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Un fenomeno ancora embrionale in Italia. Le opportunità per diversificare il portafoglio. Il paese modello? Gli Stati Uniti
Nel panorama del crowdfunding sta prendendo sempre più spazio una nuova area di investimento, l’immobiliare, che in Italia, nel 2022, ha registrato circa 55 milioni di euro di raccolta. Ne abbiamo parlato con Davide Grossi, Head of Real Estate di Mamacrowd, una delle piattaforme leader in Italia per investimenti in equity crowdfunding, che ci ha spiegato le basi per comprendere le opportunità che anche nel nostro paese si stanno formando. «Nel 2023 vediamo un rafforzamento di questo strumento alternativo di investimento, che permette di diversificare il proprio portafoglio con un ritorno di investimento medio di 18 mesi e rendimenti annui che possono toccare il 15%. Questo è possibile grazie all’attenta selezione di progetti immobiliari in cui valutiamo principalmente che abbiano un buon bilanciamento tra rendimento atteso e rischi».
In Italia il principale approccio di investimento è il “buy to sell”, l’acquisto di un immobile o di un terreno su cui costruire per poi rivendere. L’altro filone, preferito dagli investitori stranieri, è quello del “buy, hold and sell” che prevede che l’immobile venga detenuto per un determinato periodo di tempo, durante il quale viene messo a reddito e soltanto in seguito venduto. Il primo metodo ha un vantaggio, come ci ha spiegato Grossi. «È l’orizzonte temporale ristretto, quello tipico della durata di un cantiere. Al massimo 36 mesi prima di aver un ritorno sull’investimento. Cerchiamo di portare piccoli investitori ad approcciare progetti che per dimensione e complessità sarebbero loro preclusi».
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In tutto su Mamacrowd, ad oggi, sono state chiuse quattro campagne su progetti real estate. In cantiere nel 2023 si lavora per lanciarne otto. «Al momento è ancora aperta la campagna “Viotti 3 Milano” che prevede la riqualificazione e realizzazione di un mix funzionale di appartamenti, uffici e attività commerciali in città studi a Milano. Ad oggi il 30% degli appartamenti è già stato venduto». Sempre a Milano aprirà presto un’altra campagna, Urbaniqa, operazione di sviluppo residenziale in zona Fondazione Prada/Scalo di Porta Romana, che prevede la realizzazione di due edifici per un totale di 71 appartamenti.
Come ci ha spiegato il responsabile della unit sul real estate, i progetti che partono con una raccolta fondi su Mamacrowd rispettano determinate caratteristiche. «Abbiamo un processo di selezione molto stringente: su dieci che arrivano soltanto uno farà la raccolta». Trattandosi di immobiliare si valutano i rischi, si fa un’analisi sul proponente. «Analizziamo se la società ha già fatto o meno iniziative simili e se hanno avuto successo. E poi ovviamente richiediamo che il promotore coinvesta insieme ai soci».
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Per inquadrare il fenomeno del crowdfunding immobiliare, ancora embrionale in Italia, Grossi ci ha dato qualche numero sul settore immobiliare in generale. «Nel 2022 il mercato valeva 120 miliardi di euro, di cui 12 rappresentati dal mercato business, in crescita rispetto al 2021. Ci si riferisce con quest’ultimo alle operazioni che destinano gli immobili ad attività economiche». E lo scenario potrebbe cambiare rapidamente grazie alla imminente introduzione del Regolamento europeo sul crowdfunding.
«Si abbatteranno i confini – ha commentato Grossi -. Sono ottimista perché l’immobiliare in Italia dà rendimenti maggiori rispetto a tutta Europa. Col mercato europeo accadrà che tanti investitori internazionali si affacceranno». Ma esistono paesi modello per il crowdfunding immobiliare? «Negli Stati Uniti hanno un vantaggio di quasi dieci anni. Le prime piattaforme sono nate dopo la crisi dei mutui sub-prime nel 2008. In Italia, è vero, abbiamo un regolamento sul crowdfunding dal 2016, ma i leader sono paesi come UK, Germania, Francia e Paesi Baltici».