L’experience come leva strategica per posizionarsi e fare business: “Joebot” ne parlerà all’inspiring speech ‘The power of experience’ durante #SIOS22 Winter Edition con Marco Montemagno. “Il turismo del domani sarà sempre più interconnesso, tecnologico e umano”. Gli abbiamo chiesto di anticiparci qualcosa…
Joe Zadeh, ex VP Product @ Airbnb ed ex head of Airbnb Experiences, sarà nostro ospite a SIOS22 Winter Edition il 13 dicembre. Interverrà all’interno del panel “The power of experience” con Marco Montemagno. Abbiamo colto l’occasione per chiedergli, in vista del Summit, cosa pensa del futuro del settore del “Travel” rapportato alle nuove tecnologie. L’intero comparto del turismo ha risentito in maniera crudele degli effetti della pandemia e ne è uscito parecchio ammaccato. Quali sono, dunque, le strategie da mettere in atto per far funzionare bene una realtà, piccola o grande che sia, che si occupa di viaggi? Da investitore, Joe Zadeh che cosa va ricercando in queste realtà? E che cosa consiglierebbe a uno startupper che si approccia, oggi, a questa realtà? Ne abbiamo parlato con lui.
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Che cosa le ha insegnato l’esperienza vissuta in Airbnb?
La vera forza di Airbnb Experience, prima che lo lasciassi, è stata quella di aver saputo creare una community e le connessioni umane. Ogni esperienza veniva condivisa in piccoli gruppi, cosicché tutti ne potessero apprezzare a pieno il senso. Le tecnologie virtuali sono cresciute molto velocemente, a dismisura, ma non penso che abbiano sostituito le connessioni relazionali umane. Sempre più persone, dopo la pandemia, sono spronate a spendere soldi per vivere delle esperienze e le tecnologie, oggi, gli permettono di poterlo fare. Questo è proprio quello che Airbnb Experiences ha fatto.
Quale sarà il futuro di Airbnb Experience e di quelle startup che lo hanno preso ad esempio?
Credo che si vada sempre più nella direzione di proporre viaggi personalizzati e tailor-made, basati sulle interrelazioni umane. In Italia questo tipo di esperienze è ancora poco personalizzato; molte persone lamentano di essere andate incontro a qualcosa che non rispondeva davvero alle richieste. In questo senso, la tecnologia aiuta a rendere l’esperienza davvero unica e calibrata sulle necessità personali. Per me, il futuro del settore del travel sarà coinvolgere sempre di più i viaggiatori, dandogli modo di scoprire mete semisconosciute o del tutto inesplorate ma allo stesso tempo attraenti. Credo che questa debba essere una delle mission per tutti coloro che lavorano in questo settore.
“La tecnologia aiuta a rendere l’esperienza davvero unica e calibrata sulle necessità personali”
Secondo una ricerca condotta da PwC, 3 clienti su 4 sostengono che l’esperienza sia il fattore rilevante nelle decisioni di acquisto. E addirittura quasi la metà è disposto a pagare di più per viverla. Anche perché le cattive esperienze allontanano i clienti più velocemente di quanto si possa pensare. Che cosa ne pensa?
Quando ho creato Airbnb Experience mi sono chiesto, anzitutto, che cosa rendesse un viaggio un buon viaggio. E mi sono risposto che, senza dubbio, l’incontro con l’altro è la vera chiave di forza. Mescolarsi con un’altra cultura, con altre tradizioni, apre la mente e penso che sempre più persone graviteranno attorno a questo tipo di esperienze. E sarà proprio grazie alla tecnologia se si riuscirà a sbloccare nuovi potenziali. I viaggi migliori sono quelli in cui si è interconnessi con la meta scelta e con le persone che vivono in quel posto. E solo così che si torna a casa con una prospettiva diversa.
Che cosa consiglierebbe agli startupper che si approcciano oggi a questo settore messo a dura prova anche dalla pandemia?
Il primo consiglio che gli darei è quello di semplificare il focus e focalizzarsi sulle esigenze dei consumatori; non fare troppe cose assieme. Ci sono tantissime sfaccettature che possono risultare divertenti durante un viaggio. Focalizzarsi solo su un determinato tipo di viaggio e non su tutti è una strategia, partendo dal target che si vuole raggiungere. L’altro lato della medaglia è quello di sapersi differenziare. Airbnb ha avuto una grande crescita perché ha saputo proporre qualcosa che non offrivano i competitor. E quella cosa è stata avere la possibilità, per il viaggiatore, di entrare davvero a stretto contatto con le persone che quel posto lo abitano, immergendolo in una nuova dimensione che prima d’allora non aveva vissuto. Penso che questo sia l’approccio che chi si addentra adesso nel settore debba tenere a mente: avere la capacità di saper coinvolgere sempre di più il viaggiatore. Se fai bene il tuo lavoro, la gente lo apprezza e parla di te, e così diventi sempre più grande.
“Sapersi differenziare e focalizzarsi sulle esigenze del consumatore sono le chiavi per fare un buon lavoro”
Come investitore che cosa ricerca nelle startup?
Adesso il mio focus è sul Tech italiano; penso che in Italia ci sia davvero molto potenziale e voglio contribuire a far crescere la community composta da startup, investitori, mentor. Sono interessato a tutti i tipi di startup che hanno a che fare con il tech in Italia: dagli esperti informatici a chi lavora nel Biotech e nel Medical Tech. Penso che questo sia un momento molto interessante per il tech in Italia perché non è così piccolo e ci sono ampie possibilità e margini di crescita.
“Il mio focus è sul Tech italiano; penso che in Italia ci sia davvero molto potenziale e voglio contribuire a far crescere la community”
Pensa che SIOS sia l’occasione giusta per incontrare queste startup?
Assolutamente sì. Penso che sia un’opportunità per me di condividere punti di vista interessanti e di avere la possibilità di potermi confrontare con una community esperta, ricercando team e realtà interessanti in cui investire.