra di persone come me – racconta -. Cercavo giovani italiani che venissero dal mondo della tecnologia e del digital marketing e avessero la volontà concreta di capire che cosa significa trattare e interfacciarsi con piccoli e medi imprenditori, perché tutto doveva essere costruito per venire incontro alle esigenze delle PMI italiane. Non si sarebbe mai potuto applicare così com’era il modello anglosassone”. E aggiunge: “Ma c’è di più, volevo anche che nel progetto fossero coinvolti imprenditori italiani di successo, che mi sembravano gli investitori più adatti a far nascere un progetto destinato a fornire finanza alle grandi filiere del made in Italy”. Nel settembre dello stesso anno nasce Credimi.
“I nostri punti di foza? La capacità di valutare il rischio di credito con tecnologia propria e la modalità di erogare i finanziamenti direttamente dal proprio bilancio”
A fine luglio 2016 arriva l’autorizzazione da Banca d’Italia e la conseguente iscrizione all’albo degli intermediari finanziari ex art. 106 TUB. Inizialmente l’azienda opera attraverso il programma di credito di filiera digitale in modalità reverse factoring. Nello stesso anno, Credimi incassa la fiducia di quattro investitori istituzionali. Si tratta di Anima sgr, Anthilia Capital Partners sgr, BG Fund Management Luxembourg sa (gruppo Banca Generali) e Tikehau Capital, che hanno sottoscritto un primo accordo per l’acquisto dei crediti erogati dalla piattaforma.
L’aumento di capitale
Nel settembre 2018 la startup chiude un altro importante aumento di capitale: “Sono entrati nella compagine azionaria i fondi United Ventures e Vertis portando gli investimenti a titolo di equity oltre 18 milioni di euro”, aggiunge D’Arpa. È qui che all’attività di digital factoring si affianca una innovativa soluzione di finanziamento a medio-lungo termine dedicata alle PMI a sostegno della loro crescita, Credimi Futuro.
Ad aprile 2020, nell’ambito delle iniziative a sostegno delle imprese colpite dalla pandemia, Credimi stringe diverse partnership con istituti bancari, come il programma di cartolarizzazioni “Italianonsiferma” sviluppato con il Gruppo Generali. All’operazione, nata con l’obiettivo di mobilitare velocemente il risparmio privato italiano a supporto dell’economia reale per un importo complessivo pari a 100 milioni di euro, hanno preso anche parte in un secondo momento Finpiemonte, Fondazione CRT, Banco Desio, Banco Bpm, Banca di Asti e Banca del Piemonte per aiutare a fornire liquidità alle imprese operanti nei territori di riferimento.
Il breakeven
A ottobre 2020 Credimi raggiunge il breakeven: nei primi 9 mesi del 2020 ha erogato la cifra record in Europa di 450 milioni di euro, portando il totale erogato dalla nascita dell’azienda a 1,2 miliardi di euro. Cresce anche il margine di contribuzione della società, che dopo i costi diretti e di marketing supera il 50%, portando ad un risultato netto e ad un cashflow in completo pareggio.
“Ci distinguiamo per l’attenzione alla parità di genere: siamo una delle poche aziende del settore ad avere una CTO donna e almeno il 25% del team tech femminile”
A febbraio 2021, fedele alla sua missione di rispondere alle esigenze delle piccole e piccolissime imprese, Credimi lancia un nuovo prodotto – Credimi Subito – pensato e creato per le ditte individuali.
Il primato europeo di Credimi
A fine 2021 Credimi si conferma leader in Europa nei finanziamenti digitali alle piccole imprese, con 1,9 miliardi di euro di finanziamenti erogati dalla nascita dell’azienda. Nell’anno, Credimi ha raggiunto anche un’ulteriore crescita dei ricavi del 40% nel corso del 2021, superando i 15 milioni di euro, ed ha raggiunto numerosi traguardi: è stata nominata al quinto posto su 450 aziende italiane nella classifica Leader della Crescita 2022 – realizzata da Statista e da Il Sole 24 Ore – che analizza le imprese con la maggiore crescita del Paese; è stata inserita da Lazard nel T100 European Venture Growth Index, ovvero l’indice delle 100 delle aziende più interessanti in Europa; è inoltre entrata nella classifica IAG Index 2021 tra le giovani imprese protagoniste della finanza.
A marzo 2022 è stata inserita nella classifica tra le 1000 azienda europee con la crescita più veloce nel 2021, promossa dal Financial Times e Statista, posizionandosi al 31esimo posto.
La tecnologia
L’avanzata tecnologia proprietaria di Credimi può analizzare e processare in poche ore migliaia di informazioni: dati finanziari, comprensivi della Centrale Rischi, presenza sui social, notizie sulla stampa e sui motori di ricerca, ottenendo un’analisi completa sulla situazione dell’azienda.
“La qualità degli algoritmi di selezione ha permesso di contenere il costo dei rischi di credito sempre sotto l’1%, per tutti i 5 anni di vita dell’azienda, sia prima sia dopo la pandemia
“In particolare, ogni impresa che richiede un finanziamento tramite Credimi attraversa due passaggi importanti – spiega D’Arpa -. Il primo, istantaneo, è la verifica della finanziabilità: gli algoritmi di Credimi verificano che ogni azienda abbia i requisiti oggettivi per accedere ai prodotti offerti, per farlo si valutano la soglia del fatturato dichiarato, l’età dell’azienda, la forma giuridica, la sede legale e il codice Ateco. Se l’impresa supera questo primo passaggio, il secondo sarà la richiesta della proposta di finanziamento, attraverso un’analisi più dettagliata volta a determinare il rating dell’azienda, l’aderenza ai requisiti del Fondo di Garanzia, l’esclusione di criticità evidenti”. È poi il team di analisti di Credimi che, dopo aver valutato le informazioni raccolte in maniera automatizzata, approva e valida la richiesta dell’azienda che riceve la proposta definitiva in soli tre giorni lavorativi.
“Siamo attentissimi alla sostenibilità dei debiti e alla qualità del rischio – aggiunge -: la qualità degli algoritmi di selezione ha permesso di contenere il costo dei rischi di credito sempre sotto l’1%, per tutti i 5 anni di vita dell’azienda, sia prima che dopo lo scoppio della pandemia”.
Le persone
Nel 2018 Credimi si avvaleva di 30 collaboratori. Oggi nei nuovi uffici di Brera (e da remoto) lavorano più di 80 persone che cresceranno nei prossimi anni: “Oggi siamo 88, di cui 31 donne e 47 uomini – conclude il co-founder -. Nel 2023 prevediamo di assumere oltre 40 persone e altre 30 nel 2024, in particolare profili tech e lending. Ci distinguiamo per l’attenzione alla parità di genere: siamo una delle uniche aziende del settore in Europa ad avere una CTO donna e il 25% del team tech è donna che per un team tech è una percentuale altissima!”.